Il Comune di Milano dà il via libera alle carriere alias. L’assessora Cappello: “Vogliamo essere la città dei diritti”

Tutti i dipendenti possono già richiedere il cambio del badge, dell’indirizzo e-mail e della targhetta sulla porta. L’amministrazione comunale milanese come modello da seguire: “Siamo stati i primi anche con le trascrizioni dei figli di coppie dello stesso sesso e saremmo pronti ad andare avanti”

di TERESA SCARCELLA -
13 marzo 2024
Alessia Cappello, assessora alle Politiche del Lavoro con delega alle Risorse Umane di Milano

Alessia Cappello, assessora alle Politiche del Lavoro con delega alle Risorse Umane di Milano

Un nuovo badge, un nuovo indirizzo e-mail e una nuova targhetta identificativa. Sono gli aspetti che riguarderanno il riconoscimento della carriera alias all’interno del Comune di Milano. La delibera dello scorso dicembre, seppur con un po’ di ritardo, è entrata a tutti gli effetti in vigore con la pubblicazione, pochi giorni fa, delle linee guida. Una conquista di cui l’intera amministrazione, ma non solo, va fiera. “Il nostro obiettivo è diventare la città dei diritti” è il commento dell’assessora alle Politiche del Lavoro con delega alle Risorse Umane del Comune di Milano, Alessia Cappello

“Siamo il primo Comune, la prima città metropolitana sicuramente, ad aver fatto una sorta di regolamento con linee guida sul tema delle carriere alias. Quindi tutti i dipendenti, non solo quelli a tempo indeterminato, possono richiedere di avere il badge, il nome sulla porta e l’indirizzo email adeguati alla loro identità di genere”. 

ALIAS
ALIAS

Da dove nasce questa esigenza? Ci sono state richieste specifiche o è legata alla sensibilità del contesto sociale in cui viviamo?

“Un insieme delle due cose. Da un lato conferma la nostra attenzione a queste tematiche, dall’altro è una risposta a richieste concrete. Un dipendente ci ha scritto, a me e al sindaco, esplicitando questa sua esigenza. Noi ci stavamo già studiando. Lato consiglio comunale, poi, nella maggioranza c’è Monica Romano, consigliera transgender, che con un ordine del giorno ha chiesto espressamente di attivarsi su questo fronte”.

Esattamente come funziona?

“La delibera prevede la nascita di due figure che lavoreranno in collaborazione e che fanno parte della direzione risorse umane: il tutor e il responsabile del benessere organizzativo. Saranno loro a prendere in lavorazione l’istanza e a definire le fasi successive. Si sottoscrive poi un accordo di riservatezza con la persona e si prendono in capo hli adempimenti tecnico-amministrativi che sono necessari per l’attivazione del badge, per il cambio del nome sulla targhetta della porta, per l’identificativo sul pc e così via”. 

Quando partirà nel concreto?

“Praticamente è già attivo”. 

ASSEMBLEA CONFCOOPERATIVE MILANO E NAVIGLI
ASSEMBLEA CONFCOOPERATIVE MILANO E NAVIGLI

L’opposizione come ha reagito a questa scelta?

“Non c’è stato nessun tipo di polemica. Al di là dei toni accesi che possono esserci in consiglio a volte, quando si tratta del benessere dei dipendenti siamo tutti abbastanza coesi, o almeno questa è la sensazione che ho e spero sia così anche in futuro”. 

Questo dimostra che spesso certe battaglie sono meramente ideologiche?

“Mi auguro che sia così. Che siano solo toni da campagna elettorale - che non condivido - che di fronte al bene del contesto lavorativo e in generale dei cittadini, vengano messi da parte”. 

E’ una bella conquista per una città, come Milano, che potrebbe essere da esempio per molte altre

“E’ proprio la nostra volontà: di essere la città dei diritti, inclusiva. Dove tutti possano sentirsi a casa”. 

Ci sono in cantiere altri progetti su questi temi? Altri passi da fare? Cosa manca?

“Lato amministrativo credo sia stato fatto l’ultimo passo. Anche sul fronte delle trascrizioni dei figli di coppie dello stesso sesso siamo stati i primi, poi c’è stato lo stop non dipeso da noi, ora la partita si gioca su un altro campo, ma noi siamo pronti ad andare avanti con le trascrizioni. Così come siamo pronti a fare passi come questo delle carriere alias, nella speranza che il Comune possa essere un modello anche per altre realtà, come le aziende private. Quello che vorrei è che la città tutta segua questa strada. E con la Statale c’è un impegno in tal senso, nell’ambito del progetto Musa c’è quello che abbiamo chiamato Human Hall, ovvero un osservatorio sul tema dei diritti, dell’inclusione e dell’accoglienza”.