Dopo di Noi, vent'anni pensando e costruendo un futuro autonomo per i ragazzi con disabilità

La Fondazione guida i familiari nella graduale costruzione di un progetto di vita indipendente per la persona con difficoltà

di LOREDANA DEL NINNO
5 novembre 2022
Tommaso e Federico di "Dopo di Noi"

Tommaso e Federico di "Dopo di Noi"

Cosa sarà dopo di noi?” è l’angoscioso interrogativo che padri e madri di ragazzi con disabilità si pongono rispetto al futuro dei figli. La Fondazione “Dopo di Noi”, che quest'anno festeggia il ventennale, lavora per dare una risposta concreta. “Siamo una ‘fondazione di partecipazione’ – spiega la presidente, Marina Cesari – nata a Bologna dall’impegno di un gruppo di genitori. In questi 20 anni abbiamo offerto sostegno a oltre 500 famiglie del territorio e a diverse organizzazioni extra regione”. La Fondazione si muove a 360 gradi. “Dove abiterà?, Chi ne avrà cura?, Chi gestirà i risparmi che gli lasceremo? Sono domande ricorrenti tra coloro che hanno un figlio disabile – prosegue Cesari –. Nostro impegno è affrontare insieme, un passo dopo l’altro, le specifiche problematiche".
I ragazzi di cui si occupa "Dopo di Noi"

I ragazzi di cui si occupa "Dopo di Noi"

Da quando ‘Dopo di Noi’ è stata fondata abbiamo organizzato 583 incontri di consulenza rivolti a famiglie su temi assistenziali, sociali, patrimoniali e giuridici, 162 persone con disabilità sono state coinvolte nei nostri progetti. Abbiamo costituito un Sistema Residenziale Diffuso che ospita attualmente 45 persone con disabilità, costituito da sette appartamenti. Uno di questi è dedicato a un percorso di formazione per raggiungere l'autonomia abitativa, sei sono invece destinati a ospitare convivenze stabili”. Il problema della casa è al centro di un'iniziativa che partirà tra poche settimane. “Dal prossimo dicembre – puntualizza la presidente - sperimenteremo in un nuovo appartamento il progetto ‘6 a Casa’: sei persone adeguatamente formate daranno inizio alla loro convivenza”. Altro nodo, la gestione dei beni ereditati dalle persone affette da disabilità dopo la scomparsa dei genitori. “La Fondazione ha contribuito alla realizzazione di corsi per amministratori di sostegno, che ripeteremo in futuro. Oltre 130 persone hanno dato la disponibilità per svolgere un incarico di amministratore di sostegno a titolo volontario. Abbiamo inoltre presenziato 53 convegni e numerosi incontri pubblici per testimoniare la nostra esperienza nella gestione delle diverse tematiche”, precisa.
Giacomo e Christian della Fondazione "Dopo di Noi"

Giacomo e Christian della Fondazione "Dopo di Noi"

Dal 2006 “Dopo di Noi” fa parte di un network composto da 13 Fondazioni di Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Toscana e Veneto, chiamato Fondazioni in Rete. “Le nostre attività – sottolinea Cesari – si strutturano su diverse aree di intervento. In particolare, aiutiamo le famiglie a costruire percorsi per i loro ragazzi, allestendo appartamenti dove possano vivere in gruppo esercitando la propria autonomia, in quella che diventa la loro casa. Altrettanto importante è supportare le famiglie per gestire il distacco, modulando gli interventi educativi per consentire i massimi spazi di indipendenza ai ragazzi. Offriamo consulenze e informazioni giuridico/patrimoniali alle famiglie e svolgiamo iniziative pubbliche in tema di amministrazioni di sostegno, in collaborazione con il Tribunale e altre istituzioni pubbliche”. Cesari torna sull'importanza dell'educazione al distacco dei ragazzi disabili dal nucleo familiare. “Il processo di educazione all’autonomia abitativa implica un distanziamento graduale - conclude -. Abbiamo istituito il ‘gruppo delle mamme indomite’, per aiutare gli stessi i genitori ad affrontare senza traumi il grande passo. E sono proprio le madri che ci aiutano a progettare gli spazi dei nuovi appartamenti”.