Per le donne d’Afghanistan l’aiuto arriva col bus. Un progetto tutto italiano le aiuta a creare micro imprese

Dopo la chiusura di Radio Begun, le donne afghane hanno perso anche uno degli ultimi spazi di libertà. Ma, in occasione della Giornata Internazionale della Giustizia Sociale, OTB Foundation ha lanciato un progetto innovativo

di EDOARDO MARTINI
21 febbraio 2025
Brave Business in a Bus, il progetto per sostenere le donne afghane

Brave Business in a Bus, il progetto per sostenere le donne afghane

Ieri, 20 febbraio, si è celebrato in tutto il mondo la Giornata Internazionale della Giustizia Sociale. La ricorrenza, istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2007, rappresenta un richiamo universale alla lotta contro le disuguaglianze, la disoccupazione e l'esclusione sociale. Tutte condizioni che ci rimandano inevitabilmente alla situazione delle donne in Afghanistan. Ed è proprio nello Stato dell'Asia meridionale che ci spostiamo. Qui OTB Foundation ha lanciato un progetto innovativo per sostenere le donne afghane, fornendo formazione, risorse e accesso a strumenti produttivi per costruire un futuro di indipendenza e speranza. 

L'obiettivo del progetto 

L'iniziativa, chiamata Brave Business in a Bus (BBB), il primo incubatore mobile di imprenditoria femminile del Paese, ha come intento quello di fornire supporto concreto alle donne afghane, aiutandole a creare micro-imprese grazie a consulenze gratuite in ambito imprenditoriale e manageriale, raggiungendole direttamente nei quartieri più poveri di Kabul, dove oltre il 90% della popolazione vive sotto la soglia di povertà e dove le donne affrontano limitazioni sempre più gravi ai loro diritti fondamentali.

“Le donne afghane sono la chiave per la rinascita sociale ed economica”

Il progetto, ideato da Selene Biffi, fondatrice di She Works for Peace (SWFP), però è anche una grandissima opportunità di emancipazione per le donne, come spiegato da Arianna Alessi, vicepresidente di OTB Foundation: “Brave Business in a Bus non è solo un'iniziativa che promuove l'imprenditoria femminile, ma una vera e propria opportunità di emancipazione per le donne in un contesto dove l'accesso alle risorse è estremamente limitato. In un Paese devastato da conflitti e restrizioni, queste donne sono la chiave per la rinascita sociale ed economica dell'Afghanistan“.

Come funziona l'iniziativa

Ma come funziona l'iniziativa? Semplice. Le donne afghane che lavoreranno da casa avranno accesso ad un programma di formazione completo, che comprenderà sia l'insegnamento pratico che la possibilità di usufruire gratuitamente di strumenti essenziali per la gestione di un'impresa, dando loro formazione, assistenza tecnica e accesso a piccoli macchinari.

Brave Business in a Bus si muoverà direttamente nelle aree più emarginate, si stima che solo in sei mesi assisterà oltre 1000 micro-imprese femminili nei quartieri più poveri di Kabul, offrendo corsi su marketing, contabilità, sviluppo del prodotto, gestione delle vendite e molto altro. Le donne partecipanti - molte delle quali madri, vedove o caregiver di persone disabili - riceveranno assistenza diretta che permetterà loro di acquisire competenze pratiche che miglioreranno la gestione delle loro attività e il loro impatto sul mercato. 

La formazione al centro di tutto

Qualche giorno fa abbiamo raccontato della chiusura di Radio Begun, la “radio delle donne per le donne", un colpo alla loro libertà e ai loro diritti. Ed è proprio questo il problema per le donne afghane: dover affrontare quotidianamente il presente, dove ogni giorno è buono per subire un nuovo affronto.

“In un contesto dove le opportunità di impiego sono altamente ridotte e al momento collegate a limitate aree quali l'istruzione primaria, la salute e l'imprenditoria a livello domestico, una delle poche possibilità è avviare piccole attività produttive da casa. Tuttavia, senza una formazione adeguata e con un'alfabetizzazione spesso limitata, la creazione di una micro-impresa diventa una vera e propria sfida. Brave Business in a Bus offre una risposta concreta a queste difficoltà, portando il supporto dove è più necessario“, aggiunge la vicepresidente.

Un raggio di sole in Afghanistan 

Insomma, un raggio, seppur piccolo, di sole, da quando i talebani hanno ripreso il potere. Le sfide sono tante ma come conclude Alessi: “La nostra missione è chiara: sostenere le donne afghane significa contribuire a creare le condizioni per un futuro in cui la dignità e i diritti di ogni donna possano essere finalmente rispettati, pur riconoscendo le sfide enormi che ancora oggi devono affrontare“.