Diffondono le sue immagini private e intime, ma dopo l’umiliazione viene pure licenziata: quando si dice il danno oltre la beffa. È accaduto a una (ormai ex) dipendente dell’AS Roma, dopo che un giocatore della Primavera le ha ha rubato dal cellulare un video di un rapporto intimo con il suo fidanzato, che si è scoperto essere anche lui in forze allo staff dei giallorossi (addirittura lo stesso filmato ritrarrebbe i due all’interno del centro sportivo) e poi le ha diffuse tra i corridoi di Trigoria, arrivando a dirigenti e agli altri giocatori, compresi quelli della prima squadra. Ma invece che prendere misure contro di lui il club ha licenziato lei (e il compagno) con l’accusa di “incompatibilità ambientale”.
La notizia, ripresa dai principali quotidiani, ha immediatamente sollevato un polverone di polemiche, ma dalla società non arrivano al momento commenti.
I fatti
Lo scorso autunno un giovane calciatore ha sottratto il telefono alla ragazza (una 30enne impiegata della Roma) diffondendo poi un video che ritraeva la donna in un momento di intimità con il suo compagno. Immagini private che, ovviamente, la vittima non si aspettava certo diventassero di dominio pubblico, immediatamente virali tra giocatori e dipendenti del club guidato dalla Ceo greca Lina Souloukou. Un'umiliazione plateale a cui non solo non è seguito un risarcimento o perlomeno delle scuse, ma che le è addirittura costata il posto.
Il club capitolino, infatti, venuto a conoscenza dell’episodio, ha deciso per il licenziamento della donna e non per l’allontanamento di chi aveva sottratto il telefono e diffuso il filmato. Contro di lui non è anzi stata presa alcuna misura. La ragazza si sarebbe rivolta a un avvocato per contestare il licenziamento ed eventualmente chiedere un risarcimento danni, mentre il rimborso per il mancato preavviso le sarebbe già stato dato.
Le critiche
Intanto, immancabili, sono scattate le critiche contro la società calcistica, rea di un comportamento visto come scandaloso. "Si tratta di una vicenda molto grave. L'impiegata della Roma licenziata e' stata vittima di un reato, quale e' la diffusione di immagini private senza consenso, eppure e' stata lei a essere punita. Mi auguro che nell'ambiente della Roma (altri dirigenti, calciatori e calciatrici, tifosi) ci sara' chi prendera' posizione contro un provvedimento insensato e che questo venga annullato", sottolinea Riccardo Noury, portavoce di Annesty International Italia.
Sulla vicenda Differenza Donna e Assist, l'associazione nazionale atlete, chiedono "l'intervento immediato del Coni e della Figc, per rimediare a questa vergognosa decisione”. “Se quanto leggiamo è vero, siamo allibite - dichiarano all'unisono la presidente di Differenza Donna Elisa Ercoli e la presidente di Assist, Luisa Rizzitelli - Pretendiamo ben altro comportamento dalla AS Roma, non solo perché guidata da una donna, ma perché società che si professa da sempre attenta a queste tematiche. Quello che è accaduto, se vero, è terribile ed è ridicolo è vergognoso che a pagare sia la donna. Le autorità sportive facciano sentire la loro voce subito” Le due associazioni - si legge in una nota - sono pronte a fornire assistenza legale e psicologica alla dipendente e manifestano tutta la loro solidarietà alla lavoratrice. "Massima attenzione ora per i diritti violati di questa donna e per un comportamento di una società così illustre che deve essere all'altezza di un sistema democratico", concludono Ercoli e Rizzitelli.