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Disabilità: tante belle parole per la giornata internazionale, poi si tagliano i fondi

Immancabile la polemica politica, tra promesse mancate e continui prelievi al 'tesoretto' che riguarda i diritti di oltre 3 milioni di italiani

di ETTORE MARIA COLOMBO -
4 dicembre 2023
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Una giornata internazionale fatta di tante ‘belle parole’. Si celebra il 3 dicembre di ogni anno la “Giornata Internazionale dei diritti delle Persone con Disabilità”, istituita dall’Onu nel 1992 per promuovere la consapevolezza e la comprensione delle questioni legate alle persone con disabilità e per mobilitare il supporto per la loro dignità, i loro diritti e il loro benessere. Tante belle, spesso vuote, parole si sprecano in occasioni come queste, specie in Italia. E i conti si fanno non solo il giorno stesso, ma già da oggi, il giorno dopo, per il resto dell'anno.
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Il 3 dicembre si celebra, ogni anno, la Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità

A distanza di 17 anni dall'approvazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e stabilito il dato di fatto che più di un miliardo di persone al mondo (su 8 totali), circa il 15% della popolazione mondiale, vive con qualche forma di disabilità e l’80% vive nei Paesi in via di sviluppo,
"Ancora numerosi sono gli ostacoli all'esercizio di diritti fondamentali in ambito sociale, politico, lavorativo ed economico" è il commento, come sempre saggio, del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"La superficialità - prosegue - con cui si utilizzano sui social media espressioni che offendono la sofferenza di tante persone e famiglie che si ritrovano sempre più da sole a dover combattere il fenomeno dell'esclusione sociale, è inaccettabile". La polemica politica, per dire, monta subito.

La polemica politica del Pd contro i tagli monta subito

Secondo la segretaria del Pd, Elly Schlein “la Giornata della disabilità interroga la politica e ciascuno di noi sul lavoro necessario per rimuovere tutte le barriere di ogni tipo che si frappongono al raggiungimento di una piena realizzazione delle persone con disabilità e a una migliore qualità di vita". In quest’ottica, “il primo obiettivo da parte dello Stato deve essere un investimento adeguato e costante sulla rete dei servizi di prossimità, sull'assistenza domiciliare, sul rafforzamento e delle strutture pubbliche, sui progetti per il durante e il dopo di noi, sui percorsi di inclusione lavorativa e di vita indipendente, sui servizi di aiuto per le famiglie sulle quali ancora oggi ricade quasi tutto l'onere dell'assistenza”. La segretaria dem non perde occasione di fare polemica politica e subito punta il dito contro il governo Meloni: “È incomprensibile la scelta fatta dal governo di tagliare i Fondi per la disabilità. Il Pd non smetterà mai di battersi per contrastare questi tagli".

La replica della ministra leghista Alessandra Locatelli

La replica, pur se indiretta, della ministra per la Disabilità, la leghista Alessandra Locatelli, non tarda ad arrivare: “È giusto fare il punto sui tanti provvedimenti che stiamo portando avanti, a partire dall’attuazione della legge delega per l’implementazione del progetto di vita e l’avvio dell’iter di accertamento dell’invalidità civile, senza visite ripetute nel tempo e con procedure più efficienti.
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La ministra per la Disabilità Alessandra Locatelli

A cui si aggiunge l’istituzione del Garante nazionale per le persone con disabilità e la legge sulla riqualificazione delle pubbliche amministrazioni. Abbiamo sbloccato anche altri temi importanti con l’avvio di tavoli di lavoro per rivedere la legge sull’eliminazione delle barriere architettoniche e garantire l’accessibilità universale, per modificare la legge del ‘Dopo di noi’, per la scrittura di un testo unico per la disabilità e per il riconoscimento del caregiver familiare”. “Abbiamo stanziato 77 milioni per progetti sociali per l’autismo, ripartito il fondo per il sostegno all’ipoacusia e all’autonomia e comunicazione, il Fondo per le periferie inclusive è già stato destinato alle città più grandi e stanno arrivando i progetti con gli Enti del Terzo settore – sottolinea il ministro Locatelli -. Stiamo, inoltre, iniziando a ragionare su come valorizzare i percorsi di inserimento lavorativo e le figure intermediarie che possano essere da accompagnamento. Abbiamo riorganizzato l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità ed nel 2024 presenteremo il Piano nazionale per la disabilità che per legge sarà firmato dal Presidente della Repubblica”. Esternano anche il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che su X ricorda che “l'inclusione inizia dalla scuola: dentro le aule tutti i ragazzi devono sentirsi accolti e godere delle stesse opportunità, senza distinzioni. Il ministero e l'intera comunità scolastica sono impegnati per abbattere le barriere, non solo strutturali, per una scuola che sia veramente inclusiva". E la ministra per le Riforme, Maria Elisabetta Alberti Casellati, aggiunge: “Insieme al Ministro Locatelli abbiamo creato un tavolo tecnico per redigere un testo unico che semplifichi la vita di chi ogni giorno deve convivere con la disabilità. Il 5 dicembre – annuncia - presenterò in Consiglio dei ministri un disegno di legge che semplificherà le norme esistenti attraverso misure di sistema e farà dell'Italia un Paese più vicino e più attento alle esigenze dei disabili, per un futuro più inclusivo e accessibile, che non lasci indietro nessuno".
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L'obiettivo - a parole - del governo è quello di "non lasciare indietro nessuno" con le proprie iniziative e politiche

