Cagnolina lanciata da un’auto, la denuncia: “È stato mio padre, merita l’ergastolo”

La storia di Piccola, trovata agonizzante sul ciglio della strada a Ponzano Veneto e morta il giorno dopo, era rimbalzata sul web con foto e post che condannavano l’accaduto. La svolta è arrivata quando una ragazza ha indicato il genitore come responsabile

di Redazione Luce!
25 marzo 2024
La cagnolina Piccola (Facebook Enpa Treviso)

La cagnolina Piccola (Facebook Enpa Treviso)

“Quella che vedete – scrive la donna – è la vera ragione per cui il mio cane è morto, volete il nome del colpevole: eccolo. Proprio così, mio padre”. A volte non c’è legame di sangue che tenga: la disumanità del gesto basta e avanza per condannare senza scusanti quanto accaduto nei giorni scorsi a Ponzano Veneto, Treviso.

Cagnolina lanciata da un’auto muore tra le sofferenze 

La cagnolina Piccola (Facebook Enpa Treviso)
La cagnolina Piccola (Facebook Enpa Treviso)

Sicuramente vi sarete imbattuti anche voi nella tremenda storia di una cagnolina, Piccola, che è stata lanciata dal finestrino di un’auto e trovata agonizzante da un passante nelle ore successive. L’uomo, allertato dai guaiti che sentiva provenire dalla zona di cava Morganella, aveva trovato il cane in gravi condizioni avvolto in un lenzuolo e subito si era rivolto ai volontari dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa) i quali si erano messi in moto per cercare i responsabili dell’insensato gesto.  La cagnolina, che aveva 18 anni, era stata presa in cura da una clinica veterinaria ma nonostante gli sforzi era morta poche ore dopo per i traumi riportati. Altre ferite, invece, secondo i veterinari dimostravano anche pesanti maltrattamenti subiti in precedenza da Piccola.  “Vogliamo capire cosa è successo esattamente e vogliamo che il responsabile venga punito. Sarà fatta giustizia – aveva commentato Enpa via social – per una generazione che distrugge abbiamo le nuove generazioni che costruiscono”. 

Le indagini e l’appello del sindaco

A fare eco ai loro sforzi anche il sindaco di Ponzano Veneto, Antonello Baseggio, il quale aveva lanciato un appello alla cittadinanza perché chiunque fosse a conoscenza di qualche informazione si facesse avanti. “Il gesto di una persona ignobile per la quale il suo cane era diventato un peso – accusava il primo cittadino –. Non è accettabile un fatto come questo

L’episodio, che risale al 16 marzo scorso, era stato notato da alcuni passanti, richiamati dai lamenti dell'animale. “Come si fa a non pensare di farsi aiutare nel momento del bisogno? Se una persona non ha più la possibilità di accudire il proprio animale di affezione può rivolgersi agli organi e agli enti competenti”, concludeva il sindaco Baseggio ringraziando i carabinieri che si stavano occupando delle indagini, passando anche al vaglio le immagini delle telecamere della zona. Da qui sono riusciti a individuare e denunciare il colpevole, ma la svolta alle indagini, in realtà, è arrivata dai social. 

La denuncia di una ragazza: “È stato mio padre”

Via Instagram per la precisione: a denunciare per prima l'accaduto con diversi post sul suo account è stata infatti una giovane donna trevigiana ha indicato suo padre come responsabile della morte della sua cagnolina dopo averla presumibilmente lanciata da un'automobile in corsa. R.G., 20 anni, non si è fatta scrupolo di fronte alla parentela con l’uomo, perché, spiega: “Una persona del genere merita l’ergastolo”.

“Quella che vedete – ha scritto – è la vera ragione per cui il mio cane è morto, volete il nome del colpevole: eccolo. Proprio così, mio padre”. “Odio fare tutte queste storie, ma voglio che la gente sappia. Non accetto la morte di Piccola, nessuno si merita una morte del genere – conclude nel suo sfogo la ragazza –. Quello che chiedo è di diffondere il più possibile questa storia e che il colpevole paghi le conseguenze di aver fatto soffrire una creatura indifesa”.

Brambilla: “Inasprire le pene per chi maltratta gli animali”

Sul caso interviene anche Michela Vittoria Brambilla, deputata di Noi moderati, presidente dell'Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la Tutela dell'Ambiente, prima firmataria e relatrice dell'AC30, proposta di legge trasversale che inasprisce le pene per chi uccide e maltratta gli animali, attualmente all'esame, “non senza intoppi”, della commissione Giustizia della Camera.

"La vicenda di cui parliamo – afferma  – oltre a suscitare indignazione, dovrebbe far riflettere chi si oppone ad un'istanza che viene dal profondo della nostra società, da milioni di italiani stanchi di veder impuniti ripugnanti abusi a danno degli animali. Se una figlia arriva al punto di denunciare il padre, evocando su Instagram 'l'ergastolo', per aver inflitto al piccolo animale, che conviveva con la famiglia da 18 anni, una morte orribile, vuol dire che il sentimento di amore e di rispetto verso gli animali, e gli animali stessi di per sé, meritano la tutela penale che la mia proposta di legge, firmata da esponenti di quasi tutti i gruppi politici, cerca di assicurare loro”.

" I colleghi parlamentari e il governo ascoltino i messaggi che arrivano dalla società civile – aggiunge –. Non è più tempo di rinvii o di tentennamenti, ma di decisioni forti e chiare. Rivolgo quindi un appello a tutte le forze politiche affinché sostengano finalmente la riforma e i suoi contenuti, che rispondono alla nuova coscienza di amore e di rispetto per gli animali e i loro diritti che si è affermata nel paese".