Rivolta Pride a Bologna: “Uno spazio politico in cui le persone Lgbtqia+ parlano autonomamente”

Sabato 6 luglio il corteo dell’orgoglio partirà da Piazza XX settembre e, dopo aver percorso le strade del centro città, arriverà ai Giardini Margherita. Lo slogan: “Contro il pinkwashing e la violenza di Governo”

1 luglio 2024
Torna a Bologna il Rivolta Pride (Ansa)

Torna a Bologna il Rivolta Pride (Ansa)

Torna a Bologna il Rivolta Pride: sabato 6 luglio il corteo dell’orgoglio “Contro il pinkwashing e la violenza di Governo”. La manifestazione Lgbtqia+ autogestita e organizzata da collettivi, associazioni e attivisti partirà da Piazza XX Settembre alle 17 (l’appuntamento di ritrovo è per le 15,30) e l’arrivo è previsto alle 20 ai Giardini Margherita, dopo aver attraversato un tratto di via Indipendenza, Irnerio, i viali e Porta Santo Stefano.

Il percorso è accessibile alle persone con disabilità motoria in sedia a rotelle e da ognuno dei 7 carri previsti verranno distribuiti tappi per le orecchie e bottiglie d'acqua e sarà presente un interprete Lis sul palco degli interventi finali. Presente anche un 'gruppo simpatià, per gestire situazioni di difficoltà, e il gruppo di riduzione del danno.

No alle strumentalizzazioni politiche

“Non abbiamo invitato esponenti politici e chiediamo che il protagonismo sia nostro, delle persone Lgbt – spiega Mylù, del collettivo Laboratorio Smascheramenti, tra gli organizzatori dell'evento –. Riteniamo che lo spazio del Pride sia uno spazio politico, in cui soprattutto le persone Lgbt possano parlare autonomamente. Anche perché, molto spesso si tende a parlare per noi e siamo al centro della propaganda sia dei partiti di destra, che usano le nostre vite per strumentalizzarle in ottica xenofoba e razzista, sia dei partiti di sinistra, che anche loro strumentalizzano il nostro orientamento sessuale o le nostra identità di genere per figurare come progressisti, ma è un progressismo che poi si rivela vuoto e falso”.

Genitorialità queer, persone trans*, genocidio e gli altri temi

Gli organizzatori protestano "contro il pinkwashing e la violenza di Governo"
Gli organizzatori protestano "contro il pinkwashing e la violenza di Governo"

Gli organizzatori si sono posti un obiettivo ben preciso: raggiungere le 50mila e le 60mila persone che partecipano al corteo, come lo scorso anno. Al centro delle rivendicazioni che la comunità, le associazioni, attiviste e attivisti porteranno in piazza ci sono “gli attacchi che da due anni questo Governo fascista sta attuando contro la genitorialità queer e l'autodeterminazione delle persone trans”, ma  come per gli altri appuntamenti visti finora, soprattutto nelle grandi città, tra le questioni più urgenti che verranno gridate al corteo ci sarà “anche il genocidio che Israele sta compiendo contro il popolo palestinese: ‘No pride in genocide’ è la posizione assunta dal Rivolta Pride”, spiegano.

Ma i temi che fanno parte del documento politico del Pride sono anche altri: l'accesso al lavoro, al welfare, al reddito e alla salute delle persone Lgbtqia+, e poi la repressione che i movimenti stanno subendo a Bologna e in Italia.