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Codice Rosa, cosa è il percorso anti violenza ideato e diretto da Vittoria Doretti?

Da progetto provinciale a modello nazionale e internazionale. La sua ideatrice è stata riconfermata alla guida della rete regionale Toscana

di ILARIA VALLERINI -
15 gennaio 2023
Il Codice Rosa: genesi e sviluppi di un'esperienza a fianco delle vittime di violenza

Il Codice Rosa: genesi e sviluppi di un'esperienza a fianco delle vittime di violenza

Un'esperienza provinciale che in poco tempo è stata presa a modello fino a diventare una realtà sia a livello nazionale che internazionale. Questa è la storia del "Codice Rosa". Per dare la portata del fenomeno: nel 2021 solamente prendendo a parametro i dati raccolti dai pronto soccorso della Regione Toscana, sono stati  registrati ben 1.918 accessi in “Codice Rosa” con un aumento di 244 unità (+14,6%) rispetto all’anno precedente. Ma vediamo nel dettaglio la sua genesi e di cosa si tratta. Intanto una data indicativa. Nasce nel 2010 all'Asl di Grosseto, un progetto pilota che nel 2011 con la sottoscrizione del protocollo d'intesa tra la Regione Toscana e la Procura Generale della Repubblica di Firenze è diventato regionale e in seguito, dal 2015, con la legge di stabilità, è stato inserito come linee guida in tutta Italia. Ciò è stato possibile grazie all'intuizione di una donna:  Vittoria Doretti, dottoressa specializzata in cardiologia, anestesia e rianimazione, esperta in bioetica, e riconfermata di recente alla guida della rete regionale dei Codici Rosa. "Insieme alla mia squadra abbiamo immaginato nel 2009 qualcosa che quattro anni dopo sarebbe stato scritto nella Convenzione di Istanbul. Se c’è qualcosa che abbiamo capito in questo percorso di dialogo tra i diversi enti, centri violenza in prima linea - racconta Doretti - è che nessuno può sostituirsi nei ruoli. Ed è così che Codice Rosa da esperienza di provincia è diventato modello nazionale e internazionale". Doretti, che è anche direttrice dell'area dipartimentale Promozione ed Etica della salute dell'azienda Usl Toscana Sud Est, continua la sua missione quotidianamente collaborando a livello nazionale ed internazionale con numerosi ministeri, enti ed istituzioni: in particolare su politiche di genere ed azioni per il contrasto della violenza sulle donne, sui minori e dei crimini d’odio.

La direttrice della rete regionale del Codice Rosa in Toscana, Vittoria Doretti, medico specializzato in cardiologia, anestesia e rianimazione, che proprio in questi giorni è stata confermata nel ruolo di responsabile della rete regionale

A cosa serve il Codice Rosa?

Ma veniamo a noi. A cosa serve il Codice Rosa? E' un percorso speciale di accesso al pronto soccorso riservato a tutte le vittime di violenza, in particolare donnebambini e persone discriminate. Il percorso è attivo qualunque sia la modalità di accesso al servizio sanitario, sia esso in area di emergenza-urgenza, ambulatoriale o di degenza ordinaria e prevede precise procedure di allerta ed attivazione dei successivi percorsi territoriali, nell'ottica di un continuum assistenziale e di presa in carico globale. Il Codice Rosa opera in sinergia con enti, istituzioni ed in primis con la rete territoriale del Centri Antiviolenza, in linea con le direttive nazionali e internazionali.

Il problema delle donne

"Il problema maggiore delle donne è la difficoltà a raccontare, prima di tutto", spiega Vittoria Doretti, medico specializzato in cardiologia, anestesia e rianimazione, che proprio in questi giorni è stata confermata nel ruolo di responsabile della rete regionale. "Oltre alla paura, c'è poi la vergogna - prosegue - . E abbiamo capito che è fondamentale imparare ad accogliere nel modo giusto una presunta vittima al pronto soccorso. Non possono essere domande come ‘Avevi bevuto?’ oppure ‘Com’eri vestita?’ il primo approccio a chi potrebbe aver subito una violenza. Per questo è fondamentale una grande preparazione. Bisogna studiare. Avere la grande umiltà di ascoltare enti e istituzioni diverse".