Il 5 agosto 1981 veniva finalmente abolito il matrimonio riparatore e il delitto d’onore.
Ebbene sì, sono passati solamente 43 anni dell’eliminazione di quelle leggi – all’epoca lasciti legali del Codice Rocco di epoca fascista – rappresentanti di una società tremendamente ispirata alla visione della donna come un oggetto da possedere e sottomettere.
Prima del 1981, la violenza sulla donna era una condanna e una colpa per la vittima, e non per il perpetuatore. Una bella cerimonia in chiesa metteva a tacere le indiscrezioni dei conoscenti e dei familiari, soffocando qualsiasi desiderio di giustizia da parte dell’oppressa. Il matrimonio riparatore ha rappresentato, fino alla sua abolizione, una via di uscita per tutti gli uomini artefici di violenza: bastava che il colpevole si dichiarasse intenzionato a sposare la vittima, pagare il matrimonio addossandosi tutte le spese della cerimonia e rinunciare a qualunque dote – anche se minorenne – perché il reato decadesse.
In Italia, l’abolizione del matrimonio riparatore e del delitto d’onore si deve anche al coraggio e all’attivismo di Franca Viola, simbolo dello sviluppo sociale dell'Italia nel secondo dopoguerra e dell’affermazione dei diritti delle donne.
Chi era Franca Viola?
Il 26 Dicembre 1965, Franca Viola – appena diciassettenne – venne rapita e stuprata ad Alcamo dal suo fidanzato Filippo Melodia. Per otto giorni venne violentata, malmenata e lasciata a digiuno, prima in un casolare al di fuori del paese e poi in casa della sorella di Melodia. Il giorno di Capodanno, i parenti del ragazzo contattarono i genitori di Viola per la cosiddetta "paciata", un incontro per porre la famiglia della vittima davanti al fatto compiuto e farle accettare le nozze dei due giovani.
Inizialmente, il padre e la madre di Viola, d’accordo con la polizia, finsero di accettare le nozze riparatrici. Il giorno successivo, 2 gennaio 1966, la polizia intervenne all'alba facendo irruzione nell'abitazione della famiglia Melodia, liberando Franca e arrestando il suo aggressore. Filippo Melodia fu condannato il 17 dicembre 1966 a 11 anni di carcere, ridotti il 10 luglio 1967 al processo di appello di Palermo a 10 anni con l'aggiunta di 2 di soggiorno obbligato nei pressi di Modena.
Un processo con un risultato storico, che prima di allora aveva sempre visto le donne uscire da una simile vicenda come le colpevoli, costringendole a sposare l’aggressore per salvare l’onore e la dignità della propria famiglia. Eppure ci sono voluti anni di dibattiti prima che il gesto coraggioso di Franca Viola portasse all'abolizione dell'articolo 544.
La legge 422, un progresso per i diritti delle donne.
All’epoca del processo di Melodia, la legislazione italiana, in particolare l'articolo 544 del codice penale, recitava: "Per i delitti preveduti dal capo primo e dall'articolo 530, il matrimonio, che l'autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l'esecuzione e gli effetti penali". In altre parole, la violenza sessuale era vista come oltraggio morale e non come reato alla persona, che poteva essere debellato, anche ai danni di un minorenne, nell’eventualità del cosiddetto “matrimonio riparatore”.
Il 5 Settembre 1981, con la legge n. 442, vennero finalmente abolite due delle leggi più discriminatorie e sessiste dell’ordinamento italiano: il matrimonio riparatore e il delitto d’onore. Un’ulteriore vittoria per l’emancipazione femminile che arriva dopo un decennio di progressi, partendo dal divorzio e arrivando alla legge sul aborto. Ma inizialmente è un traguardo solo parziale, bisognerà aspettare fino al 1996 perché lo stupro non sia più un delitto contro la morale.
I Paesi nel mondo dove resiste il matrimonio riparatore
I paesi dove resiste il matrimonio riparatore sono ancora venti: Algeria, Angola, Bahrain, Bolivia, Cameroon, Eritrea, Gaza, Guinea Equatoriale, Iraq, Kuwait, Libia, Filippine, Repubblica Domenicana, Russia, Serbia, Siria, Tajikistan, Thailandia, Tonga, Venezuela.
La situazione legale cambia da paese a paese, ad esempio in Kuwait uno stupratore è autorizzato a sposare legalmente la vittima con il permesso del suo tutore, mentre in Iraq l'uomo può evitare qualsiasi accusa nei suoi confronti se non c’è un divorzio entro i primi tre anni. La situazione non migliora nemmeno nei paesi limitrofi all’occidente, dove la Russia consente il matrimonio riparatore solo se il colpevole ha 18 anni e la sua vittima meno di 16 anni.
Anche se i paesi occidentali hanno fatto grandi progressi sui diritti sociali, gli episodi di violenza e aggressività verso le donne sono ancora all’ordine del giorno. Questi avvenimenti ci ricordano che, anche se l’evoluzione delle leggi è fondamentale, la crescita culturale per superare il pericoloso senso di possesso maschile – non solo sui corpi ma sulla vita delle donne – è ancora lontano dall’essere raggiunto.