L’impegno speciale del ministero alla Difesa

Infine, senza alcuna polemica politica ma solo per ragioni di (seria e giusta) spiegazione rispetto a un settore, quello delle Forze Armate italiane, che è e resta ad oggi l’unico al Mondo a tenere i disabili come 'effettivi' nelle diverse Armi, arriva anche la nota del tenente colonnello Gianfranco Paglia, membro effettivo dell’Esercito. Il quale sottolinea: “Non smetterò mai di ringraziare il ministero della Difesa, fino a sembrare anche ripetitivo, perché la disabilità, nelle Forze Armate, non è mai stata realmente vista come un limite. Ne è testimonianza il Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa, le innumerevoli attività che svolgiamo, il supporto che abbiamo in tutte le gare che sosteniamo. Ma, in questa giornata che celebra la disabilità, mi piacerebbe che ci fosse più attenzione concreta e non solo a parole e in una data, da parte di tutte le amministrazioni locali e non". 

I dati della disabilità in Italia sono impressionanti

In Italia, le persone che, a causa di problemi di salute, soffrono di gravi limitazioni che impediscono loro di svolgere attività abituali sono circa 3 milioni e 100 mila, il 5,2% della popolazione. Gli anziani sono i più colpiti: quasi 1 milione e mezzo di ultrasettantacinquenni si trovano in condizione di disabilità e 990.000 di essi sono donne. Ne consegue che le persone con limitazioni gravi hanno un’età media molto più elevata di quella del resto della popolazione: 67,5 contro 39,3 anni.
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Il 5,2% della popolazione italiana vive con una qualche forma di disabilità

Il 26,9% di queste vive sola, il 26,2% con il coniuge, il 17,3% con il coniuge e i figli, il 7,4% con i figli e senza coniuge, circa il 10% con uno o entrambi i genitori, il restante 12% circa vive in altre tipologie di nucleo familiare. Le persone con disabilità che vivono con genitori anziani sono particolarmente vulnerabili perché rischiano di vivere molti anni da sole, senza supporto familiare; questo rischio è piuttosto diffuso perché – altro dato incredibile – un numero elevato di disabili sopravvive a tutti i componenti della famiglia (genitori e fratelli), anche prima di raggiungere i 65 anni. La concentrazione dei disabili è principalmente nelle Isole, con un’incidenza del 6,3%, contro il 4,8% (il valore più basso) del Nord. Le Regioni in cui il fenomeno è più diffuso sono l’Umbria e la Sardegna (rispettivamente, l’8,7% e il 7,3% della popolazione). L’incidenza più bassa si registra in Veneto, Lombardia e Valle d’Aosta (4,4%).

I tagli al fondo per la disabilità decisi dal governo

Il problema è che, a fronte di questi dati impressionanti, la legge di Bilancio appena varata dal Governo e che, presto, sarà all’esame del Parlamento, non solo non ripristina i 350 milioni ‘sottratti’ dal ‘decreto Anticipi’ per tappare le falle create dal Superbonus, ma aggiunge un secondo prelievo di ulteriori 50 milioni. Eppure, la ministra leghista per le Disabilità, Alessandra Locatelli, aveva promesso alle associazioni: "Rimetteremo i 350 milioni in manovra". Ma, in manovra, non ci sono. I 350 milioni fanno parte di una dotazione triennale 2023-2025 già stanziata, utilizzabile solo quando la riforma della disabilità sarà completata con i decreti attuativi (la legge delega risale, ormai, alla fine del 2021). Né Locatelli, né la ministra anche lei leghista che l’ha preceduta nel governo Draghi, Erika Stefani, hanno però mai ultimato la riforma.
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Il ministro dell'Economia e Finanza Giancarlo Giorgetti

Ed ecco che, dunque, quando il ministro leghista dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha chiuso il decreto legge Anticipi (in vigore dal 19 ottobre), per coprire le spese legate al Superbonus ha attinto, oltre che ai fondi legati all’assegno unico per i figli e al Reddito di cittadinanza, anche ai 350 milioni relativi al 2023. Lo fece anche il ministro dell’Economia, Daniele Franco, governo Draghi, appena l’anno prima, per il decreto Bollette, ma poi Franco rimise i 350 milioni in manovra. Il governo Meloni, invece, per ora non lo fa. In manovra si crea un “Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità” con una dotazione da 231 milioni e 807.485 euro a decorrere dal 2024 che, tuttavia, non sono risorse nuove, ma un “fondo di fondi” tutti già esistenti. In particolare, confluiscono nel nuovo contenitore tre fondi: il fondo per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione per gli alunni con disabilità (200 milioni), il fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza caregiver famigliari (25,8 milioni), il fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia (6 milioni). Non viene rifinanziato, invece, il fondo per l’inclusione delle persone con disabilità (50 milioni). E non si ripristinano i 350 milioni del 2023 (restano però le quote per 2024 e 2025). L’ultimo comma dell’articolo messo in manovra dice che «dal 2026» ci sarà uno stanziamento aggiuntivo da 85 milioni annui. Troppo tardi, troppo poco.