Aggressione omofoba a coppia gay: quando i vicini di casa sono i tuoi nemici

Due impiegati di Roma, uniti civilmente dal 2013, da oltre due anni fanno i conti con insulti e aggressioni fisiche con panni imbevuti di acido e varechina da parte dei condomini

di Redazione Luce!
18 gennaio 2025
Coppia gay vittima dell'omofobia dei vicini di casa

Coppia gay vittima dell'omofobia dei vicini di casa

Siete malati, siete animali, dovete lasciare il condominio”. Marco e Andrea, 53 anni il primo, 51 il secondo, sono una coppia di uomini, impiegati entrambi, uniti civilmente dal 2013, che vivono in un palazzo come tanti, a Roma Est, in un appartamento acquistato 20 anni fa con mutuo. Una coppia come migliaia di altre coppie che abitano nella Capitale. Peccato però che il loro orientamento sessuale – sono gay, come avrete capito –  fa dli loro dei ‘malati’, etichettati come ‘animali’, da chi ha rivolto ai due quelle parole discriminatorie, di vero e proprio odio omofobo.

Un incubo a occhi aperti, vissuto in quello che dovrebbe essere un luogo sicuro, un rifugio, la loro casa, il condominio in cui risiedono. Insulti continui, offese verbali e veri e propri attacchi alla loro salute, con panni intrisi di acido e varechina lasciati davanti alla loro abitazione che hanno causato ai due uomini gravi problemi respiratori. 

Vittime di un’aggressione omofoba da parte di alcuni vicini, una famiglia composta da marito, moglie, due bambini piccoli e un cane, che si sono trasferiti nel 2022 sullo stesso pianerottolo del palazzo. La quotidianità di Andrea e di Marco, da quel momento, è stata stravolta, non passava giorno che non finissero nelle mire dei vicini.

La denuncia dell’aggressione

Così, il 18 dicembre scorso, esasperati e “visto il disinteresse dell’amministrazione” si legge nell’edizione locale di Repubblica, hanno sporto denuncia per atti persecutori e stalking. Ma – ecco il dramma nel dramma – nel frattempo non possono cambiare casa dato che stanno ancora pagando un mutuo. 

Nei verbali della denuncia, riporta ancora il quotidiano, sono contenute anche le registrazioni audio delle minacce, i referti medici firmati dagli specialisti del Policlinico Umberto I e dell'ospedale Sandro Pertini di Roma. Ad esempio, alla data 11 maggio scorso si legge che Andrea  “accusa da un anno vomito, bruciore epigastrico, spasmi addominali in relazione all’inalazione di sostanze chimiche provenienti dalla proprietà confinante”. Anche Marco risultava essere “affetto da allergopatia respiratoria, con ipotermia diffusa delle mucose nasali".

Costretti a vivere rintanati in casa, denunciano i due alle forze dell’ordine, arrivati addirittura – c’è  il riscontro di una psicologa che ha visitato il 53enne in ospedale a luglio – a pensieri suicidari, Marco e Andrea hanno provato a rivolgersi agli altri abitanti del palazzo, prima di procedere con la denuncia vera, “ma siamo stati minacciati ancora, persino di fronte all’amministratore condominiale”. Ora però il problema resta, legato all’impossibilità dei due di trasferirsi altrove per via delle rate del mutuo ancora da saldare.

La delibera contro l’omotransfobia 

“A loro va tutta la nostra solidarietà e sostegno e chiediamo alle autorità di intervenire tempestivamente contro gli aggressori. Proprio per prevenire contrastare episodi come questo, ed in assenza di una legge nazionale contro l'omobitransfobia, come Partito Gay LGBT+, con il M5S ed il PD abbiamo presentato in Campidoglio una Delibera contro l'omobitrasnfobia, e invitiamo tutte le forze politiche a sostenere la delibera, anche con integrazioni come già depositate da alcuni consiglieri, inoltre l'avv. Marina Zela, di Partito Gay LGBT+, si è resa disponibile ad accogliere suggerimenti ed integrazioni per formulare emendamenti per l'assemblea capitolina. È importante che Roma capitale dia un segnale concreto”, dichiara Fabrizio Marrazzo, Portavoce del Partito Gay LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale.

Intanto a Milano oggi, 18 gennaio, dalle ore 15 in piazza Castello, si  tiene una manifestazione pacifica per dire basta all’omobitransfobia, dopo i cinque episodi aggressivi registrati solo nelle ultime settimane nel nostro Paese, da Roma al capoluogo lombardo passando per Bologna.