“Senza che io sapessi nulla, Il Corriere ha scritto un intero articolo sul mio coming out... che ok... cioè fa strano vedere qualcosa di così personale poi diventare un articolo, ma più che altro non dovevo leggere i commenti...vabbe“. Inizia così il post su Facebook di Adrian Fartade,35 anni, divulgatore scientifico, scrittore e attore, di Milano. “Ehi, dall’altra parte, spero possa aiutare chi scopre questi argomenti ora e se magari qualche persona non binaria si sente sola, sono felice se può ricordarle che non lo è. Per il resto, lunghi respiri... non so perché mi stupisco“. Il coming out in un post
Vera Gheno - . Nulla di diverso, dunque, da quella che Claudia Bianchi definisce “ingiustizia discorsiva”: per chi ha scritto l’articolo e per chi ha deciso di pubblicarlo è stato naturale pensare che fosse del tutto lecito parlare al tuo posto, invece che darti eventualmente lo spazio del caso sul giornale perché tu potessi personalmente prendere la parola. Questa consuetudine dei sedicenti ’normali’ che parlano per conto dei “diversi” è esattamente la cosa che bisognerebbe che superassimo come società“. Chi è Adrian Fartade, divulgatore antirazzista
Ha trascorso più di metà della sua vita in Toscana, ma per qualcuno non ha mai smesso di essere “il romeno”. E ora Fartade usa il suo vissuto per fare attivismo, anche con il suo esempio: Adrian Fartade ha 35 anni ed è uno dei divulgatori scientifici più seguiti del web in lingua italiana, grazie a un canale YouTube da 350 mila iscritti che da quasi nove anni avvicina grandi e piccoli utenti di internet all’affascinante mondo della cosmologia. Ma Fartade è anche nato a Bacău – un’antica città nel cuore della Moldavia rumena – e questo sarebbe poco più che il dettaglio trascurabile di una brillante biografia, se non fosse che una persona immigrata non può permettersi il lusso di considerare le sue origini un semplice dettaglio. “Di solito i professori riconducevano tutto al bullismo e dicevano che se fossi stato grasso o molto alto se la sarebbero presa con quello. Il consiglio che mi davano era di non dare peso a certe cose, di tenere duro”. Il problema con questo tipo di risposta, dice Fartade, è che non inquadra il fenomeno nella giusta prospettiva e lascia un ragazzino discriminato da solo con le sue paure e con il peso di sentirsi sbagliato per qualcosa su cui non ha potere. “La cosa che mi ha salvato è stata prenderla sul ridere, ma allo stesso tempo ero molto iarrabbiato. Molto più con gli adulti che con i miei coetanei”, spiega Fartade, “Non avevo grandi aspettative sui ragazzi della mia età, ma quando vedi adulti che non prendono una posizione netta o non dicono niente su questi problemi, hai solo paura di non avere un punto di riferimento al mondo”. Al suo secondo anno in Italia, Fartade era già stato eletto rappresentante d’istituto. Una piccola vittoria, certo, ma quantomai significativa per un adolescente in piena fase di ambientamento. “Avevo grandi idee su mille progetti da attuare, corsi di teatro ai quali dar vita. I ragazzi mi avevano dato fiducia, ma i loro genitori dicevano «perché un ragazzo straniero deve rappresentare una scuola di italiani?». Avevo solo 16 anni e questa cosa era un macigno che mi trascinava sul fondo. Ora di anni ne ho 34 e sono in grado di rispondere a tono, ma al tempo diventai tutto rosso, non riuscivo a capire e mi sentii in imbarazzo. Ero preparato a combattere contro il razzismo di ragazzi della mia età, ma non potevo nulla di fronte alla discriminazione di persone adulte”. La varie facce del razzismo “Ho vissuto diversi tipi di razzismo in diversi momenti della mia vita”, ha raccontato Adrian Fartade a Wired Italia, “Quando ero molto giovane, alle superiori, il problema principale era quello di non essere chiamato per nome, essere chiamato romeno. O sentir parlare in modo offensivo dei romeni, cosa che nei primi anni Duemila accadeva con una certa frequenza”. Fartade è arrivato in Italia nel 2002, quando aveva appena quindici anni, e ciò significa che più di metà della sua vita l’ha trascorsa in Toscana, luogo in cui ha vissuto, studiato recitazione e conseguito una laurea in Storia e Filosofia. Eppure, per qualcuno non ha mai smesso di essere “il romeno”. Adrian, la nuova avventura con Drusilla Foer
Recentemente per Adrian Fartade è iniziata una nuova avventura "Posso annunciarvi che sono su Raidue per una trasmissione meravigliosa, chiamata #Almanacodelgiornodopo con Drusilla Foer - annunci ain un post - e ho un piccolo segmento ricorrente, in cui parlo di storia della scienza, storia dell’astronomia e dell’esplorazione spaziale ed anniversari belli, interessanti e curiosi! E’ bellissimo lavorare con il team della trasmissione e sono troppo lusingato di vedermi lì affianco a Drusilla, che stimo immensamente! Spero che i pezzi vi piacciano, grazie davvero di cuore per i commenti ricevuti ieri dopo che era uscita in tv".
