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Afghanistan, le donne rischiano di nuovo la lapidazione per adulterio

Con un recente annuncio i Talebani hanno ripristinato la legge che ammette la brutale pratica di esecuzione per coloro che saranno ritenute colpevoli di aver tradito il marito

4 aprile 2024
Donne afghane

Donne afghane

In Afghanistan la lapidazione delle donne è diventata (di nuovo) una pratica ammessa dalla legge. I Talebani, tornati al governo da agosto 2021, hanno annunciato il ritorno a questa questa (brutale e inumana) antica forma punizione per coloro che saranno ritenute colpevoli di adulterio.

Le cittadine afghane, già vittime di una forte repressione e segregazione a livello sociale (non possono andare a scuola, fare viaggi, lavorare nella maggioranza degli impieghi, frequentare parchi pubblici o strutture ricreative e sportive, giusto per fare alcuni esempi) sono ancora una volta le destinatarie di una legge che ne limita qualsiasi forma di autonomia e libertà personale.

La Fondazione Pangea onlus sostiene che quello che sta avvenendo in quel Paese “è un vero apartheid verso le donne. Le donne in Afghanistan hanno sempre più paura, ma continuano a resistere. Pangea non ha mai lasciato l’Afghanistan e, grazie a coraggios* attivist* , continua a lavorare ‘nel silenzio’ con le donne e per le donne, anche attraverso il supporto psicologico per accompagnarle nella resistenza. Insieme non possiamo lasciamole sole!”.

La giornalista indipendente Ruchi Kumar, che si occupa di conflitti e politica con particolare attenzione allo stato guidato dai Talebani, parlando con la tv americana NPR ha spiegato che da quando sono tornati al potere questi hanno riniziato a praticare “la lapidazione e la fustigazione” in vere e proprie “esecuzioni pubbliche”. 

Solo che “l’ultimo annuncio del leader supremo è significativo perché si concentra in modo specifico sulle donne. Credo che il motivo sia che i Talebani hanno capito che i diritti delle donne sono un tema scottante per l'Occidente. E penso che sia un modo per loro di esprimere le proprie frustrazioni, credo, nei confronti proprio dell'Occidente, perché hanno cercato – almeno negli ultimi due anni – di essere visti come un governo legittimo, di ottenere un riconoscimento, cosa che non è avvenuta. Quindi credo che questo sia stato il loro modo di vendicarsi. Potrebbe essere un messaggio per il pubblico occidentale: ‘Abbiamo sentito le vostre preoccupazioni sui diritti delle donne, ma non ci interessa’”.