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Lanfri conquista l’Aconcagua, vetta più alta delle Ande: "La meningite mi ha dato la voglia di andare avanti"

All'atleta paralimpico mancano ora solo tre cime per essere il primo pluri-amputato a collezionare le Seven Summits. Otto anni fa, il 21 gennaio, il ricovero per la meningite fulminante

di MAURIZIO COSTANZO -
25 gennaio 2023
Andrea Lanfri

Andrea Lanfri

Nuova impresa per Andrea Lanfri, che ora ha raggiunto la vetta dell’Aconcagua. Dopo essere stato il primo atleta con pluri-amputazioni a scalare l'Everest ora il 36enne lucchese ha raggiunto la cima più alta delle Ande e del Sud America, prima il 16 gennaio e poi nuovamente alcuni giorni dopo. Ripartendo dal campo base il 21 gennaio, data significativa per l'atleta: lo stesso giorno otto anni fa fu colpito dalla meningite fulminante con sepsi meningococcica sfociata poi nell'amputazione di entrambe le gambe e di sette dita delle mani.

La nuova impresa di Andrea Lanfri per conquistare le Seven Summits

Da quel momento ha iniziato una sfida con se stesso e col destino, una vita in salita portata avanti con una determinazione e una forza fuori dal comune. Con un obiettivo: scalare le sette vette più alte di ogni continente. E ora, per realizzare il suo progetto delle Seven Summits, gliene mancano solo tre. L’atleta e alpinista paralimpico è già salito in cima al Monte Bianco nell’estate del 2020, e nel 2022 ha 'conquistato' oltre all'Everest anche il Kilimangiaro. Se riuscisse nell’impresa, sarebbe il primo pluri-amputato a collezionare le sette cime. Ora gli mancano Denali, per il Nord America, Monte Vinson per l'Antartide e Puncak Jaya o Monte Kosciuszko, per l'Oceania.

Il post su Facebook: "Otto anni fa la meningite, non potevo festeggiare meglio l'anniversario"

A dare l’annuncio dell’impresa è stato lo stesso Lanfri su Facebook: "Non appena il meteo me lo ha permesso - ha scritto - ho messo in atto ciò che stavo organizzando da giorni e giorni chiuso in tenda aspettando il momento giusto per la salita. Quando è venuto il momento di mettersi in marcia dal Campo Base a C2 mi è venuto da sorridere. Ho iniziato l'ascesa in due step il 21 gennaio, ed esattamente 8 anni prima venivo ricoverato in ospedale per via delle meningite. Non potevo festeggiare questo anniversario in modo migliore se non scalando la vetta più alta dell'America del Sud; la meningite mi ha solo dato la voglia di andare avanti, anzi, in alto!".

Andrea Lanfri sulla cima dell’Aconcagua, la vetta più alta delle Ande

"La salita in due giorni è decisamente lunga – ha spiegato -. Però avendo già portato su tanto materiale durante la fase di acclimatamento, sono riuscito ad ascendere abbastanza scarico. 1200 metri circa di dislivello in poco meno di 5 ore da CB a C2 (5600 mslm), sveglia alle 3 di mattina e via si riparte. La partenza da C2 è stata un'esperienza unica e che ancora non mi era capitata: ero totalmente solo, circondato dal buio della notte con la luna che faceva brillare la neve sotto i ramponi. Solo dopo 4 ore di cammino sono riuscito ad intravedere qualche bagliore dei frontalini di altri alpinisti che però salivano dal C3 verso la vetta. Arrivato in cresta, sembra che sia tutto fatto, vedo la vetta che è proprio lì. Ma aimè sembrava di camminare sul tapis roulant, non arrivava più. Insomma, testa bassa e in marcia. Dopo altre 3 ore di cammino riesco finalmente a toccare la croce, ci sono riuscito! Per me è stata una delle cose più emozionanti soprattutto per l'anniversario particolare, ma anche perchè è stato un test impegnativo per quello che mi ero allenato: 22 gennaio vetta 1600 m di salita attiva in alta quota, 14 ore totali andata e ritorno da C2 per la vetta. Muchas gracias Argentina!”.