Alain Delon, addio a viso d’angelo sedotto dalla morte: la malattia e i dolori in famiglia

Sex symbol, icona del cinema francese e divo per antonomasia, si era ritirato dal mondo del cinema negli anni ‘90. Malato da tempo, aveva fatto parlare di sé per la possibilità di ricorrere l’eutanasia

di MARIANNA GRAZI -
18 agosto 2024
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(FILES) French actor Alain Delon poses during a photocall before being awarded with an Honorary Palme d'Or at the 72nd edition of the Cannes Film Festival in Cannes, southern France, on May 19, 2019. French film legend Alain Delon has died at the age of 88, his three children told AFP in a statement on August 18, 2024, following a battle with ill health. (Photo by CHRISTOPHE SIMON / AFP)

Addio al divo francese Alain Delon. Viso d’angelo dagli inconfondibili occhi blu è riuscito alla fine a conquistare la morte tanto sedotta negli ultimi anni. Il decesso è avvenuto questa mattina nella sua casa di Douchi. Aveva 88 anni ed era affetto da un linfoma

Nato l'8 novembre 1935 a Sceaux, nel nord della Francia, figlio del gestore di un piccolo cinema e di una commessa, Alain Delon soffrì molto per la separazione dei genitori: si sentiva infatti diviso tra due famiglie. Quando aveva quattro anni, venne affidato a una famiglia adottiva. Lasciata la scuola a 14 anni, si barcamenò tra diversi lavori. Fino all'inizio della sua carriera cinematografica, il cui successo è inestricabilmente legato a Luchino Visconti. “Rocco e i suoi fratelli” prima (nel 1960) e “Il Gattopardo” poi (1963) lo consacrano come uno dei più noti volti del cinema mondiale. 

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La vita sentimentale 

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Nek 1959 un giovanissimo Alain Delon con Romy Schneider (Photo by AFP)

Particolarmente movimentata la sua vita sentimentale: prima ancora di porre fine alla relazione con Romy Schneider, avviata nel 1958 sul set di “L'amante pura”, ebbe una storia con la cantante Nico, dalla quale nel 1962 ebbe un figlio, mai riconosciuto. Due anni dopo sposò Francine Canovas, con la quale ebbe il figlio Anthony e dalla quale divorziò nel’68. Da quell’anno e per i successivi 15 fu legato all’attrice Mireille Darc, mentre dall’87 al 2001 ebbe al fianco la modella Rosalie van Breemen, madre di Anouchka e Alain-Fabien.

Al suo fianco, negli ultimi tempi della sua vita, c'era la contestatissima Hiromi Rollin, 66 anni, aiuto regista da trenta al fianco dell’attore, prima come assistente poi come compagna. Uscito dai riflettori cinematografici dagli anni ‘90, l’attore francese naturalizzato svizzero (dove risiedeva) era tornato sulle prime pagine dei giornali nell'estate del 2023, quando proprio i figli hanno presentato una denuncia contro la donna, accusandola di maltrattamenti, “circonvenzione di incapace” oltre che di mire sull’eredità del divo. 

L’apertura all’eutanasia: sedotto dalla morte

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L'attore con la figlia Anouchka Delon nel 2007 (Photo by Anne-Christine POUJOULAT / AFP)

Lui, ormai segnato dai primi segni della malattia – nel 2019 era stato colpito da un ictus – aveva fatto testamento proprio “affinché la mia eredità non si trasformi in motivo di contesa tra i miei discendenti”, dicendosi nel contempo pronto a ricorrere all’eutanasia (legale in Svizzera) “se un giorno non ce la farò più. Da una certa età, da un certo momento – aveva annunciato – si ha il diritto di andarsene tranquillamente, senza passare per ospedali, iniezioni e così via”. 

Gli ultimi anni: il cancro, la depressione e la guerra tra i figli

Ben più del peso degli anni e dell’orrore nel vedere allo specchio la sua leggendaria bellezza sfiorita (“Invecchiare è fastidioso”, ripeteva), a minare la sua voglia di vivere c’era stato l’ictus (destino condiviso col suo eterno amico-rivale Jean-Paul Belmondo) e poi la diagnosi di un linfoma lentamente insinuato nei polmoni. Da combattente irriducibile il vecchio leone aveva salito ancora un’ultima volta la scalinata di Cannes nel 2019 per una Palma d’Oro alla carriera che risarciva l'unico Prix César ottenuto come riconoscimento ai suoi personaggi. Tra le lacrime aveva pronunciato un discorso dai toni testamentari: “È un po' un omaggio postumo, ma in vita”.

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Delon al Festival di Cannes 2019 per ricevere la Palma d'Oro alla carriera (EPA/IAN LANGSDON)

Poi si è piegato definitivamente alla solitudine, una segreta compagna che in più momenti della vita l'aveva accompagnato nel tunnel della depressione. Forse già immaginava che i dolori, quella contesa tanto scongiurata tra i suoi eredi, ci sarebbe poi stata, tanto che ha segnato indelebilmente gli ultimi anni della sua vita. I suoi tre figli hanno intrapreso infatti una vera e propria guerra fratricida sui media e nei tribunali, riguardo allo stato di salute del pade, che soffriva a causa di di un linfoma e che, negli ultimi mesi, era stato posto sotto tutela giudiziaria. 

La personalità affascinante e autodistruttiva

Tormentato e controverso, ormai da tempo malato e lontano dai riflettori,  a dare l’annuncio della morte sono stati proprio i figli, per una volta ancora riuniti nell’ “Estremo dolore”. ‘Angelo malvagio’, ‘sole nero della settima arte’, non si contano gli epiteti con cui oggi viene ricordato questo artista che affascinava e divideva allo stesso tempo. Delon è stato una vera star dell'epoca d'oro del cinema francese, noto per il suo personaggio da duro sullo schermo in pellicole cult.

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Alain Delon (Photo by GEORGES BENDRIHEM / AFP)

La sua bellezza e il suo magnetismo hanno affascinato i più grandi registi, senza che ciò bastasse a placare i suoi demoni. Ombra e luce, è questa la dualità che l'attore ha incarnato per tutta la sua vita. Una personalità che non ha mai cercato di essere amata e ha mostra la sua amarezza e il suo tormento fino alla misantropia. Alain Delon ha “una personalità abbastanza autodistruttiva e alla ricerca della propria identità”, ha detto il Joseph Losey. “Il meglio e il peggio, entrambi inaccessibili e cosi' vicini, freddi e brucianti”, ha riassunto Brigitte Bardot in occasione dell'ottantesimo compleanno dell'artista.