La presidente del Consiglio
Giorgia Meloni in copertina sul settimanale ’Grazia’, che sarà in edicola da domani. “Oggi si rivendica il diritto unilaterale di proclamarsi donna oppure uomo al di là di qualsiasi percorso, chirurgico, farmacologico e anche amministrativo le sue parole - . Maschile e femminile sono radicati nei corpi ed è un dato incontrovertibile. Tutto questo andrà a discapito delle donne? Credo proprio di sì: oggi per essere donna, si pretende che basti proclamarsi tale, nel frattempo si lavora a cancellarne il corpo, l’essenza, la differenza. Le donne sono le prime vittime dell’ideologia gender. La pensano così anche molte femministe”. Così la premier in una intervista in occasione della
Festa della Donna.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni in copertina sul settimanale ’Grazia’
"Si rivendica il diritto unilaterale di proclamarsi donna oppure uomo al di là di qualsiasi percorso, chirurgico, farmacologico e anche amministrativo. Maschile e femminile sono radicati nei corpi ed è un dato incontrovertibile". A dirlo è il presidente del Consiglio,
Giorgia Meloni – in un’intervista a
Grazia –, per il quale tutto ciò "andrà a discapito delle donne. Oggi per essere donna si pretende che basti proclamarsi tale, nel frattempo si lavora a cancellarne il corpo, l’essenza, la differenza". A sostegno del premier si schiera Arcilesbica, da tempo in rotta col resto del mondo
Lgbt. "Sono d’accordo con la Meloni sul fatto che dare la possibilità ad un uomo di dichiararsi donna, al di là di qualsiasi percorso chirurgico, farmacologico e amministrativo, danneggi le donne", è il commento della presidente di
Arcilesbica, Cristina Gramolini.
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni
La querelle in corso
Giorgia Meloni critica apertamente l’ideologia gender e spacca il fronte femminista. “Tutto questo andrà a scapito delle donne e le danneggerà“, dice la premier in un’intervista al settimanale ’Grazia’: parole, le sue, capaci di aprire un fronte di pro e contro anche negli ambienti che si battono da sempre per la causa della parità. Se c’è chi bolla il pensiero della premier come “un’operazione strumentale“ che nulla a che fare il principio di uguaglianza ed esiste solo nei racconti degli estremisti
anti-Lgbt+, c’è anche chi - come Arcilesbica- concorda con la premier in quanto “un uomo non può essere donna per autodichiarazione“. Nell’intervista Giorgia Meloni lamenta che “oggi si rivendica il diritto unilaterale di proclamarsi donna oppure uomo al di là di qualsiasi percorso, chirurgico, farmacologico e anche amministrativo“. La leader di Fratelli d’Italia ricorda che
maschile e femminile sono radicati nei corpi ed è “un dato incontrovertibile“ e sostiene che tutto ciò andrà “a discapito delle donne perchè per essere appunto donna si pretende che basti proclamarsi tale, nel frattempo si lavora a cancellarne il corpo, l’essenza, la differenza“. La presidente del consiglio ribadisce che “le prime vittime dell’ideologia gender sono le donne“ e conclude: “La pensano così anche molte femministe“.
La posizione di Arcilesbica
E in effetti Arcilesbica concorda. La presidente
Cristina Gramolini si dice “d’accordo» con la Meloni proprio sul fatto che dare la possibilità ad un uomo di dichiararsi donna, al di là di qualsiasi percorso chirurgico, farmacologico e amministrativo, danneggi le donne“. “Concordo con il fatto che non si può saltare il corpo sessuato - spiega Cristina Gramolini - , cioè non si è donna essendo di sesso maschile per la sola autodichiarazione, questo nuocerebbe alla realtà e alle donne, ad esempio negli sport femminili o nelle politiche di pari opportunità“. Ma è anche dell’avviso che “l’ideologia gender è giusta quando si dice che si è uomini e donne nel tempo in modi diversi, che non è naturale la maschilità e la femminilità, mentre è naturale il corpo femminile e maschile. I ruoli sessuali sono storici, i corpi sono naturali“. Ma, almeno per ora, è una posizione isolata. E secondo alcuni nasce da lontano, come ricorda una militante di
Non Una di Meno: “Non mi stupisce che una parte di femminismo sia in sintonia con Meloni perché storicamente esclude e non riconosce le donne trans come donne. Questo però non è il nostro
femminismo“. Per la
presidente nazionale dell’Arcigay Natascia Maesi quella che Meloni definisce “sommariamente ‘proclamazione’ non è un atto arbitrario, un’alzata d’ingegno, un vezzo o un capriccio, è l’affermazione della propria identità di genere“.
Identità di genere e autodeterminazione
E su questo punto tutte le associazioni rivendicano il diritto all’
autodeterminazione di ogni persona, “perché chi ha una identità di genere non conforme alle aspettative sociali non è una minaccia per la società, né tanto meno per le donne“. “Per Giorgia Meloni sembra ci siano orde di uomini che si vorrebbero autodichiarare donne per ricevere chissà quali vantaggi: un’idea priva di senso in un mondo in cui essere donna - sostiene
Non Una di Meno - non è un elemento che porta privilegi o vantaggi“. Anzi, ricorda Antonella Veltri, presidente D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza- “più che essere vittime della non meglio definita teoria gender, le donne continuano a subire la violenza maschile“.