C'è un fatto a cui, spesso, quando si parla di
femminicidi, di violenza di genere, di molestie, aggressioni nei confronti delle donne, non si pone attenzione, almeno in un primo momento. Il fatto che queste donne stuprate, molestate, assassinate, in certi casi sono madri e che le aggressioni nei loro confronti, fino addirittura alla loro uccisione, avvengono sotto gli occhi dei loro
figli e figlie, soprattutto quando avvengono tra le mura domestiche. Ormai troppo spesso, e sempre di più. Ma anche quando questo non accade, questi ragazze e ragazzi, bambini e bambine rimangono generalmente
orfani (in particolare nel caso, comune, in cui è il padre, il marito, il partner a compiere questa violenza) con tutti i problemi e i disagi emotivi, psicologici ma anche, banalmente, economici che ne derivano.
Florencia Belen Bianco ha creato la pagina Facebook "Noi orfani speciali"
Qualche mese fa avevamo raccontato la vicenda di una di queste ragazze,
Florencia Bianco, rimasta orfana dopo che sua madre era stata uccisa dall'ex compagno nel 2012. La 22enne ha creato la pagina Facebook, “
Noi orfani speciali” dove portare avanti la sua campagna di sensibilizzazione sul tema e promuovere iniziative a favore di queste persone, vista l'assenza o la quasi totale mancanza di supporto adeguato da parte dello Stato.
Violenze domestiche in aumento con la pandemia
Il numero delle
donne assassinate in ambito familiare e affettivo continua a crescere, come ribadito anche dal Primo presidente della Cassazione, Pietro Curzio, nella sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, rilevando che "sono
102 le donne assassinate in ambito familiare-affettivo e, in particolare, 70 per mano del partner o ex partner". E se si considera che il totale delle vittime di femminicidio, nel 2021, sono 118 questo numero di casi 'casalinghi' diventa quanto mai inquietante. E rappresenta un’ulteriore conferma che l’emergenza sanitaria legata alla
pandemia ha prodotto anche l’acutizzarsi della violenza di genere all’interno delle famiglie.
Le vittime di femminicidio nel 2021 sono state 118 di cui 102 uccise in ambito familiare-affettivo
In occasione dell’apertura dell’Anno giudiziario, il 21 gennaio scorso, dopo il discorso pronunciato da Curzio,
Save the Children, l’organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, ha voluto commentare questi dati allarmanti, puntando il faro proprio sui minori: “A fronte di un drastico calo dei crimini violenti, l’emergenza pandemia ha prodotto, come tutti i dati dimostrano, un
aumento della violenza di genere all’interno delle famiglie - dice Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children -. Di queste violenze sono
vittime dirette anche i bambini e le bambine, a partire dagli orfani dei femminicidi, fino a tutti coloro che, ogni giorno, affrontano all’interno delle proprie case quella che viene definita
'violenza assistita', una forma silenziosa e costante di violenza che mina il loro equilibrio psico-fisico ed è in grado di produrre effetti gravissimi lungo tutto il corso della vita”.
Orfani di femminicidio e vittime di violenza assistita
Secondo gli ultimi dati disponibili, al 2020 il totale degli
orfani di femminicidio era di
169, di cui il 39,6% minorenni (67 su 169), il 32,5% (55 su 169) è rimasto orfano anche del padre che si è tolto la vita dopo il femminicidio. E ancora, il 46,7% dei figli sopravvissuti (79 su 169) aveva assistito alle precedenti violenze del padre sulla madre e, di questi, il 54,4% era minorenne. Numeri importanti dietro ai quali si celano traumi che questi ragazzi e ragazze si porteranno dietro per tutta la vita. Perdere la propria madre in circostanze così violente e ad opera dell’altro genitore è un
evento devastante per un bambino, che assume dei connotati ancora più tragici nel caso in cui i figli siano
presenti all’omicidio o ritrovino il corpo della madre: in Italia, secondo i dati della Commissione parlamentare d’inchiesta sui femminicidi, presentata il 24 novembre 2021, sono rispettivamente il 17,2% e il 30% dei figli sopravvissuti (rispettivamente il 72,4% e il 18% era minorenne al momento del delitto).
I bambini rimasti orfani di femminicidio nel 2020 sono stati 169 in Italia, dei quali 55 anche di padre
Il
progetto “Gemme” di Save the Children mira proprio a favorire la realizzazione di percorsi personalizzati, articolati in interventi psico-educativi, ludico ricreativi e formativi, per i minori vittime di violenza assistita. Fino ad oggi ne hanno beneficiato 78 bambini e bambine, principalmente di età compresa tra i 5 e i 10 anni, che frequentano la scuola primaria (35%) e quella dell’infanzia (33%). La cosiddetta violenza assistita, sottolinea infatti l’Organizzazione, è una delle peggiori forme di
maltrattamento sui minori, con effetti molto gravi dal punto di vista fisico, cognitivo, comportamentale e sulle loro capacità di socializzazione. Gli orfani tenderanno a proiettare nella propria vita lo
stato di insicurezza sperimentato in un ambito familiare, dopo aver assistito alle molestie subite magari per anni dalla madre da parte del padre o del compagno di questa, fino addirittura alla sua uccisione. “È indispensabile un sistematico rafforzamento delle azioni di
prevenzione e di
contrasto alla violenza di genere, che comprenda la diffusa sensibilizzazione di tutte le figure che entrano a diretto contatto con le famiglie (educatori, insegnanti, pediatri) per intercettare in tempo utile le situazioni di rischio ed intervenire, al fianco delle donne, in modo tempestivo”, conclude Raffaela Milano.