![Il progetto “Mamma segreta” accompagna le donne verso una scelta consapevole Il progetto “Mamma segreta” accompagna le donne verso una scelta consapevole](https://luce.lanazione.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/M2FlNzg4YzMtNWYxNi00/0/a-galeata-un-corso-per-affiancare-le-coppie-in-attesa-e-i-neo-genitori.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
Il progetto “Mamma segreta” accompagna le donne verso una scelta consapevole
Secondo l’indagine svolta dalla Società italiana di neonatologia nel 2021, circa 1 bambino su 1.000, in Italia,viene abbandonato dopo il parto. Nello specifico, secondo i dati raccolti dai 70 punti nascita che hanno partecipato alla ricostruzione delle statistiche, il 37,5% delle donne che non riconoscono il figlio sono italiane, e nel 48,2% dei casi hanno un’età compresa tra i 18 e 30 anni. Questi numeri però potrebbero essere anche sottostimati, perché non sempre i punti nascita inviano i resoconti completi, ma rendono conto di una situazione comunque non banale.
Per prevenire l'abbandono traumatico alla nascita in Toscana è nato un progetto che offre ascolto e supporto alle donne in gravidanza che si trovano in situazioni di difficoltà. Si chiama 'Mamma segreta' ed è coordinato dalla Asl Toscana Nord -ovest. Ne abbiamo parlato della dottoressa Rosa Maranto, direttrice delle attività consultoriali dell'Asl Toscana nord ovest. “L'idea del progetto nasce proprio con la finalità di prevenire l'abbandono traumatico alla nascita – ci dice – ma anche quella di tutelare la salute del bambino e della donna che lo partorisce. Infatti la legge italiana garantisce che le donne possano andare a partorire in piena sicurezza negli ospedali pubblici senza essere nominate poi nell'atto di nascita se decidono di non riconoscere il bambino. È un diritto importante perché non in tutti i Paesi viene garantito. In Toscana poi c'è un valore aggiunto, che è un percorso assistenziale che accompagna e sostiene la donna prima durante e dopo il parto. Quindi una rete di servizi fatta da punti nascita, servizi sociali, gli stessi tribunali dei minori, che sostiene la donna qualora fosse in difficoltà durante tutte le fasi: della gestazione, del parto della nascita ed anche quelle successive”.
Esiste un identikit della donna che abbandona il proprio figlio alla nascita?
“No, non esiste. Molte volte circolano degli stereotipi, anche tra gli stessi operatori, ma sulla base della nostra esperienza concreta possiamo affermare senza tema di smentita che la casistica delle “mamme segrete” è la più varia. Certamente ci sono delle situazioni di vulnerabilità che favoriscono l'abbandono, ma abbiamo avuto donne italiane e straniere, sposate e non, con figli o senza, giovanissime (anche minorenni) e donne quarantenni. Per questo è importante la rete è il percorso personalizzato, perché prende in carico la singola donna offrendole prestazioni e supporti personalizzati, con delle linee operative che sono state fomentante volute dall'assessorato alla sanità, dal personale medico, dai vari professionisti che hanno campo in questo settore e dallo stesso tribunale dei minori. Linee guida mirate a definire e realizzare un percorso in sicurezza per le donne e per il neonato. Di fatto sono tante le situazioni di rischio (una gravidanza non voluta, non controllata dal punto di vista sanitario, non riconosciuta oppure tenuta volutamente nascosta) e tutte possono condurre a quello che noi chiamiamo un abbandono traumatico che vogliamo evitare".
In Toscana di che numeri stiamo parlando?
"Non sono elevatissimi. Diciamo che in dieci anni abbiamo avuto una media di 15/16 abbandoni all'anno. A questi però vanno aggiunti tutti quei percorsi di accompagnamento che alla fine non sono sfociati nel non riconoscimento, e questo spesso e volentieri succede. Il messaggio è che nessuna è colpevole, e quindi rivolgersi ai servizi, non solo al momento del parto”.
Immagino la soddisfazione nell'evitare che il bambino sia abbandonato alla nascita, quando accade...
“Certo c'è soddisfazione ma la vera soddisfazione, il vero successo per noi è accompagnare la donna qualunque sia la scelta che va a fare. Anche il non riconoscimento. Quello che è importante è che sia responsabile, che perché è una scelta di maternità anche quella di non abbandonare il proprio figlio o figlia ma affidare in sicurezza un bambino o una bambina perché possano trovare una famiglia. Esiste anche un servizio telefonico di supporto: chiamando il numero 055/4383001 (dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 14), spiega la Asl, risponderanno operatori qualificati offrendo ascolto, orientamento e sostegno psicologico. Se necessario, è possibile essere messi in contatto con un'équipe specializzata, composta da personale sanitario e assistenti sociali, per ricevere supporto nel proprio percorso decisionale".