Una Casa Arcobaleno per le persone LGBTI vittime di violenze e omofobia. L’associazione Arcigay Gioconda Reggio Emilia ci sta riuscendo. A tre settimane dalla sua conclusione, infatti, la campagna di raccolta fondi promossa per sostenere l’apertura della prima Casa Arcobaleno di Reggio Emilia ha quasi raggiunto gli 8mila euro. L’abitazione sarà messa a disposizione di quattro persone LGBTI che non hanno un tetto perché rifiutate dalla famiglia o dalla comunità di origine.
L’obiettivo della campagna promossa da Arcigay Gioconda Reggio Emilia è quello di raggiungere tramite la raccolta fondi circa 10mila euro entro il 7 febbraio per finanziare e sostenere i costi dell’appartamento, per realizzare piccole opere di ristrutturazione, l’arredamento e il sostentamento delle persone accolte per il primo periodo di vita nella Casa Arcobaleno. “Vogliamo creare – sottolinea l’associazione – un luogo accogliente e sicuro per permettere alle persone in difficoltà di riprendersi e costruirsi un nuovo percorso di vita. Dal dormire al mangiare, fino al supporto psicologico e alla ricerca attiva del lavoro”. Tra le ricompense previste per chi dona nella raccolta fondi è prevista anche la possibilità di scegliere a chi intitolare una delle camere della Casa Arcobaleno, che a trent’anni dalla sua scomparsa, è stata intitolata allo scrittore di Correggio, in provincia di Reggio Emilia, Pier Vittorio Tondelli, quale ringraziamento speciale per il sostegno al progetto. Per volere dell’attivista Claudio Borri, la prima camera sarà dedicata a Bingo, tra le prime persone ad essersi iscritte ad Arcigay Gioconda e storico fotografo dell’associazione. “Voglio ricordare la figura di un uomo mite – spiega Borri – che sulla sua pelle aveva scontato il peso di non essere accettato dalla famiglia. Quindi ci tenevo a dare il nome di questa persona proprio perché una Casa Arcobaleno serve anche per vincere la solitudine”.