“Diamo alle donne i mezzi per combattere la violenza”: lo slogan di Atm non convince

I cartelloni sono stati appesi, in vista del 25 novembre, alle fermata della metropolitana milanese per sensibilizzare i pendolari sull’uso del numero di emergenza contro la violenza sulle donne, il 1522. Ma la scelta delle parole non ha convinto e qualcuno ha corretto lo slogan

di CHIARA CARAVELLI
22 novembre 2024

Il cartellone della campagna di Atm modificato con un pennarello

Già dalla scorsa settimana, alle fermate della metro di Milano, Atm ha fatto affiggere diversi cartelli per sensibilizzare le persone sull’uso del numero di emergenza contro la violenza sulle donne, il 1522, con lo slogan: “Diamo alle donne i mezzi per combattere la violenza”. Una campagna che è stata fatta in vista di lunedì 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. 

In una delle fermate della metropolitana milanese, però, qualcuno ha preso un pennarello e sul cartellone ha aggiunto la frase ‘Diamo agli uomini la capacità di non essere violenti’. Un concetto tanto forte quanto giusto, che accende il faro sul concetto di prevenzione della violenza di genere, sul quale c’è ancora molto lavoro da fare. La campagna, firmata da Child The Agency, richiama graficamente il percorso delle linee dei mezzi portando a un'unica destinazione: il numero 1522. "La campagna – così hanno spiegato da Atm – rientra nelle azioni concrete che l’azienda in questi ultimi anni ha messo in campo contro la violenza di genere per promuovere una cultura libera da ogni forma di discriminazione e i valori di rispetto, inclusione e unicità di ogni singola persona”.

Una campagna quanto mai importante, ma che lascia ancora una volta indietro il concetto di prevenzione. Concentrarsi sempre sulla repressione del fenomeno, non può portare a una vera risoluzione della violenza contro le donne. C’è bisogno di un cambiamento culturale, di una vera e propria presa di coscienza comune sul problema del patriarcato e di quanto questa cultura sia intrisa nel nostro passato e, purtroppo, anche nel nostro presente. Come ha dichiarato la presidente di D.i.Re – Donne in rete contro la violenza, Antonella Veltri, al Corriere: "Per avere le giuste risposte è necessario iniziare a porre le giuste domande: non ‘Perché non ha reagito?’ ma ‘perché lui ha scelto di agire con violenza?’. Non ‘perché è rimasta in silenzio’, ma ‘perché chi ha visto non ha parlato?’. E ancora: non ‘perché non ha denunciato prima?’ ma ‘perché il sistema legale non tutela abbastanza le donne?’”.