Aborto in pronto soccorso negli Stati che li vietano? Decide la Corte Suprema

I giudici dovranno decidere sulla controversia tra la legge dell'Idaho a quella federale, in una causa intentata dall'amministrazione Biden

di CAMILLA PRATO -
6 gennaio 2024
FILE PHOTO: America in the age of Trump

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La Corte Suprema americana deciderà se i medici del pronto soccorso possono eseguire un aborto d'urgenza indispensabile per la salute della gestante, negli Stati che vietano la procedura. L'annuncio di una prossima sentenza, decisiva per milioni di donne, è arrivato venerdì 5 gennaio. La massima giuria scavalca così la Corte d'appello per risolvere in tempi brevi una causa intentata dagli Stati Uniti contro l'Idaho. Si tratta del secondo caso importante in tema di interruzione di gravidanza che i giudici supremi prenderanno in considerazione quest'anno, in seguito all'annullamento della storica sentenza Roe v. Wade nel 2022.
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La Corte suprema americana dovrà prendere una decisione sulla sospensione della legge statale in favore di quella nazionale che consente in pronto soccorso in situazioni di emergenza di eseguire ivg

A pochi giorni dal 51° anniversario (il 22 gennaio) questi avranno la possibilità di decidere su un caso di accesso al farmaco mifepristone, anche laddove la procedura è legale.

Il divieto quasi totale di aborto in Idaho

La legge sulla difesa della vita dell'Idaho vieta quasi totalmente l'aborto, ma prevede eccezioni per scongiurare la morte della madre in caso di problemi. La legge impone sanzioni penali ai dottori (compreso il rischio di revoca della licenza) che praticano interruzioni di gravidanza vietate, a meno che il "non abbiano stabilito con un giudizio clinico, in buona fede e sulla base dei fatti noti al medico in quel momento, che l'aborto era necessario per evitare il decesso della donna incinta".

La causa della Casa Bianca

L'amministrazione Biden ha però intentato una causa, sostenendo che una disposizione di una legge federale su Medicare - l'Emergency Medical Treatment and Labor Act (EMTALA) nello specifico - prevarrebbe sulla norma in Idaho in materia di pronto soccorso.
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Manifestanti a favore dell'interruzione di gravidanza

La legge nazionale richiede alle strutture ospedaliere di fornire cure stabilizzanti ai pazienti del pronto soccorso, indipendentemente dalla loro capacità di pagare. È stata promulgata per garantire che le persone povere e coloro che non hanno un'assicurazione ricevano comunque assistenza sanitaria d'emergenza negli ospedali che ricevono finanziamenti nell'ambito Medicare. Un tribunale distrettuale dell'Idaho ha però immediatamente bloccato l'attuazione di questa misura negli ospedali dello Stato, asserendo che interferisca con lo statuto federale del programma di assicurazione. Nel 2022, il giudice distrettuale B. Lynn Winmill aveva dichiarato che la "vasta portata" del divieto quasi assoluto di aborto implicava che non fosse possibile per gli operatori sanitari di emergenza "adempiere simultaneamente agli obblighi" previsti dalla normativa statale e da quella federale. "La legge statale deve quindi cedere il passo a quella federale nell'ambito di tale conflitto", ha scritto.

Legge statale o nazionale? Decide la Corte suprema

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Le uniche eccezioni previste nel divieto sono quelle per salvare la vita alla madre in gravidanza

Una corte d'appello federale ha poi accettato di sospendere la sentenza del tribunale distrettuale in attesa del ricorso, ma un gruppo più ampio di giudici della Corte d'Appello del 9° Circuito degli Stati Uniti ha revocato la sospensione il 13 novembre scorso. La legge dell'Idaho sarà quindi in vigore in attesa della sentenza. È stato il governo statale, rappresentato da un pool legale conservatore che si oppone in toto all'interruzione volontaria di gravidanza, a rivolgersi alla Corte suprema, chiedendo ai giudici di intervenire in via d'urgenza per sospendere la sentenza della corte distrettuale in attesa dei ricorsi. "Dopo il caso Dobbs – ha dichiarato Erin Hawley, avvocata dell'Alliance Defending Freedom – gli Stati Uniti hanno adottato la nuova tesi secondo cui la normativa EMTALA crea un diritto federale all'aborto nei pronto soccorso, anche se la legge non parla affatto di interruzione di gravidanza e in realtà richiede la stabilizzazione dei bambini non ancora nati". Il Dipartimento di Giustizia ha invece avvertito i giudici che la direttiva statale potrebbe avere "danni devastanti" per le donne dello Stato e ha esortato la corte a tenere in sospeso questa parte della legge. La procuratrice generale Elizabeth Prelogar sostiene che "L'ingiunzione preliminare, di portata limitata, preserva lo status quo e protegge le donne e i medici dello Stato dai danni devastanti che si verificherebbero se i sanitari potessero essere perseguiti penalmente per aver fornito cure di emergenza essenziali".