Brasile, congedo di maternità anche per le donne “non gestanti” nelle coppie omogenitoriali

Lo ha stabilito la Corte suprema del Paese accogliendo il ricorso di una donna a cui era stato negato il diritto dal datore di lavoro. Per i giudici una misura necessaria “nel rispetto costituzionale della tutela dei minori”

di MARIANNA GRAZI -
15 marzo 2024
Una coppia di donne con il figlio

Una coppia di donne con il figlio

Le donne “non gestanti” di coppie omogenitoriali avranno diritto al congedo di maternità “per un periodo equivalente alla licenza di paternità”. Insomma è come dire che il ruolo di genitrice è riconosciuto tanto a quella che ha portato in grembo il figlio o la figlia per nove mesi e l’ha poi partorit*, quanto all’altra donna della coppia, spesso madre genetica (per quelle che scelgono di donare i gameti e ovuli per la fecondazione in vitro da impiantare poi nell’utero della compagna) e comunque mamma a tutti gli effetti di quel* bambin* voluto da entrambe. 

La decisione in Brasile 

Brasile, congedo di maternità esteso anche alle donne non gestanti nelle coppie dello stesso sesso
Brasile, congedo di maternità esteso anche alle donne non gestanti nelle coppie dello stesso sesso

Lo ha deciso invece la Corte suprema del Brasile esprimendosi a favore di un ricorso presentato da una donna che si era vista negare il diritto dal proprio datore di lavoro.

Per i giudici “nonostante il diritto non sia espressamente indicato dalla legge”, deve essere garantito “nel rispetto costituzionale della tutela dei minori”. In questo senso “il congedo è inteso a tutelare anche le madri adottive e le madri non incinte nelle unioni omosessuali, le quali, pur non vivendo i cambiamenti tipici della gravidanza, si fanno carico di tutti gli altri ruoli e compiti che spettano loro nell'ambito della formazione dei legami familiari”. Un dato di fatto, per la Corte brasiliana: non sono (solo) la gravidanza e il parto a rendere genitrice, ma una mamma è colei che si prende cura dei propri figli e figli, li cresce al meglio delle sue possibilità, pur non avendo con loro alcun legame di sangue.

In Brasile il congedo di paternità ha una durata generale di cinque giorni, ma in alcuni casi può arrivare a 20.

La situazione in Italia 

No, purtroppo non accade in Italia, salvo rarissimi casi – come quello di Gaia, dipendente di banca che è riuscita ad ottenere da questa il congedo di ‘paternità’ e che vi avevamo raccontato qui –. Perché nel nostro Paese la donna che non partorisce, la maggior parte delle volte, non è nemmeno considerata genitore di quel* figli*, se non dopo lunghe battaglie legali per arrivare a una – spesso insoddisfacente – adozione. Donne di serie B a tutti gli effetti, che non solo non sono considerate mamme agli occhi della legge – vi risparmiamo la solita storia dei mancati riconoscimenti all’anagrafe dei* bambin* nat* da fecondazione assistita all’estero – ma non possono nemmeno svolgere quel ruolo se non a costo di prendersi magari una pausa del lavoro, sempre che i datori siano disposti a dargliela, o a sfruttare le ferie, per stare al fianco delle mogli e compagne durante i primi mesi dopo la nascita e permettere magari loro di tornare al loro impiego.