Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » A Pisa nasce il primo sportello interuniversitario contro la violenza di genere

A Pisa nasce il primo sportello interuniversitario contro la violenza di genere

Primato per la città della Torre pendente grazie all'azione congiunta tra Ateneo, Sant'Anna e Scuola Normale

Ilaria Vallerini
9 Giugno 2022
Sportello anti violenza università

A Pisa il primo sportello antiviolenza intra universitario

Share on FacebookShare on Twitter

L’unione fa la forza. Lo sanno bene i pisani che, grazie al lavoro congiunto tra l’Università, la Scuola Superiore Sant’Anna e la Scuola Normale Superiore, hanno dato vita al primo sportello interuniversitario contro la violenza di genere all’interno delle aule e spazi dei tre atenei d’eccellenza.  Una svolta significativa che segna un doppio primato regionale e nazionale: si tratta del primo presidio in ambito universitario in Toscana e del primo in Italia nato da un lavoro sinergico tra più istituzioni accademiche. Il servizio – anonimo, gratuito e senza obbligo di denuncia – sarà gestito dalla Casa della Donna di Pisa e offrirà aiuto e supporto ad una vasta comunità di oltre 60mila persone tra docenti, studenti e personale amministrativo. Le varie anime accademiche ora avranno un valido alleato in caso di atti di discriminazione e violenza legati anche all’identità e orientamento sessuale (in spazi accademici o esterni). Uno spazio sicuro, d’ascolto, assistenza, informazione, aiuto e che, in caso di bisogni particolari, farà da ponte tra l’utenza e le strutture, associazioni, istituzioni socio-sanitarie o giudiziarie del territorio. Altra novità, per garantire l’anonimato e la sicurezza degli utenti, il luogo in cui si trova lo Sportello sarà riservato e vi si potrà accedere solo tramite richiesta.

La battaglia contro la violenza di genere sbarca anche nelle aule e spazi degli atenei pisani

Perché è importante lo Sportello antiviolenza all’Università?

“L’apertura dello Sportello rappresenta una presa di posizione chiara e nasce dalla nostra ferma volontà di dire basta alla violenza di genere – dichiara il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella -.  Non solo a quella fisica, ma anche a discriminazioni e molestie, troppo spesso sottovalutate, se non ignorate, aspetti che rendono questo fenomeno particolarmente insidioso. Sono convinto che le istituzioni, per prime, debbano essere di buon esempio per i cittadini, solo così si può estirpare le radici della violenza“. Non esiste ancora una rete degli sportelli universitari antiviolenza, per avere una fotografia esatta a livello nazionale dei flussi di utenza. Ma sappiamo che solo a Pisa (fonte Casa della Donna di Pisa) nel 2021, 27 donne (facenti parte del mondo accademico pisano) si sono rivolte alla Casa della Donna per chiedere aiuto e da gennaio 2022 sono già 16. “Un’iniziativa che parte da un’esigenza reale – conclude la rettrice della Sant’Anna, Sabina Nuti –, grazie alla quale viene messo in campo uno strumento volto alla recezione dei bisogni delle nostre componenti accademiche e ad intervenire tempestivamente in caso di bisogno”. I tre atenei pisani d’altronde già da anni sono in prima linea per affermare la parità di genere all’interno delle loro istituzioni: “Abbiamo accolto con grande interesse il progetto – afferma il direttore della Scuola Normale, Luigi Ambrosio -, che tra l’altro si inserisce all’interno di un percorso di sviluppo delle politiche inclusive, prima tra tutte l’adozione di un proprio Gender Equality Plan“.

