“La diagnosi tempestiva dell’autismo è fondamentale”: al Don Gnocchi di Milano è possibile

Grazie all’associazione Paolo Zorzi per le Neuroscienze Onlus la Fondazione ha inaugurato un locale tecnologicamente assistito per valutazione e trattamento del bambino con disturbo del neurosviluppo. L’allarme: “In Lombardia 134 nuovi casi al mese”

di CATERINA CECCUTI -
9 maggio 2024
Autismo: casi in aumento

Autismo: casi in aumento

Che i casi di autismo in Italia – così come nel resto del mondo – siano in aumento è un dato di fatto. Quali possano essere i motivi lo abbiamo chiesto alla dottoressa Anna Cavallini, responsabile dell'Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile dell’Irccs Fondazione Don Carlo Gnocchi di Milano, dove – grazie a una donazione dell’associazione Paolo Zorzi per le Neuroscienze Onlus – è stato inaugurato un locale tecnologicamente assistito per le osservazioni, valutazioni e trattamenti dei bambini con Disturbo dello spettro dell’autismo.

I casi di autismo 

“Sicuramente i dati confermano che i casi diagnosticati di autismo sono drammaticamente aumentati in termini epidemiologici – afferma Cavallini –. Negli Stati Uniti un bambino di 8 anni su 36 ha una diagnosi di disturbo dello spettro autistico, in Italia – Secondo il Ministero della Salute – il rapporto è di 1 bambino di età compresa tra i 7 e i 9 anni su 77, con una prevalenza nei maschi che ne sono colpiti 4,4 volte in più rispetto alle femmine.

Indubbiamente tra i motivi possiamo annoverare una maggior attenzione medica nel porre la diagnosi, grazie all’introduzione di strumenti diagnostici più sensibili che permettono di individuare anche i casi sfumati – spiega poi la dottoressa –. Si è inoltre diffusa una maggiore sensibilità generale sull’argomento. È ancora prematuro ipotizzare che ci sia un incremento della prevalenza dovuto a fattori di rischio correlati che aumentano la probabilità di sviluppare l'autismo; è necessario, infatti, effettuare degli studi con popolazioni più numerose, che utilizzino gli stessi criteri per la diagnosi e gli stessi metodi per identificare il disturbo”.

Anna Cavallini, responsabile dell'Unità Operativa di Neuropsichiatria al Don Gnocchi
Anna Cavallini, responsabile dell'Unità Operativa di Neuropsichiatria al Don Gnocchi

In Lombardia si parla di 134 nuovi casi di autismo al mese, per un totale di 1.600 l’anno. E anche se, come si è detto, le cause non sono chiare, da adesso all’Istituto di via Capecelatro 66, grazie a tecnologie e strumenti innovativi, sarà possibile acquisire nuove conoscenze sul tema ed eseguire diagnosi più tempestive.

Dottoressa, perché è così difficile diagnosticare i casi di autismo? “Il disturbo dello spettro autistico presenta una complessa ed eterogenea varietà nelle proprie manifestazioni cliniche. Per arrivare ad una diagnosi si deve poter fare affidamento su un tempo di osservazione e su strumenti valutativi approfonditi, andando oltre le caratteristiche più pregnanti del disturbo in sé, come le difficoltà di relazione e comunicazione, la presenza di interessi ristretti e le condotte ripetitive. Esistono infatti manifestazioni cliniche che variano dalla importante disabilità intellettiva con assenza di linguaggio a un bagaglio cognitivo adeguato, con alcune abilità ben conservate. È quindi importante una valutazione specialistica approfondita per porre la diagnosi.”

La nuova stanza tecnologicamente assistita al Don Gnocchi 

Nella pratica, in che modo le tecnologie del nuovo centro potranno essere utili in questo senso? “Grazie a una donazione dell’Associazione Zorzi è stata realizzata una stanza tecnologicamente assistita dotata di microfoni, telecamere, sensori di movimento attraverso i quali si potranno acquisire nuove informazioni utili per comprendere le caratteristiche di funzionamento dei bambini con ASD, senza interferire nella loro attività di gioco spontaneo; con il lavoro clinico-riabilitativo, questi dati saranno molto utili in ambito clinico diagnostico, nell’impostazione del trattamento riabilitativo e nella ricerca scientifica. Grazie ad una tecnologia innovativa messa a punto dal Politecnico di Milano, siamo infatti in grado di estrarre dall’osservazione di gioco spontanea del bambino una serie di variabili misurabili (tempo del contatto di sguardo, del contatto corporeo, ecc.) che possono essere utilizzate nella valutazione e nel monitoraggio della traiettoria di sviluppo del paziente. Inoltre, grazie ad uno specchio unidirezionale, si potrà condividere con i genitori il percorso riabilitativo del loro bambino/a.”

Attualmente all’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile della Fondazione Don Gnocchi, l’associazione Paolo Zorzi sostiene già due progetti di ricerca, in collaborazione con il Politecnico di Milano e l’Università di Torino. Il primo “ERISIBS“(Early recognition and intervention in siblings at high-risk for neurodevelopmental disorder) riguarda la presa in carico precoce di bambini di pochi mesi, fratellini o sorelline di bambini con autismo; il secondo, “RISCALE“(Interactive mirroring games with social robot - IOGIOCO - and robotic system adapted into a clinical scale) è finalizzato a promuovere l’acquisizione di gesti a scopo comunicativo nei bambini autistici sotto i 6 anni, coinvolgendo nella seduta riabilitativa il robottino umanoide NAO.

“Nel reparto – spiega Cavallini – sono in carico riabilitativo ambulatoriale più di un centinaio di bambini con diagnosi di ASD ed è attiva una équipe multidisciplinare formata da medici neuropsichiatri, psicologi, psicomotricisti, logopedisti, fisioterapisti, educatori, dedicata alla diagnosi precoce e alla presa in carico tempestiva del bambino piccolo con ASD. Siamo grati all’Associazione Paolo Zorzi per le Neuroscienze Onlus, che ha sostenuto questo progetto anche finanziando una borsa di studio annuale per una ricercatrice di Unimib. La stanza tecnologicamente assistita rappresenta uno spazio bello, luminoso, colorato, pensato per l’uso dei materiali di gioco del bambino.” Dottoressa Cavallini, perchè è importante una diagnosi tempestiva dell’ASD? “La diagnosi tempestiva è fondamentale per poter intervenire precocemente. I dati della letteratura ci dicono che l’intervento precoce può modificare la traiettoria dello sviluppo del bambino favorendo un migliore outcome a lungo termine”