L’unione fa la forza. Lo sanno bene i pisani che, grazie al lavoro congiunto tra l'Università, la Scuola Superiore Sant’Anna e la Scuola Normale Superiore, hanno dato vita al primo sportello interuniversitario contro la violenza di genere all'interno delle aule e spazi dei tre atenei d'eccellenza. Una svolta significativa che segna un doppio primato regionale e nazionale: si tratta del primo presidio in ambito universitario in Toscana e del primo in Italia nato da un lavoro sinergico tra più istituzioni accademiche. Il servizio – anonimo, gratuito e senza obbligo di denuncia – sarà gestito dalla Casa della Donna di Pisa e offrirà aiuto e supporto ad una vasta comunità di oltre 60mila persone tra docenti, studenti e personale amministrativo. Le varie anime accademiche ora avranno un valido alleato in caso di atti di discriminazione e violenza legati anche all'identità e orientamento sessuale (in spazi accademici o esterni). Uno spazio sicuro, d'ascolto, assistenza, informazione, aiuto e che, in caso di bisogni particolari, farà da ponte tra l'utenza e le strutture, associazioni, istituzioni socio-sanitarie o giudiziarie del territorio. Altra novità, per garantire l'anonimato e la sicurezza degli utenti, il luogo in cui si trova lo Sportello sarà riservato e vi si potrà accedere solo tramite richiesta.
Perché è importante lo Sportello antiviolenza all'Università?
"L’apertura dello Sportello rappresenta una presa di posizione chiara e nasce dalla nostra ferma volontà di dire basta alla violenza di genere – dichiara il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella -. Non solo a quella fisica, ma anche a discriminazioni e molestie, troppo spesso sottovalutate, se non ignorate, aspetti che rendono questo fenomeno particolarmente insidioso. Sono convinto che le istituzioni, per prime, debbano essere di buon esempio per i cittadini, solo così si può estirpare le radici della violenza". Non esiste ancora una rete degli sportelli universitari antiviolenza, per avere una fotografia esatta a livello nazionale dei flussi di utenza. Ma sappiamo che solo a Pisa (fonte Casa della Donna di Pisa) nel 2021, 27 donne (facenti parte del mondo accademico pisano) si sono rivolte alla Casa della Donna per chiedere aiuto e da gennaio 2022 sono già 16. "Un’iniziativa che parte da un’esigenza reale – conclude la rettrice della Sant’Anna, Sabina Nuti –, grazie alla quale viene messo in campo uno strumento volto alla recezione dei bisogni delle nostre componenti accademiche e ad intervenire tempestivamente in caso di bisogno". I tre atenei pisani d'altronde già da anni sono in prima linea per affermare la parità di genere all'interno delle loro istituzioni: "Abbiamo accolto con grande interesse il progetto - afferma il direttore della Scuola Normale, Luigi Ambrosio -, che tra l’altro si inserisce all’interno di un percorso di sviluppo delle politiche inclusive, prima tra tutte l’adozione di un proprio Gender Equality Plan".