Florida, vietato l'aborto dopo sei settimane

Il parlamento nazionale, a maggioranza repubblicana, ha approvato la norma che riduce i tempi per ricorrere all'interruzione di gravidanza

di MARCO PILI
14 aprile 2023
Aborto

Aborto

In Florida prosegue la crociata del governatore repubblicano Ron DeSantis contro i diritti delle donne. Dopo la pubblicazione di numerose norme avverse alla comunità Lgbt, è arrivata una nuova stretta relativa alla tutela dell'aborto, che ne limita il ricorso alle prime 6 settimane di gestazione. La nuova legge segue una serie di restrizioni attuate negli ultimi anni, come la limitazione dell'Ivg entro le prime 15 settimane, o il provvedimento "Don't say gay", così rinominato dagli attivisti. La Corte nazionale ha promulgato, negli anni, molte sentenze aventi come oggetto la comunità Lgbt, punendone puntualmente i membri. Numerosi casi, emblematici, hanno riscosso molta notorietà, come lo studente 18enne che - per legge - non può dichiarare di essere gay, o la ragazza di 16 anni alla quale è stata negata la possibilità di abortire senza il consenso dei genitori. Con la nuova riduzione delle tempistiche utili per ricorrere alla procedura, le floridians avranno modo di accedervi solo entro le prime 6 settimane, con proroga a 15 settimane per le vittime di stupro, incesto e tratta di esseri umani, ma solo in casi comprovati da un rapporto di polizia. L'entrata in vigore del provvedimento necessitava solo della firma di DeSantis stesso, una formalità risolta nella mattinata di venerdì, dando al governatore un ampio slancio politico.

Diritti Lgbt, in Florida un percorso di oppressione

La legge del luglio 2022, che già ne aveva ridotto le tempistiche, era stata fortemente contestata dalle attiviste senza ottenere alcun successo. Il governo e la Corte costituzionale, organi composti da membri fortemente conservatori, avevano oltretutto annullato qualsiasi tutela nei confronti dei casi di abuso, equiparandone l'interruzione della gestazione alle altre gravidanze. In precedenza, il 28 marzo 2022, DeSantis aveva firmato la direttiva rinominata dagli attivisti  "Don't say gay", ufficialmente "Diritti dei genitori nell'istruzione". Con questa norma sono state vietate le discussione sull’orientamento sessuale o l’identità di genere nelle classi elementari, con la volontà di perseguire penalmente i plessi scolastici che non rispettano la nuova disposizione. Anche la Disney, colosso dell'industria cinematografica per i più piccoli, aveva criticamente preso posizione dopo l'ufficialità del provvedimento, dividendo ancora di più la già provata opinione pubblica statunitense.
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Dipendenti Disney contro la legge chiamata dai critici "Don't say gay"

Solo un mese dopo, il Dipartimento dell’Educazione aveva vietato la pubblicazione di 54 dei 134 libri di matematica presentati per l'adozione nelle scuole elementari, affermando che "contenevano argomenti proibiti", come alcuni riferimenti alla Teoria critica della razza. La mancata approvazione del 40% dei volumi presentati aveva generato una forte ondata di sdegno, con proteste provenienti dai genitori stessi ma anche dalle fila dei Dem locali.

Ron DeSantis, chi è il conservatore e futuro candidato alle presidenziali

"Siamo orgogliosi di sostenere la vita e la famiglia nello stato della Florida". Sono state queste le parole pronunciate questa notte da Ron DeSantis, governatore repubblicano in carica dal gennaio 2019, che rilancia così la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2024. Il funzionario, noto come uno dei repubblicani più conservatori in carica negli Stati Uniti d'America, ha già espresso varie volte la sua totale avversione verso i diritti delle persone appartenenti alla comunità Lgbt.
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DeSantis durante un evento elettorale

Contrario a legalizzazione della Cannabis, aborto e restrizioni sull'acquisto di qualsiasi tipo di arma da fuoco, negli anni si è opposto anche alle agevolazioni relative alla sanità pubblica per chi non può permettersi un'assicurazione. Un profilo politico fortemente conservatore e liberista, legato a doppio filo con l'ondata di malcontento di una porzione della popolazione americana avversa alla tutela dei diritti post-materialisti. La sua avversione al riconoscimento del cambiamento climatico, inoltre, lo pone in contrasto con numerosi studi scientifici, comprovati e riconosciuti da tutta la comunità mondiale. E sarà proprio DeSantis, nel 2024, il probabile candidato repubblicano chiamato a sfidare Joe Biden, o chi ne prenderà le veci alla guida dei Dem. La condanna penale di Donald Trump, come naturale conseguenza dei fatti, ha notevolmente agevolato la corsa dell'attuale governatore del Sunshine State verso la segreteria repubblicana, compiendo uno step ulteriore verso il conservatorismo.