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Home » Sport » Women NBA, l’imbarazzante divario salariale tra atlete e atleti. Anche la mascotte prende di più

Women NBA, l’imbarazzante divario salariale tra atlete e atleti. Anche la mascotte prende di più

Dopo il tweet della stella del basket Angel McCoughtry è scoppiata la polemica negli Stati Uniti. La leggendaria campionessa Diana Taurasi guadagna un terzo di Rocky

Edoardo Martini
12 Ottobre 2022
La mascotte Rocky

La mascotte Rocky

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Può bastare un semplice tweet per scatenare una polemica? Evidentemente sì visto che negli Stati Uniti il contenuto provocatorio postato dall’icona del basket americano, Angel McCoughtry, ha alimentato un grande dibattito sportivo. La cestista ha deciso di intraprendere la carriera di mascotte proprio per aprire un dibattito in merito alle retribuzioni delle giocatrici d’elite.

La stella del basket americano, Angel McCoughtry

I numeri impietosi sul divario salariale

La stella del basket ha confrontato i 625.000 dollari all’anno che Rocky, la popolare mascotte della squadra dei Denver Nuggets della NBA, guadagna con i 228.094 dollari della più pagata del torneo Diana Taurasi, leggendaria campionessa capace di vincere tre volte la WNBA e cinque volte la medaglia d’oro olimpica. Dopo di lei seguono Jewell Loyd e Breanna Stewart. Complessivamente tutte e tre guadagnano rispettivamente 228.094 dollari all’anno, ovvero 231.902 in euro. Una cifra molto inferiore rispetto a quella della mascotte. Il ragazzo che veste i panni dell’animaletto portafortuna della squadra di Denver, incassa la bellezza di ovvero 635mila euro. Cifre alla mano possiamo osservare che la giocatrice meno pagata nella WNBA è Kaela Davis con 1.607 dollari e che otto giocatrici guadagnano meno di 10.000 dollari. Inoltre lo stipendio medio per una giocatrice WNBA è di 102.751 dollari, differente dalla scorsa stagione dove si fermava a circa 8,5 milioni di dollari.

“Il divario retributivo tra mascotte e atlete dice tutto”

Proprio per questo motivo McCoughtry ha deciso di mettere in evidenza il tweet di Caroline Fitzgerald , fondatrice di Goals: “Il divario retributivo tra mascotte e atlete d’élite ti dice tutto ciò che devi sapere su come l’industria sportiva valorizza le mascotte“. Questa marcatura ha messo in primo piano l’incredibile differenza di guadagni tra le stelle della NBA e quella della WNBA: lo stipendio medio di un giocatore è di circa 8,5 milioni di dollari, mentre quello delle giocatrici di basket del massimo campionato USA è di 102.751 dollari. Se Diana Taurasi incassa appunto 228.094 dollari, Stephen Curry il “Paperone” della NBA mette in cascina 48.070.014 dollari. Numeri che fanno rabbrividire ma che ci mostrano come il divario salariale sia un problema da affrontare il prima possibile.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Può bastare un semplice tweet per scatenare una polemica? Evidentemente sì visto che negli Stati Uniti il contenuto provocatorio postato dall'icona del basket americano, Angel McCoughtry, ha alimentato un grande dibattito sportivo. La cestista ha deciso di intraprendere la carriera di mascotte proprio per aprire un dibattito in merito alle retribuzioni delle giocatrici d'elite.
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