Lunedì 1° aprile la Corte Suprema della Florida ha dato il via libera al divieto di aborto oltre le sei settimane di gravidanza. Si tratta di una delle leggi più stringenti degli Stati Uniti sul tema.
Il caso che era stato presentato alla Corte riguardava il divieto dopo 15 settimane ma la norma prevedeva che, se fosse stato approvato dai saggi, sarebbe stato ristretto a sei. Così si sono espressi e la legge, votata e approvata dai legislatori della Florida l'anno scorso, entrerà in vigore tra 30 giorni.
Tuttavia con una sentenza separata la giuria ha approvato la formulazione di una proposta di emendamento costituzionale statale (chiamata ‘emendamento 4’)che proteggerebbe invece il diritto all'aborto nello Stato: potrà essere votato in novembre, con un referendum il cui esito potrebbe annullare il divieto a cui hanno dato il proprio benestare e persino il precedente a 15 settimane. Gli emendamenti costituzionali, in Florida, hanno bisogno del sostegno di almeno il 60% degli elettori per essere approvati.
Diritti riproduttivi e sfida elettorale
La sentenza di lunedì, con l’approvazione della misura tra le più severe di tutti gli Stati Uniti, darà sicuramente vita a una lotta per i diritti riproduttivi nel Sunshine State durante la campagna elettorale per le presidenziali. In conferenza stampa lo stesso Joe Biden ha definito la Florida, uno Stato da sempre in bilico che nelle ultime elezioni ha avuto una tendenza repubblicana, come “espugnabile” a novembre, puntando proprio sulla mobilitazione degli elettori sui diritti all'aborto.
Con il provvedimento, che si appresta a comparire sulla scheda elettorale per il referendum costituzionale approvato dai giudici, la Florida si unirà a molti altri Stati – tra cui il Michigan e l'Ohio – in cui i cittadini con diritto di voto potranno esprimersi o si sono già pronunciati direttamente in tema da quando la Corte Suprema degli Stati Uniti ha rovesciato la sentenza Roe v. Wade a giugno 2022. L'iniziativa sui diritti riproduttivi potrebbe anche portare all’aumento dell’affluenza alle urne in quella che si preannuncia come una sfida serrata tra l’attuale inquilino della Casa Bianca e l'ex presidente Donald Trump.
Il quesito per il referendum a tutela dell’aborto
A gennaio Floridians Protecting Freedom, la coalizione che ha portato all'iniziativa elettorale per l’emendamento sull’interruzione di gravidanza, ha raccolto poco meno di un milione di firme per la revisione della Costituzione a tutela di questa pratica e contro la decisione dei legislatori.
La formulazione dell'emendamento proposto che apparirà sulla scheda elettorale recita:
“Nessuna legge potrà proibire, sanzionare, ritardare o limitare il ricorso all'aborto prima della vitalità o quando sia necessario a proteggere la salute della paziente, come stabilito dal fornitore di assistenza sanitaria della paziente. Questo emendamento non altera l'autorità costituzionale della Legislazione di richiedere la notifica a un genitore o a un tutore prima che una minorenne abortisca”.
Questo testo è stato contestato l'anno scorso dal procuratore generale della Florida Ashley Moody, che ha chiesto alla corte di eliminare l'emendamento a causa di un linguaggio che, a suo dire, era vago e confuso, con l'obiettivo di ingannare i cittadini. Ma i giudici hanno dichiarato nel loro parere che “non si può affermare che la formulazione sulla scheda elettorale possa ingannare gli elettori sul testo effettivo dell'emendamento proposto”.
Lauren Brenzel, direttrice della campagna di Yes on 4, ha dichiarato: “Questa è la nostra occasione di impegnarci nella democrazia diretta per fermare queste politiche impopolari e dannose. Siamo entusiasti che le cittadine della Florida abbiano l'opportunità di reclamare la loro autonomia fisica e la loro libertà dalle interferenze del governo votando per l'Emendamento 4 questo novembre – ha aggiunto –. La sentenza di oggi sottolinea anche il ruolo cruciale del processo di iniziativa elettorale, che offre agli elettori un'importante opportunità di prendere le redini quando i politici non rappresentano i nostri interessi”.