Presentazione dello sportello contro la violenza di genere a Pisa

Violenza di genere in Italia: aumentano i casi tra le studentesse

Nel 2020, 3.009 donne si sono rivolte ai 24 centri antiviolenza della Regione Toscana (fonte Osservatorio regionale sulla violenza di genere). Nello stesso anno, in Italia sono state 20.015 donne (fonte report centri antiviolenza DiRE) ad aver contattato i 106 centri antiviolenza sparsi in ogni angolo della penisola. La violenza è in ogni ganglo della società. Anche all’Università. Per questo, a partire dal 2019 sono nati i primi Sportelli universitari contro la violenza di genere. Il primo è stato quello dell’Università di Torino, nato ad ottobre 2019 e gestito dal Centro antiviolenza Emma. A seguire nel 2020 è stato attivato uno Sportello all’Università di Perugia, mentre nel 2021 c’è stato un vero e proprio boom: Università della Tuscia, Università di Foggia, Università di Bari e Università di Padova. Nei due anni di pandemia “c’è stato un effettivo aumento di giovani donne studentesse che si sono rivolte ai centri antiviolenza, oltre a questo è cresciuta anche la sensibilità su questi temi all’interno delle accademie”, spiega Giovanna Zitiello, coordinatrice del centro antiviolenza della Casa della Donna di Pisa. Ancora non esiste una rete tra gli Sportelli “ciò nonostante crediamo che in futuro sarà importante fare rete e raccogliere i dati a livello nazionale. I dati sono fondamentali perché riassumono l’andamento del fenomeno che è strutturale e sistemico. I dati ci aiutano a capire. Intanto, gli Sportelli universitari stanno fiorendo da una sponda all’altra dell’Italia, ciò ci permette di raggiungere tante donne. Questo è già un primo traguardo”.

Potrebbe interessarti anche

Female Startup Leaders, una comunità imprenditrici che per la loro attività hanno scelto Tenerife, promuovendo e incentivando lo smart working
Economia

Lavoro a distanza, quando la scrivania è alle Canarie: una startup spiega come (e perché)

30 Gennaio 2023
Rosa Chemical (Instagram)
Spettacolo

Sanremo 2023, Rosa Chemical: “Sesso, libertà, uguaglianza e amore in tutti i sensi”

27 Gennaio 2023
La 19enne russa Olesya Krivtsova
Attualità

Olesya Krivtsova, chi è l’adolescente russa con il tatuaggio contro Putin

30 Gennaio 2023

Instagram

  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
  • La second hand, ossia l’oggetto di seconda mano, è una moda che negli ultimi anni sta diventando sempre più un’abitudine dei consumatori. Accumulare roba negli armadi, nei cassetti, in cantina, non è più un disagio che riguarda soltanto chi soffre di disposofobia, ossia di chi è affetto da sindrome dell’accumulatore compulsivo. Se l’acquisto è l’unica azione che rende felice l’uomo moderno, non riuscire a liberarsene è la condanna di molti.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, hanno fatto ricorso alla compravendita di oggetti usati grazie alle piattaforme online. Il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, tra questi il 15% lo ha fatto per la prima volta. L’esperienza di compravendita online di second hand è quella preferita, quasi il 50% degli affari si conclude online anche perché il sistema di vendita è simile a un comune eCommerce: internet è il canale più veloce per quasi la metà dei rispondenti (49%), inoltre offre una scelta più ampia (43%) e si può gestire comodamente da casa (41%). Comprare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone, è al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%) – preceduto sempre dalla raccolta differenziata (94%) e l’acquisto di lampadine a LED (71%) –, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 da parte dei laureati (68%), di chi appartiene alla generazione Z (66%), di chi ha 35-44 anni (70%) e delle famiglie con bambini (68%). 

Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio (56%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2020), l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso (49%) e la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia e che rende molti oggetti più accessibili (43%). 

✍E tu? Hai mai comprato accessori oppure oggetti di seconda mano? Cosa ne pensi?

#lucenews #lucelanazione #secondhand #vintage
  • È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. 

“Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. 

Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto e ho deciso di continuare”. 

“Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout. 

Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia. Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa. 

“Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

#lucenews #isaacortman #minnesota #boyscout

L’unione fa la forza. Lo sanno bene i pisani che, grazie al lavoro congiunto tra l'Università, la Scuola Superiore Sant’Anna e la Scuola Normale Superiore, hanno dato vita al primo sportello interuniversitario contro la violenza di genere all'interno delle aule e spazi dei tre atenei d'eccellenza.  Una svolta significativa che segna un doppio primato regionale e nazionale: si tratta del primo presidio in ambito universitario in Toscana e del primo in Italia nato da un lavoro sinergico tra più istituzioni accademiche. Il servizio – anonimo, gratuito e senza obbligo di denuncia – sarà gestito dalla Casa della Donna di Pisa e offrirà aiuto e supporto ad una vasta comunità di oltre 60mila persone tra docenti, studenti e personale amministrativo. Le varie anime accademiche ora avranno un valido alleato in caso di atti di discriminazione e violenza legati anche all'identità e orientamento sessuale (in spazi accademici o esterni). Uno spazio sicuro, d'ascolto, assistenza, informazione, aiuto e che, in caso di bisogni particolari, farà da ponte tra l'utenza e le strutture, associazioni, istituzioni socio-sanitarie o giudiziarie del territorio. Altra novità, per garantire l'anonimato e la sicurezza degli utenti, il luogo in cui si trova lo Sportello sarà riservato e vi si potrà accedere solo tramite richiesta.

La battaglia contro la violenza di genere sbarca anche nelle aule e spazi degli atenei pisani

Perché è importante lo Sportello antiviolenza all'Università?

"L’apertura dello Sportello rappresenta una presa di posizione chiara e nasce dalla nostra ferma volontà di dire basta alla violenza di genere – dichiara il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella -.  Non solo a quella fisica, ma anche a discriminazioni e molestie, troppo spesso sottovalutate, se non ignorate, aspetti che rendono questo fenomeno particolarmente insidioso. Sono convinto che le istituzioni, per prime, debbano essere di buon esempio per i cittadini, solo così si può estirpare le radici della violenza". Non esiste ancora una rete degli sportelli universitari antiviolenza, per avere una fotografia esatta a livello nazionale dei flussi di utenza. Ma sappiamo che solo a Pisa (fonte Casa della Donna di Pisa) nel 2021, 27 donne (facenti parte del mondo accademico pisano) si sono rivolte alla Casa della Donna per chiedere aiuto e da gennaio 2022 sono già 16. "Un’iniziativa che parte da un’esigenza reale – conclude la rettrice della Sant’Anna, Sabina Nuti –, grazie alla quale viene messo in campo uno strumento volto alla recezione dei bisogni delle nostre componenti accademiche e ad intervenire tempestivamente in caso di bisogno". I tre atenei pisani d'altronde già da anni sono in prima linea per affermare la parità di genere all'interno delle loro istituzioni: "Abbiamo accolto con grande interesse il progetto - afferma il direttore della Scuola Normale, Luigi Ambrosio -, che tra l’altro si inserisce all’interno di un percorso di sviluppo delle politiche inclusive, prima tra tutte l’adozione di un proprio Gender Equality Plan".

Presentazione dello sportello contro la violenza di genere a Pisa

Violenza di genere in Italia: aumentano i casi tra le studentesse

Nel 2020, 3.009 donne si sono rivolte ai 24 centri antiviolenza della Regione Toscana (fonte Osservatorio regionale sulla violenza di genere). Nello stesso anno, in Italia sono state 20.015 donne (fonte report centri antiviolenza DiRE) ad aver contattato i 106 centri antiviolenza sparsi in ogni angolo della penisola. La violenza è in ogni ganglo della società. Anche all'Università. Per questo, a partire dal 2019 sono nati i primi Sportelli universitari contro la violenza di genere. Il primo è stato quello dell'Università di Torino, nato ad ottobre 2019 e gestito dal Centro antiviolenza Emma. A seguire nel 2020 è stato attivato uno Sportello all'Università di Perugia, mentre nel 2021 c'è stato un vero e proprio boom: Università della Tuscia, Università di Foggia, Università di Bari e Università di Padova. Nei due anni di pandemia "c'è stato un effettivo aumento di giovani donne studentesse che si sono rivolte ai centri antiviolenza, oltre a questo è cresciuta anche la sensibilità su questi temi all'interno delle accademie", spiega Giovanna Zitiello, coordinatrice del centro antiviolenza della Casa della Donna di Pisa. Ancora non esiste una rete tra gli Sportelli "ciò nonostante crediamo che in futuro sarà importante fare rete e raccogliere i dati a livello nazionale. I dati sono fondamentali perché riassumono l'andamento del fenomeno che è strutturale e sistemico. I dati ci aiutano a capire. Intanto, gli Sportelli universitari stanno fiorendo da una sponda all'altra dell'Italia, ciò ci permette di raggiungere tante donne. Questo è già un primo traguardo".
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto