Sicuramente è una delle immagini più emblematiche di queste Olimpiadi: martedì 30 luglio, sul podio della cerimonia di premiazione del doppio misto di ping pong, il giocatore sudcoreano Lim Jonghoon ha scattato un selfie con i suoi avversari. Racchiudendo in uno scatto lo spirito dei Giochi, nella foto compaiono il suo compagno di squadra Shin Yubin, con cui si è aggiudicato la medaglia di bronzo, le medaglie d’argento Ri Jong Sik e Kim Kum Yong della Corea del Nord e i vincitori Wang Chuqin e Sun Yingsha per la Cina.
Non consentito nelle precedenti edizioni, il “Victory Selfie” – così coniato dagli organizzatori delle Olimpiadi 2024 – alla prima è già diventato di tendenza tra i partecipanti. In un momento in cui le relazioni tra Seoul e Pyongyang sono ai minimi storici dalla guerra di Corea di settant’anni fa, i medagliati del doppio misto di ping pong hanno immortalato un evento storico.
Le due Coree: rapporti tesi
Il conflitto, scoppiato nel 1950 a causa dell’invasione della Corea del Sud, stretta alleata degli Stati Uniti, da parte dell’esercito della Corea del Nord comunista, ha rappresentato uno dei momenti più tesi della guerra fredda, facendo temere uno scontro armato tra URSS e Usa che avrebbe comportato l’utilizzo di armi nucleari. La guerra si assestò intorno al 38esimo parallelo e, dopo varie trattative, venne firmato l’armistizio di Panmunjeom che stabilizzò la situazione e confermò la divisione della nazione. Da tempo i rapporti diplomatici tra i due Paesi sono pressoché inesistenti, ma recentemente si sarebbero inasprite le tensioni.
A gennaio, il leader nordcoreano Kim Jong-un ha dichiarato che la Corea del Nord non cercherà più nessuna riunificazione pacifica con il sud. Per di più, oltre all’intensificazione dei test missilistici, risale ai mesi appena trascorsi fa l’avvenimento – virale sui social – dei palloni pieni di spazzatura mandati dal Nord oltre il confine in risposta ai volantini di propaganda degli attivisti sudcoreani. Nonostante la Corea del Nord continui ad adottare una politica estera isolazionista, nutre un approccio ben diverso rispetto alle competizioni internazionali, manovra politica diventata comunemente nota come “diplomazia sportiva”.
Giochi oltre le barriere
Le competizioni internazionali come le Olimpiadi rappresentano uno dei pochi spazi di interazione tra il Nord e il Sud Corea, tecnicamente ancora in guerra tra loro. Ci sono state occasioni dove le due Coree hanno partecipato ad eventi sportivi sotto un’unica bandiera: ai Giochi olimpici estivi del 2000 e del 2004, e a quelli invernali del 2006.
Inoltre, alle Olimpiadi di Rio 2016, un selfie scattato dalla ginnasta sudcoreana Lee Eun-ju e la sua avversaria nordcoreana Hong Un-jong diventò virale.
Certo, le cose a Parigi 2024 non sono iniziate nel migliore dei modi per la delegazione della Corea del Sud, presentata durante la cerimonia di apertura come Repubblica Popolare Democratica di Corea, nome ufficiale della Corea del Nord. Dopo una protesta da parte degli atleti il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) è stato costretto a scusarsi pubblicamente. Ma l’indelicatezza iniziale non ha condizionato poi tanto le due nazionali, come si vede nella bella foto dopo la premiazione della gara di Ping pong maschile, in cui i giocatori non si sono sottratti dallo stare gli uni vicini agli altri e dal complimentarsi con gli avversari. Lì non erano nemici ma avversari appunto, sottolineando come lo spirito sportivo vada oltre le rivalità politiche, abbattendo barriere e superando confini.