Main Partner

main partnermain partnermain partner

Partner

main partner

Claudio Lippi: "Basta gay in Rai". E scoppia la polemica

Viale Mazzini prende le distanze. Calenda (Azione): "Si dovrebbe vergognare, le sue parole non sono da paese occidentale"

di BARBARA BERTI -
9 giugno 2023
Il conduttore Claudio Lippi (Instagram)

Il conduttore Claudio Lippi (Instagram)

Basta con la Rai dei gay e della propaganda”: Claudio Lippi con queste parole sta alzando un vero e proprio polverone mediatico. Il conduttore televisivo, 78 anni, in una lunga intervista a “La Stampa” racconta il suo punto di vista sulla tv di Stato. E non risparmia frecciatine al veleno tanto che Viale Mazzini interviene e prende le distanze.
claudio-lippi-gay-rai

Claudio Lippi, cantante, produttore discografico e conduttore televisivo (Instagram)

“Cinque anni fa sia Matteo Salvini che Giorgia Meloni mi chiesero una mano: volevano avere un parere, uno sguardo esterno sulla Rai, da chi la tv la conosce” racconta il conduttore che alla richiesta rispose che “che ci vuole il sorriso. La Rai deve entrare nelle case degli italiani dicendo ‘buonasera’. Con leggerezza e intelligenza, non con la propaganda”. Il presentatore e cantante, in tema di propaganda, parla di Fabio Fazio che ha recentemente chiuso l’esperienza sulla tv pubblica con “Che tempo che fa”, passando a La Nove.
claudio-lippi-gay-rai

Un'ironica Luciana Littizzetto nell'ultima puntata di "Che tempo che fa"

“Fazio e Littizzetto? Se ne sono andati loro. Fazio ha raccontato bugie, dicendo che la pubblicità faceva incassare il triplo di quanto costava il programma. Ma se costava 450 mila euro a puntata, incassava 1 milione e 200 mila di pubblicità? Ma dai... Fazio è stato un farabutto: avevano già pronto un contratto milionario con Discovery” sostiene Lippi. La loro tv, come quella di Lucia Annunziata, sarebbe per l'ex presentatore de "Il pranzo è servito" “propaganda, ‘kultura’. L'intervista alla ministra Roccella? Cattiva, aggressiva. Non è Rai quella”.
claudio-lippi-gay-rai

Un momento dell'intervista di Lucia Annunziata alla ministra Roccella

Secondo il presentatore “serve un linguaggio popolare. Giorgia (Meloni, ndr) è una ‘popolana di Garbatella’. Ha vinto le elezioni parlando agli italiani e alle italiane. Serve quel linguaggio lì”.

Lippi fuori dalla Rai

Alla presentazione dei palinsesti della tv pubblica mancano pochi giorni, ma Claudio Lippi, nell'intervista a "La Stampa" parla di “un programma, in prima serata su Raiuno, lo vorrei chiamare ‘Condominio Italia’”. Si tratterebbe di un programma dedicato alle cause condominiali: quanto tempo, denaro e bile costano. "Forse è meglio risolverle con un aperitivo fra condomini, no?" dice. E, poi, accenna anche a "Ieri, oggi", un vecchio format che parla di televisione, con spezzoni d'archivio".
claudio-lippi-gay-rai

In passato ha condotto il programma "Il pranzo è servito"

Secondo lui “è il momento di portare il talento" all'interno della tv di Stato. "Finora non è andata così” sostiene. E spara a zero. “Casalino, per esempio, si crede un grande ufficio stampa? Stefano Coletta, il direttore che per fortuna non c'è più, ha fatto lavorare gay e gaie solo per il motivo di esserlo. Tanti e tante che non avevano alcuna competenza, la Rai usata per fare coming out. Allora anche noi etero dovremmo fare coming out, no?”. Le forti dichiarazioni, ovviamente, non sono passate inosservate. E da Viale Mazzini, subito, vengono prese le distanze dal conduttore.
claudio-lippi-gay-rai

Stefano Coletta è stato direttore di Raiuno fino allo scorso 25 maggio (Ansa)

“Alcune affermazioni di Claudio Lippi riportate dagli organi di informazione sono lesive della reputazione della Rai e dei propri dirigenti" dichiara una nota di Viale Mazzini. E aggiunge: "Pertanto è da escludere qualsiasi tipo di collaborazione con il conduttore”.

Le reazioni del mondo politico

Tra i primi a replicare alle parole del conduttore, è Carlo Calenda, leader di Azione. “‘Basta con i gay in tv’ è una frase che a nessuna persona con una ‘voce pubblica’ verrebbe in mente di pronunciare in un paese occidentale. Il fatto che questo figuro non provi vergogna a farlo in Italia dimostra che c'è un enorme lavoro culturale da fare” scrive su Twitter.
claudio-lippi-gay-rai

Il presentatore: "La tv pubblica deve entrare nelle case degli italiani dicendo ‘buonasera’. Con leggerezza e intelligenza, non con la propaganda"

“Le esternazioni riportate su ‘La Stampa’ sono vergognose e si commentano da sole” commenta la senatrice Dolores Bevilacqua, esponente M5S in commissione di vigilanza Rai. E aggiunge: “Bene ha fatto la tv di Stato ad escludere ogni tipo di collaborazione con il conduttore. Il servizio pubblico non può dare spazio a personaggi che non si vergognano di esprimere attacchi beceri alla dignità e alla reputazione di singole persone e di intere comunità”. "Un atto dovuto interrompere la collaborazione: le affermazioni non sono compatibili con la deontologia professionale e il codice etico dell'azienda" commenta via Twitter Francesca Bria, componente del cda di Viale Mazzini.