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Un domani senza Alzheimer: 300.000 euro a cinque giovani under 40 impegnati nella ricerca

I riconoscimenti sono stati assegnati grazie al Bando AGYR 2023 promosso da Airalzh Onlus per contribuire allo sviluppo della Ricerca medico-scientifica sulle forme di demenza. Abbiamo parlato con una delle due ricercatrici premiate

di CATERINA CECCUTI -
19 marzo 2024
Airalzh 2023

Airalzh 2023

Sono Claudia Carrarini, Lorenzo Gaetani, Arianna Menardi, Fausto Roveta e Giacomo Siano i cinque ricercatori under 40 che – con i loro progetti di ricerca – si sono aggiudicati i 300mila euro del Bando AGYR 2023 (Airalzh Grants for Young Researchers), attraverso il quale l’associazione toscana Airalzh Onlus si impegna per promuovere “un domani senza Alzheimer”.

“Con i 300mila euro stanziati per il Bando AGYR 2023 – spiega la presidente Alessandra Mocali – abbiamo toccato quota 1.2 milioni di euro stanziati in quattro anni, per finanziare lo sviluppo di un totale di 26 progetti di ricerca, condotti da altrettanti giovani ricercatori sul tema della diagnosi precoce dell’Alzheimer e degli stili di vita.

Oltre 100 le domande di adesione al bando ricevute, tra le quali sono state selezionate quelle che meglio rispecchiano il nostro obiettivo: contribuire, giorno dopo giorno, allo sviluppo della ricerca medico-scientifica sulle demenze e sull’Alzheimer, ossia una malattia ‘silente’ che, a causa dell’invecchiamento della popolazione, è destinata a crescere sempre di più. Con i Bandi AGYR – continua la Professoressa Mocali - diamo un’opportunità a dei giovani ricercatori, di sviluppare carriere indipendenti e, allo stesso tempo, portare avanti la ricerca di valore in Italia”. 

I vincitori del Bando AGYR 2023 svilupperanno i rispettivi progetti di ricerca in Università e Centri d’eccellenza in tutta Italia (da Roma a Torino, da Pisa a Perugia, fino a Padova). Abbiamo parlato con la dottoressa Arianna Menardi, ricercatrice nel dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova – con trascorsi di studio alla University of Liverpool ed Harvard medical school – che attualmente sta lavorando allo “Studio delle alterazioni nelle connessioni funzionali del cervello come indicatori precoci della Malattia di Alzheimer nelle persone a rischio”.

Dottoressa Menardi, stiamo parlando di possibili segnali predittivi della patologia? “Sì, con questo progetto si punta a studiare la presenza di alterazioni nella comunicazione tra le diverse aree cerebrali, che si ipotizzano essere presenti negli stadi primordiali della patologia, prima ancora dell’insorgenza dei sintomi. Vede, in un sistema complesso come il cervello, si crede che queste alterazioni definiscano una “mappa” spaziale che guida l’emergere di successivi danni cerebrali e si ipotizza anche che queste mappe di alterazione nella comunicazione cerebrale siano specifiche per patologia. Questo permetterebbe di distinguere precocemente tra la malattia dell’Alzheimer ed altre forme di demenza.”

Dunque una sorta di “campanello di allarme”. Ma di quali alterazioni stiamo parlando? “Nello specifico della perdita di sincronia tra aree del cervello che normalmente lavorano in sincrono. Se lo studio dovesse avvalorare questa ipotesi, l’identificazione precoce dei suddetti segnali darebbe ai medici la possibilità di intervenire tempestivamente con terapie cognitive utili a mantenere le funzioni del paziente il più a lungo possibile, ostacolando sintomi tipici dell’Alzheimer come la perdita di memoria e dell’indipendenza nella vita quotidiana.”

Come verrà condotto lo studio e quando partirà? “Il progetto è partito il 15 febbrai scorso, proprio grazie al finanziamento ricevuto, e si protrarrà per i prossimi due anni (speriamo anche oltre). Per condurlo utilizzeremo dati provenienti da Adni (Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative), ossia uno studio multisito che mira a migliorare gli studi clinici per la prevenzione e il trattamento del morbo di Alzheimer. Potremo avvalerci di dati derivanti da risonanza magnetica funzionale, per comprendere le attività cerebrali del paziente, e test volumetrici della materia grigia, comparandoli anche con risultati di successive risonanze eseguite nel corso del tempo sullo stesso paziente. Quello che cerchiamo è il segnale di alternazione nell’arrivo del flusso sanguigno, che non è necessariamente patologico, ma che può essere indicativo di successivi malfunzionamenti.”

Di quanti casi avrete bisogno per il vostro studio? “Speriamo di poter accedere ad almeno un centinaio di casi, monitorandone il passaggio dallo stato normale a quello patologico. A collaborare con me alla ricerca saranno ricercatori di Padova, Pavia ma anche francesi, perché ogni centro di ricerca ha le proprie specificità.” Lei è l’unica ricercatrice donna della squadra? “Assolutamente no, anzi, il nostro gruppo è composto per il 60% da donne, e questo è bello. Nel gruppo si respira un’atmosfera di parità, in cui le colleghe sono stimate e altamente rispettate per la loro bravura.”

Contemporaneamente alla comunicazione dei vincitori dei bandi AGYR 2023, Airalzh Onlus ha pubblicato il Bando AGYR 2024. Rivolto a ricercatori Under 40, prevede anche quest’anno lo stanziamento di 300mila euro per finanziare progetti di ricerca su diagnosi precoce della malattia di Alzheimer, prevenzione e stili di vita.