Il tutto nasce da un post precedente pubblicato dal creatore del canale YouTube Link4Universe: “Ho una paura assurda, ma non voglio più nascondere chi sono”. E così inizia a raccontarsi: “Vi devo raccontare una cosa ma sono così emozionato che mi tremano le mani e ho il cuore in gola a mille. ho passato giorni a pensare a che parole usare ma nessuna mi sembra giuste quindi cercherò di dirvelo e basta: ... ecco, non sono una persona binaria. Magari in futuro vi racconto tutta la storia dietro di come sono cresciuta e come ho vissuto la pressione sociale e culturale di avere un’espressione di genere (come appaio e come mi comporto) da uomo, per via della mia biologia e basta, nonostante io non mi sentissi in nessuno dei due generi, ed anzi, mi sembrava assurdo dovessero esserci 2 e basta, come se esistessero solo il bianco e nero e non milioni di sfumature tra di loro“. “Comunque - riprende il racconto intimo di Adrian Fartade - , ora sto cercando di trovare le forze per raccontarvi questo perché sto piangendo a scriverlo e non so come arriverò in fondo. Lo so che da fuori può non sembrarvi una cosa grossa, ma da dentro lo è un sacco, specie quando senti l’ostilità intorno. Crescendo avevo paura di esprimere qualsiasi cosa fosse fuori dal genere maschile per l’ostilità e odio intorno e quando ho provato mi hanno picchiato, lanciato vernice addosso perché avevo lo smalto, chiuso nel bagno femminile per ridere e tanto altro ancora. L’unico riferimento che avevo trovato era un concerto di David Bowie, perché mi sembrava fuori dallo schema dei generi, come mi sentivo anche io! Diventare molto conosciuto in questi anni mi ha bloccato xché avevo il terrore di perdere tutto se non apparivo come da aspettative ma dopo un anno di depressione e ansia e terapia per superarlo, non voglio più nascondere chi sono, anche perché voglio poter dire al me da piccola che non è sola, così come essere un esempio, nel piccolo, per chi mi vede, di come si può essere chi si è davvero!“ “Appena ho iniziato a truccarmi - prosegue - , ho iniziato a ricevere minacce, ho perso migliaia di voi su tutti i social, aggressioni fisiche per la strada, gente che grida insulti dalle macchine, carabinieri che mi chiedono perché sono truccato, gente che mi da calci fuori dalla metro, sputi per terra quando passo e molto altro. Fare questo post mi fa una paura assurda, perché so cosa mi aspetta, ma è il mese del pride, e il mese in cui si celebra che siamo ancora qui nonostante tutto e non sarò mai da meno! Quindi, anche se fa paura, eccomi.️⚧ pronomi: vanno bene tutti, ho usato tutti qui perché appunto potete sentirvi in totale libertà di usarli come preferite. Ora sono troppo emozionatə e mi tremano troppo le mani per rispondere a tuttə voi ma ci provo, intanto provo a non piangere che già sarebbe tanto! anche di gioia in realtà, perché sono ancora tremante all’idea che dopo tutto questo tempo sono ho fatto questo post“. Le reazioni “Se anche fosse stata fatta con le migliori intenzioni, il problema dell’azione dei media sta nel non averti permesso di costruire la narrazione che volevi tu, ma di aver imposto la loro visione su di te - il commento della sociolinguista e divulgatrice che da anni si occupa dei nuovi esperimenti linguistici, preferendo su tutti lo schwa