Cambia il colore della medaglia, cambia il partner sulla piattaforma, ma lui è sempre lassù, sull’olimpo dei più grandi tuffatori di tutti i tempi. A Parigi, per la sua quinta e probabilmente ultima Olimpiade, Tom Daley è medaglia d’argento insieme a Noah Williams nella gara dalla piattaforma 10 metri sincro.
A 30 anni, con due figli, un marito, la vita trasferita da Londra a Los Angeles, i dieci metri tra cielo e acqua che hanno sempre un sapore speciale, il britannico si conferma un campione vero, su e giù per le scale di quella piattaforma da quando era bambino, tra un lavoro a maglia e l’altro – celebri le sue creazioni per rilassarsi prima delle gare sugli spalti delle piscine –.
La prima apparizione risale al 2007, a soli 13 anni, quando si presentò con l'apparecchio ai denti e l'aria da predestinato. Questa volta, in coppia con Williams, il campione di Tokyo 2020 ha chiuso al secondo posto, dietro gli imbattibili cinesi Junjie Lian e Hao Yang, prendendosi la quinta medaglia olimpica. Portabandiera della spedizione britannica (a chi è sfuggita la scenetta di lui e la collega Helen Glover che mimano, a ruoli invertiti, la scenetta di “Titanic” con Jack e Rose a prua della nave), Daley ha esultato per il bellissimo risultato ottenuto dopo due anni di stop, lontano dalla vasca, che si era preso post Giochi nipponici: “È semplicemente speciale”, ha esultato il baronetto dei tuffi.
A fare il tifo per il papà, accompagnati dall’altro padre (il produttore e regista Dustin Lance Black), i figli della coppia, Robert Raye e Phoenix Rose, avuti tramite maternità surrogata. Tom Daley è infatti un’icona Lgbt dello sport e non solo. “Avevo deciso di tornare (dopo un paio di anni di pausa) per gareggiare davanti a mio figlio. È stato lui a chiedermi di tuffarmi ancora, è stato fantastico. E ora ho una medaglia di ogni colore, ho completato il set”, ha ironizzato dopo il podio, parlando coi giornalisti. Al suo fianco, come nel volo verso l'acqua e l'argento col punteggio di 463.44, c'è Noah Williams: “Non l' ho mai visto piangere in tutta la mia vita”, dice del suo compagno di tuffi mentre ricorda il suo ex allenatore Dave Jenkins, scomparso nel 2021.
“So quanto significhi oggi per lui. È molto triste che Dave non sia qui, ma so che lui e mio padre sarebbero entrambi così orgogliosi di vederci qui ora”. È il papà di Tom, Robert Daley, l'uomo che più di tutti ha segnato la carriera di quel bambino prodigio, tranne poi esser stroncato giovanissimo da un tumore al cervello. Questo argento è il completamento di un viaggio, fatto di tante battaglie fuori e dentro l’acqua, per i diritti, molti dolori (la morte choc del genitore diventata anche materia di due documentari in Gran Bretagna) e tante soddisfazioni (ori e titoli da quando aveva nemmeno 14 anni): tra le gioie più grandi la famiglia che si è costruito, e in particolare il marito che, come racconta, gli ha permesso di riprendere ad allenarsi per arrivare a questa Olimpiade ancora da protagonista.
“Il futuro? Non lo so, adesso ci godiamo le giornate e vediamo cosa ci riserva tutto. Il mio tempo ora è per i miei bambini”. E per la realtà solidale nata dal suo genio creativo: il campione britannico ha spesso catturato l'attenzione dei media e del pubblico con la sua passione per la maglia e l'uncinetto, ma quello che era solo un antri-stress ora è diventato un modo per fare del bene. I soldi delle sue coloratissime creazioni del brand che ha fondato Made with love, col quale qui a Parigi ha realizzato le maglie con la scritta Team Gb, vanno a sostegno dell'associazione per la lotta ai tumori al cervello, la Brain tumour charity.
Di lui dicono sia il tuffatore più longevo al pari dei grandi Greg Louganis e Klaus Dibiasi. E anche stavolta, nella sua seconda vita da papà e attivista si è preso una medaglia da quei dieci metri, di vita e passione