5 agosto 1981: sono passati (solo) 43 anni dall’abolizione del matrimonio riparatore e del delitto d’onore

”Io non sono proprietà di nessuno, nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto, l’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce”, così diceva Franca Viola, protagonista dell’abolizione di tali leggi e simbolo dello sviluppo sociale dell'Italia nel secondo dopoguerra

di AMBRA NARDI
5 agosto 2024
Manifestazioni del 1981

Manifestazioni del 1981 (ANSA)

Il 5 agosto 1981 veniva finalmente abolito il matrimonio riparatore e il delitto d’onore.  

Ebbene sì, sono passati solamente 43 anni dell’eliminazione di quelle leggi – all’epoca lasciti legali del Codice Rocco di epoca fascista – rappresentanti di una società tremendamente ispirata alla visione della donna come un oggetto da possedere e sottomettere.

Prima del 1981, la violenza sulla donna era una condanna e una colpa per la vittima, e non per il perpetuatore. Una bella cerimonia in chiesa metteva a tacere le indiscrezioni dei conoscenti e dei familiari, soffocando qualsiasi desiderio di giustizia da parte dell’oppressa. Il matrimonio riparatore ha rappresentato, fino alla sua abolizione, una via di uscita per tutti gli uomini artefici di violenza: bastava che il colpevole si dichiarasse intenzionato a sposare la vittima, pagare il matrimonio addossandosi tutte le spese della cerimonia e rinunciare a qualunque dote – anche se minorenne – perché il reato decadesse

In Italia, l’abolizione del matrimonio riparatore e del delitto d’onore si deve anche al coraggio e all’attivismo di Franca Viola, simbolo dello sviluppo sociale dell'Italia nel secondo dopoguerra e dell’affermazione dei diritti delle donne. 

FRANCA VIOLA, LA DONNA CHE DISSE NO A NOZZE RIPARATRICI
Franca Viola durante la Giornata internazionale della donna al Quirinale, Roma, 08 marzo 2014. ANSA / ETTORE FERRARI

Chi era Franca Viola? 

Il 26 Dicembre 1965, Franca Viola – appena diciassettenne – venne rapita e stuprata ad Alcamo dal suo fidanzato Filippo Melodia. Per otto giorni venne violentata, malmenata e lasciata a digiuno, prima in un casolare al di fuori del paese e poi in casa della sorella di Melodia. Il giorno di Capodanno, i parenti del ragazzo contattarono i genitori di Viola per la cosiddetta "paciata", un incontro per porre la famiglia della vittima davanti al fatto compiuto e farle accettare le nozze dei due giovani. 

Inizialmente, il padre e la madre di Viola, d’accordo con la polizia, finsero di accettare le nozze riparatrici. Il giorno successivo, 2 gennaio 1966, la polizia intervenne all'alba facendo irruzione nell'abitazione della famiglia Melodia, liberando Franca e arrestando il suo aggressore. Filippo Melodia fu condannato il 17 dicembre 1966 a 11 anni di carcere, ridotti il 10 luglio 1967 al processo di appello di Palermo a 10 anni con l'aggiunta di 2 di soggiorno obbligato nei pressi di Modena. 

Un processo con un risultato storico, che prima di allora aveva sempre visto le donne uscire da una simile vicenda come le colpevoli, costringendole a sposare l’aggressore per salvare l’onore e la dignità della propria famiglia. Eppure ci sono voluti anni di dibattiti prima che il gesto coraggioso di Franca Viola portasse all'abolizione dell'articolo 544. 

La legge 422, un progresso per i diritti delle donne. 

All’epoca del processo di Melodia, la legislazione italiana, in particolare l'articolo 544 del codice penale, recitava: "Per i delitti preveduti dal capo primo e dall'articolo 530, il matrimonio, che l'autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l'esecuzione e gli effetti penali". In altre parole, la violenza sessuale era vista come oltraggio morale e non come reato alla persona, che poteva essere debellato, anche ai danni di un minorenne, nell’eventualità del cosiddetto “matrimonio riparatore”. 

Il 5 Settembre 1981, con la legge n. 442, vennero finalmente abolite due delle leggi più discriminatorie e sessiste dell’ordinamento italiano: il matrimonio riparatore e il delitto d’onore. Un’ulteriore vittoria per l’emancipazione femminile che arriva dopo un decennio di progressi, partendo dal divorzio e arrivando alla legge sul aborto. Ma inizialmente è un traguardo solo parziale, bisognerà aspettare fino al 1996 perché lo stupro non sia più un delitto contro la morale.

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I Paesi nel mondo dove resiste il matrimonio riparatore

I paesi dove resiste il matrimonio riparatore sono ancora venti: Algeria, Angola, Bahrain, Bolivia, Cameroon, Eritrea, Gaza, Guinea Equatoriale, Iraq, Kuwait, Libia, Filippine, Repubblica Domenicana, Russia, Serbia, Siria, Tajikistan, Thailandia, Tonga, Venezuela.

La situazione legale cambia da paese a paese, ad esempio in Kuwait uno stupratore è autorizzato a sposare legalmente la vittima con il permesso del suo tutore, mentre in Iraq l'uomo può evitare qualsiasi accusa nei suoi confronti se non c’è un divorzio entro i primi tre anni. La situazione non migliora nemmeno nei paesi limitrofi all’occidente, dove la Russia consente il matrimonio riparatore solo se il colpevole ha 18 anni e la sua vittima meno di 16 anni.

Anche se i paesi occidentali hanno fatto grandi progressi sui diritti sociali, gli episodi di violenza e aggressività verso le donne sono ancora all’ordine del giorno. Questi avvenimenti ci ricordano che, anche se l’evoluzione delle leggi è fondamentale, la crescita culturale per superare il pericoloso senso di possesso maschile –  non solo sui corpi ma sulla vita delle donne – è ancora lontano dall’essere raggiunto.