Un nuovo gesto di attenzione alle persone omosessuali: Papa Francesco ha inviato un messaggio augurale ad una suora statunitense impegnata nella pastorale per le persone Lgbtq+ che nel 1999 era stata tacitata dall’allora cardinale prefetto della congregazione per la Dottrina della fede Joseph Ratzinger. Il pontefice argentino ha risposto a suor Jeannine Gramick, fondatrice dell’apostolato cattolico New Ways Ministry (ministero delle nuove vie) in risposta ad una missiva con la quale la religiosa lo informava del cinquantesimo anniversario del proprio ministero. Un apostolato che ha come obiettivo di educare i cattolici “alla scienza, alla sociologia e teologia dell`omosessualità”.
“Cara sorella”, ha scritto Bergoglio in una lettera in spagnolo resa nota dalla rivista dei gesuiti statunitensi America, “grazie molte per la tua lettera. Mi ha fatto piacere ricevere la notizia del tuo 50esimo anniversario. La tua lettera mi ha ricordato ‘lo stile’ di Dio... Dio ha il suo stile per comunicare con noi. E potremmo riassumere quello stile in tre parole: vicinanza, compassione, tenerezza. E penso ai tuoi 50 anni di ministero, che sono stati 50 anni con questo ‘stile di Dio’, 50 anni di vicinanza, di compassione e di tenerezza. Non hai avuto paura della ‘vicinanza’, e nell’avvicinarti l’hai fatto ‘soffrendo con’ (compassione) e senza condannare nessuno, ma con la ‘tenerezza’ di una sorella e di una madre. Grazie, suor Jeannine, per tutta la tua vicinanza, compassione e tenerezza. Io prego per te. Per favore, non dimenticare di pregare per me.... Che Gesù ti benedica e la Vergine Santa ti protegga. Fraternamente, Francesco”. La rivista America ricorda che negli anni Ottanta alcuni vescovi negli Stati Uniti fecero pressioni sui superiori di suor Gramick e di padre Robert Nugent, religioso della Società di San Patrizio per le missioni estere e cofondatore di New Ways Ministry, per rimuoveri dal ministero. Quando questi hanno rifiutato di farlo, la Congregazione per la Dottrina della Fede, sotto Giovanni Paolo II, avviò un`indagine che, durata 11 anni, si concluse, nel 1999, con una notifica, firmata dal cardinale prefetto Joseph ratzinger e dal vescoco segretario Tarcisio Bertone, con la quale si affermava che le presentazioni di suor Gramick e padre Nugent sull`omosessualità non rappresentavano accuratamente “il male intrinseco degli atti omosessuali e il disordine oggettivo dell`inclinazione omosessuale”. I due religiosi venivano “permanentemente interdetti da qualsiasi attività pastorale che coinvolga persone omosessuali” e dichiarati “ineleggibili, a tempo indeterminato, a qualsiasi ufficio nei rispettivi istituti religiosi”. Giudizio ora ribaltato, di fatto, con il riconoscimento da parte di papa Francesco.
Rimane peraltro in vigore un’istruzione, pubblicata dal Vaticano sotto Benedetto XVI e confermata nel 2016 da Francesco, sul “dono della vocazione presbiteriale” con la quale la congregazione del Clero ribadisce che la Chiesa “non può ammettere al seminario e agli ordini sacri coloro che praticano l'omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay”. L’anno scorso, infine, la congregazione per la Dottrina della fede pubblicò un “responsum” con il quale ha negato la possibilità, ipotizzata tra l’altro in Germania, di benedire in chiesa le coppie omosessuali. Il Papa “è stato informato e ha dato il suo assenso alla pubblicazione del suddetto”, recitava il documento firmato dal cardinale prefetto dell’ex Santo Uffizio, Luis Ladaria, e dal segretario, mons. Giacomo Morandi. Che lascia Roma perché il papa lo ha nominato vescovo di Reggio Emilia.