Disabile escluso dal locale: "Stampelle? Qui non entri". Quando gli hanno impedito di entrare nel locale pensava di essere finito in una
candid camera, tanto era surreale la situazione. "Con quelle stampelle potresti cadere", la scusa tirata fuori dall’addetto alla sicurezza. Ma
Paolo Capasso, giocatore della
nazionale calcio amputati, e testimonial attivo dell’associazione
Luccasenzabarriere Odv, da tempo residente a Lucca, non si è dato per vinto e ha insistito, facendo notare che in un locale pieno chiunque potrebbe perdere l’equilibrio. Sperava di esserci riuscito e invece l’alternativa proposta dallo staff è stata ancora più umiliante: "Va bene, ti diamo un tavolo ma lo paghi 200 euro e rimani seduto tutta la sera". Davvero troppo per chi, come Capasso, desiderava trascorrere una serata con gli amici in un noto locale di
Marina di Pietrasanta, zona che il giovane atleta ha sempre frequentato senza alcun problema, discoteche incluse. Il tema delle barriere architettoniche del resto lo conosce bene essendo testimonial dell’associazione ’Luccasenzabarriere’, realtà che tra le varie missioni ha quella di mappare i territori per scovare gli eventuali ostacoli per i disabili. È stata proprio l’associazione a fare emergere quello che è stato definito "un caso di grave discriminazione".
La testimonianza diretta
Paolo Capasso è un giocatore della nazionale di calcio amputati e testimonial attivo dell’associazione Luccasenzabarriere. E’ stata proprio l’associazione a denunciare pubblicamente quanto successo a Capasso in un locale pubblico
"Un’esperienza orribile: essere bloccati all’ingresso di un luogo di divertimento e di svago per tutti – racconta Capasso, che si era presentato con quattro amici – nel 2023 non dovrebbe succedere. Dopo essere stato squadrato dall’alto in basso, l’addetto alla sicurezza mi ha detto ’io così con le stampelle non posso farti entrare’. Una situazione assurda, in quanto con le stampelle sono entrato in discoteche e pub in Versilia. Poi è intervenuto il presunto proprietario, dicendo che poteva entrare solo chi aveva prenotato, fino a proporci un tavolo per dieci persone da 200 euro mentre noi eravamo in 5. A quel punto ce ne siamo andati". "In seguito, dopo un po’ di discussione con l’addetto, è intervenuto il presunto proprietario che ci ha comunicato che nel locale entrano solo coloro che hanno la prenotazione: cosa non vera, visto che le persone prima di me sono entrate senza che venisse richiesta", riprende. "Inoltre, proprio lo stesso locale ha due cartelli per le file esposti all’ingresso, uno con su scritto ingresso libero e l’altro riservato all’ingresso tavoli. Passano 5 minuti e il proprietario mi propone una soluzione: andare al tavolo, costo 200 euro per 10 persone, noi eravamo in 5. A quel punto ho evitato di creare ulteriori discussioni e abbiamo deciso di andare via”.
L'associazione
’Luccasenzabarriere’ annuncia di volere aspettare una mossa dei titolari del locale, "altrimenti – dice il presidente
Domenico Passalacqua – li denunceremo per violazione dei diritti umani in base all’articolo 3 della Costituzione".
La replica dei titolari
Ma i titolari, letteralmente cascati dalle nuvole, hanno intenzione di incontrare Capasso e di scusarsi con lui: "Siamo rimasti a bocca aperta e ci dissociamo da quanto avvenuto. Ci affidiamo a una cooperativa per gestire la sicurezza e fare selezione. Ad esempio, se c’è una persona alticcia o ‘sovraccarica’, questa non viene fatta entrare. In 35 anni di attività non abbiamo mai avuto problemi, neppure al retrostante stabilimento balneare, dove accogliamo due disabili. Vogliamo incontrare il ragazzo per scusarci con lui".
La reazione del sindaco
Un gesto distensivo ben accolto dal sindaco di Pietrasanta
Alberto Giovannetti: "Sono dispiaciuto e rattristato per quanto accaduto, ma anche sollevato per le scuse presentate dai titolari dell’attività. La nostra è una città aperta e accogliente e proprio insieme a ’Luccasenzabarriere’ abbiamo mappato il livello di
accessibilità del centro storico e degli stabilimenti balneari, fino ai
giochi inclusivi nei parchi pubblici. Sarei felice se Capasso volesse tornare a trovarci, non tanto per dimenticare un episodio che sono certo non si ripeterà, quanto per vedere il lavoro fatto in questi anni sul fronte dell’accessibilità".