Bulgaria, vietata la “propaganda” Lgbt+ nelle scuole: approvata la legge sul modello russo

La misura, proposta dal partito di estrema destra Rinascita, impedisce anche l’incitamento e la promozione di tutto ciò che abbia a che fare con “orientamenti sessuali non tradizionali e/o la determinazione di un’identità di genere diversa da quella biologica”

7 agosto 2024
La Bulgaria vieta la propaganat Lgbt+ nelle scuole

La Bulgaria vieta la propaganda Lgbt+ nelle scuole

Il parlamento bulgaro ha vietato la “propaganda” Lgbt+ nelle scuole. È stata infatti approvata oggi una legge presentata dal partito di estrema destra Rinascita (Vazrazhdane) che vieta la promozione, la difesa o l’incitamento di qualsiasi cosa attenga alla comunità Lgbt all’interno del sistema educativo. Una misura molto simile a quella esistente in Russia e nella vicina Ungheria.

La legge contro la propaganda Lgbt+

Il testo, approvato con 135 voti favorevoli e 57 contrari, con 8 astenuti, impedisce “la propaganda, nonché la promozione e l'incitamento in qualsiasi modo, direttamente o indirettamente, di idee e punti di vista legati ad orientamenti sessuali non tradizionali e/o la determinazione di un’identità di genere diversa da quella biologica”.

I deputati hanno definito “orientamento sessuale non tradizionale” quello “diverso dai concetti generalmente accettati e integrati nella tradizione giuridica bulgara di attrazione emotiva, romantica, sessuale o sensuale tra persone di sesso opposto", secondo l'agenzia di stampa Bta. Per il partito Rinascita, la legge dovrebbe avere dunque “un impatto positivo” e “rafforzare i tradizionali valori cristiani della famiglia, dell'amore e del rispetto” secondo la tradizione culturale, educativa e giuridica della nazione.

“Ciò che hanno cercato di imporre per decenni in Bulgaria è fallito. La Bulgaria ha così dato un esempio positivo che altri Paesi presto potranno seguire”, ha detto il presidente del partito filorusso, Kostadin Kostadinov. La norma, come detto, è simile a quella approvata in Russia nel 2022, che vieta la propaganda Lgbt, la pedofilia e il cambio di genere. Altri Paesi europei, come la Georgia e l'Ungheria, hanno proposto misure simili. Intanto quello che si è svolto oggi nello Stato guidato da Dimităr Glavčev è voto a sorpresa nel mezzo di una “guerra culturale” alimentata dalle Olimpiadi di Parigi secondo le accuse delle ong.