A Gaza il dramma dei bambini bloccati nell'inferno a cielo aperto

La maggioranza dei morti per i bombardamenti sono minori, tanti quelli malati o con disabilità che non possono essere evacuati. Il medico: "Ospedali cimiteri per i feriti"

di CAMILLA PRATO
14 ottobre 2023
PALESTINIAN-ISRAEL-CONFLICT

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Una guerra che colpisce soprattutto gli innocenti, i civili, chi ha l'unica colpa di trovarsi sotto il fuoco incrociato dei bombardamenti. Soprattutto chi ha già grosse difficoltà ad affrontare la vita "normale" e ora si trova a fare i conti con ostacoli alla sopravvivenza troppo più grandi per chiunque, figuriamoci per un bambino. Trenta minori con malattie genetiche gravi e diverse disabilità, accuditi e curati dalle suore di Madre Teresa a Gaza, sono attualmente nel compound della parrocchia della Sacra Famiglia e non possono essere evacuati e portati in salvo, perché "ci vorrebbero tante ambulanze attrezzate quanti sono i bimbi malati", spiegano fonti del luogo. A raccontare la drammatica situazione in cui si trovano è l'Ansa, che spiega che nella stesa condizione sono anche una trentina di adulti, ospiti in una seconda casa delle Missionarie della Carità.

Il Papa chiama la parrocchia di Gaza

La loro sorte sta particolarmente a cuore al Pontefice. Papa Francesco, infatti, ha chiamato, ancora una volta, la parrocchia di Gaza, per parlare con don Gabriel Romanelli (che si trova a Betlemme perché non è riuscito a rientrare nella Striscia dopo lo scoppio della guerra). A Tv2000 il sacerdote ha raccontato che Bergoglio, dopo diversi tentativi, è riuscito a contattare il viceparroco padre Youssef Asaad che è nella città della Striscia, attuale luogo di scontri tra le forze Israeliane e Hamas. Ha chiesto notizie su come stavano gli ospiti delle strutture e soprattutto ha domandato dei tanti bambini, soprattutto musulmani, assistiti dalle suore di Madre Teresa, e ha assicurato che sta facendo tutto il possibile per risolvere questa situazione.
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Sono oltre1500 i morti, finora, in Israele, il 60% dei quali bambini della Striscia di Gaza (Epa)

Anche perché al momento, colpa anche dei missili che piovono sui quartieri residenziali, tra i civili (o, meglio, milioni di palestinesi che da anni vivono rinchiusi nell'enclave affacciata sul Mediterraneo) sono proprio queste le vittime della guerra tra Israele e gli estremisti islamici di Hamas.

L'angolo più tormentato del Pianeta

Le sorelle che fanno capo all'ordine fondato dalla religiosa, appena a febbraio scorso avevano celebrato i cinquant'anni della loro presenza in questo angolo così tormentato del Pianeta. "Sono gli angeli di Gaza", aveva detto in quell'occasione il parroco Romanelli. Le Missionarie della Carità, in questi cinque decenni hanno visto scontri, distruzioni, difficoltà di ogni genere, ma non si sono mai arrese, per questi bambini e per gli adulti più fragili che assistono nella Striscia. Anche perché, visto il loro ruolo assistenziale, sono riuscite finora a muoversi abbastanza normalmente fino ai campi profughi. Ma ora la situazione è di un gravità senza precedenti: i bambini da loro assistiti non possono rispondere all'ordine di evacuazione intimato dal governo di Israele. "Neanche volendo perché le loro condizioni di salute sono gravissime - spiegano dalla parrocchia cattolica di Gaza - al di là della guerra".

I bambini senza famiglia

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Un sanitario soccorre un bambino a Gaza (AFP)

Vivono con le suore perché le loro famiglie, già prima, avevano deciso che non potevano farsene carico. La Santa Sede guarda quindi con particolare preoccupazione alla situazione e oggi, il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin ha chiamato il primo ministro di Palestina Mohammad Shtayyeh per manifestare "dolore per quanto accade a Gaza", secondo quanto riporta l'agenzia Ansa. Ha sottolineato anche che "i civili, gli ospedali e i luoghi di culto non devono essere coinvolti nel conflitto". Un appello è arrivato anche dai Capi e Patriarchi di tutte le Chiese di Gerusalemme affinché vengano "salvate vite innocenti". "Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato come si stia lavorando per cercare di portare via i tanti cristiani bloccati a Gaza. Ci associamo al suo impegno consapevoli che rischiano di trasformarsi in altri ostaggi nelle mani dei gruppi jihadisti", commenta il direttore di Acs-Italia Alessandro Monteduro.

L'urlo disperato dei medici: "Rischiamo di diventare un cimitero"

Intanto dagli ospedali del Paese arrivano le testimonianze drammatiche dei medici in prima linea per assistere i feriti dei raid. Ma in assenza di elettricità e di acqua il loro lavoro è praticamente impossibile. Ne sa qualcosa Mahmoud Abu Saleh, il responsabile del Centro giovanile Sawaed e volontario nel lavoro sanitario a Gaza, che parla al quotidiano La Stampa descrivendo la situazione come "una catastrofe umanitaria".
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Ferito palestinese trasportato in ospedale. Il medico Mahmoud Abu Saleh: "Senza acqua né luce rischia di diventare un cimitero" (AFP)

"A Gaza hanno tagliato l'acqua, l'elettricità, le medicine, il cibo e le comunicazioni. La vita sta collassando molto velocemente - aggiunge - Non so se resterò in vita per altre ore". I bombardamenti continui hanno colpito più volte anche i centri di soccorso, tanto che il sistema sanitario è completamente al collasso: "Gli ospedali diventano dei cimiteri per i feriti", prosegue nel suo terribile racconto Abu Saleh. "Millecinquecento persone sono state uccise, il 60% delle quali erano bambini e più di 4.000 sono i feriti. Oltre mezzo milione di persone sono sfollate nelle scuole delle Nazioni Unite perché non ci sono rifugi a Gaza" denuncia. E la situazione, purtroppo, sembra destinata a peggiorare.