"Sono diventato una guida per le persone trans un po' per caso. Sono stato il primo ragazzo a raccontare apertamente sui social il proprio percorso di transizione. Ero l'unico a farlo e le persone si sono attaccate con le unghie alla mia storia, come un punto di riferimento di cui avevano disperatamente bisogno. E' bello ma anche triste".
Francesco Cicconetti, conosciuto dalla
community di Instagram come
Mehths, con 190mila follower, e icona della battaglia per la visibilità, accettazione e integrazione della
comunità Lgbtqi+, con particolare riferimento alla
comunità transgender, si è raccontato sul palco della festa di Luce! in dialogo con il comico e influencer Pierluca Mariti e il giornalista del Giorno, Arnaldo Liguori.
Francesco Cicconetti (a destra), conosciuto dalla community di Instagram come Mehths, sul palco di ’Dream Time’ con il giornalista Arnaldo Liguori e Pierluca Mariti (’Piuttosto che’, a sinistra)
"Tempi troppo lunghi per la rettifica dei documenti"
Pressphoto FirenzeLuce Francesco cicconetti , piuttosto che - pierluca maritiFoto Gianluca Moggi/New Press Photo
"Dopo più di tre anni di percorso la mia vita è diventata più semplice grazie alla rettifica dei documenti: ora sono Francesco. Ma è stato un percorso sofferto, perché prima il mio nome non coincideva con il mio volto. In certe occasioni, come per esempio in palestra, tutti sapevano che ero un ragazzo trans proprio per questo motivo. Era una cosa intima che a volte non volevo che fosse esposta, perché mi sentivo messo alla gogna". "In molti - aggiunge - ancora oggi mi dicono che quando morirò avrò lo scheletro da femmina e che non sono un vero uomo. Ovviamente non mi importa come è
il mio scheletro. Me ne importa così poco che ho deciso di usarlo come titolo del mio romanzo autobiografico: 'Scheletro femmina'".
Mariti: "Chiediamoci se stiamo ridendo delle persone o con le persone quando si fa satira"
Pierluca Mariti, conosciuto sui social come "Piuttosto che" dove usa la comicità per raccontare storie
Sul palco di Luce! anche
Pierluca Mariti, conosciuto sui social come "Piuttosto che" dove usa la comicità per raccontare storie. "La risata - dice - non ha limiti. Io non posso decidere cosa ti fa ridere e cosa ti fa piangere. Tra l'altro la satira così come intesa provoca un'incomprensione. Per satira si intende la lettura del potere
con una critica aspra di qualcuno con una posizione di forza. Ma dovremmo interrogarci sul significato di quella battuta: quando andiamo a colpire una persona appartenente a una categoria ai margini, chiediamoci se stiamo ridendo con queste persone o di queste persone. Si sente spesso dire 'Non si può più dire niente', io propongo di provare ad ascoltare le esperienze altrui e poi vedere se abbiamo ancora voglia di ridere di certi stereotipi. Serve senz'altro più sensibilità partendo dall'ascolto dell'altro".