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Addio alla Signora della Scherma Irene Camber. Ai giovani disse: “L’importante è vincere con onestà”

Nel 1952 a Helsinki salì sul gradino più alto del podio: mai nessuna donna azzurra prima di lei c’era riuscita nei Giochi moderni. Ispiratrice per generazioni di atlete, è stata, secondo il presidente della FIS “una leggenda e un esempio autentico e lucente per tutti noi”

di CAMILLA PRATO -
23 febbraio 2024
Irene Camber con le fiorettiste azzurre

Irene Camber con le fiorettiste azzurre

È stata la prima donna italiana a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi moderne, nel 1952 a Helsinki. Oggi il mondo della scherma piange la sua “signora”: è morta a 98 anni Irene Camber, una vera e propria leggenda della disciplina, pioniera per tutte le azzurre di ogni generazione.

Per tutti gli sportivi e sportive del nostro Paese resta infatti emblematica l'immagine dell'abbraccio che le hanno tributato lo scorso luglio le fiorettiste azzurre subito dopo aver vinto l'oro ai Mondiali di Milano. Camber che è stata la loro ispiratrice, l’esempio da emulare non solo in pedana, dopo una vita di successi, valori e insegnamenti.  

Chi era Irene Camber

Triestina d’origine, figlia di un poeta-soldato, a quella città di frontiera è rimasta sempre legata. Camber è stata la prima olimpionica della scherma azzurra e dopo i Giochi in Finlandia si è laureata campionessa mondiale a Bruxelles nel 1953 per poi ripetersi, nella gara a squadre, nel 1957 a Parigi. In occasione delle Olimpiadi di casa, a Roma 1960, guidò le fiorettiste azzurre alla conquista dell'oro nel fioretto. È stata, insomma, un vero mito, un’icona di sobrietà, compostezza ed eleganza nel gesto. 

Irene Camber, prima olimpionica della scherma azzurra
Irene Camber, prima olimpionica della scherma azzurra

Nonostante fosse tra le favorite non partecipa ai Giochi di Melbourne, perché il 20 ottobre 1956 si sposa Gian Giacomo Corno. Nel frattempo si laurea in Chimica industriale all'Università di Padova e prosegue la carriera sportiva fino al 1964, quando si ritira ma non abbandona la disciplina. Diventa infatti commissario tecnico per il fioretto, incarico che manterrà fino ai Giochi di Monaco di Baviera 1972.

L’amore per la scherma 

Nella sua Trieste, in occasione dei Campionati italiani assoluti del 2013, parlò della scherma come del suo amore infinito non tanto per i numerosi successi quanto “perché mi ha permesso di viaggiare tanto in un tempo in cui si faceva poco, così da poter conoscere il mondo”. Raccontandosi in una famosa intervista a Giorgio Caruso, proprio in quel contesto, spiegò che il suo ricordo più bello non era “tanto l'Olimpiade, vittoria soffertissima, quanto il successo al Mondiale, in cui in sette assalti presi soltanto cinque stoccate dalle mie avversarie”.

Con la semplicità e l'umiltà della grande donna, prima che della campionessa, lanciò alle generazioni più giovani  un messaggio da scolpire nella pietra:

“L'insegnamento di mio padre, che io trasmetto, è che l'importante non è vincere ma vincere con onestà, senza che nessuno ti regali nulla. E ai giovanissimi schermidori dico di essere pazienti e determinati, perché il nostro sport è una lunga sfida prima con se stessi”.

Il ricordo 

Irene Camber con il presidente della Repubblica Mattarella
Irene Camber con il presidente della Repubblica Mattarella

Il funerale di Irene Camber sarà celebrato lunedì mattina, a Lissone. Intanto oggi, nel corso dei Campionati Europei giovanili al PalaVesuvio di Napoli, la Signora della scherma è stata ricordata da tutto il movimento nazionale e continentale. Il presidente della Federazione italiana, Paolo Azzi, ha espresso “l'infinito cordoglio di tutto il nostro mondo per la scomparsa di una straordinaria protagonista in pedana e non solo”.

“Irene Camber è stata una leggenda della scherma ma anche un esempio autentico e lucente per tutti noi. E non ha mai smesso di esserlo, sino alla fine. Lo scorso luglio – ha aggiunto Azzi –. avemmo l'onore d'invitarla al Mondiale di Milano: elegante ed entusiasta come sempre, accettò e seguì la gara del suo fioretto femminile. Esultò con noi per il trionfo in finale sulla Francia. L'immagine delle nostre fiorettiste con le medaglie d'oro al collo correre da lei, per un abbraccio e una foto indimenticabile, resterà per sempre nel cuore di tutti noi”.