Arezzo, 16 dicembre 2024 – Nel cuore del centro storico di Arezzo è nata un’eccellenza nella risposta ai disturbi alimentari. In un palazzo storico, interamente ripensato, la clinica San Giuseppino Sanità si è trasformata in una struttura capace di rispondere ai disturbi del comportamento alimentare, in modo multidisciplinare, colmando un gap spesso sottovalutato.
“La struttura è nata sulla scorta dell’esperienza romana. Finalmente c’è stata una presa di coscienza del problema, nonostante in Toscana il fabbisogno sia ancora sottostimato. I dati dell’istituto superiore di sanità parlano chiaro, a fronte di 3 milioni di pazienti, che dopo il Covid sono aumentati del 30%, con un esordio sempre più precoce fra i 9 e gli 11 anni, su tutto il territorio nazionale si contano 132 strutture, tra quelle pubbliche e private” spiega Paolo Rosati, amministratore delegato, che per primo ha creduto nell’importanza di un Centro ad Arezzo pronto adesso a dare una risposta agli aretini e non solo.
“Ci prepariamo all’arrivo di una utenza anche molto navigata, che fino ad ora non ha trovato adeguate risposte in giro per l’Italia. In Toscana, attualmente, sono sei le strutture pubbliche, 2 private e 5 associazioni” spiega Mauro Marzi, direttore sanitario. Ambulatori, ma anche accoglienti camere per ospitare i pazienti in aree divise tra minori e adulti. Venti posti, di cui 12 residenziali (8 adulti e 4 minori) e 8 semi residenziali (di cui 6 minori e 2 adulti). Una intera struttura di 900 metri quadrati, in cui la luce la fa da padrone, insieme al colore lilla, come il fiocchetto simbolo della lotta contro i disturbi alimentari.
Il tutto immerso nel cuore della città, in via Aurelio Saffi: “La nostra è una struttura aperta, in cui i pazienti, con le dovute accortezze, sono liberi di uscire. È necessario garantire loro servizi il più possibile prossimali al territorio di residenza per favorire sia l’intensità, che la continuità, delle cure, nonché per evitare il rischio di abbandono della terapia” continua Rosati. Il Centro consente di fornire un percorso diagnostico-terapeutico e riabilitativo specialistico, modulato nei vari setting di intervento in base alla specificità dei bisogni del paziente e della famiglia, per garantire una presa in carico globale e personalizzata in tutte le varie fasi del trattamento.
“Il primo passo è entrare in contatto con il Centro, attraverso la mail o il numero dedicato a cui risponde un operatore formato che darà le prime indicazioni e valutazioni. I passi successivi saranno effettuati insieme all’equipe, composta da professionisti, dal medico internista alla psichiatra. In caso di particolari difficoltà, entrerà in gioco il medico internista. Altrimenti si partirà con un protocollo di esami da effettuare qui o all’Asl su richiesta del medico di famiglia. Seguiranno appuntamenti con una psicologa per inquadrare il disturbo e la personalità, con il nutrizionista per il quadro alimentare e con un dietista. A questo punto l’equipe si riunirà per valutare il percorso più idoneo” spiega Annalisa Giannelli, la responsabile.
“Seguirà il contatto con la famiglia e la firma del percorso da intraprendere”. La San Giuseppino si presenta quindi come una struttura intermedia del post dimissioni da ospedale. L’organizzazione è massima, “Stiamo pensando anche a incrementarla con una piccola radiologia e in futuro, al terzo piano, di realizzare una chirurgia ambulatoriale a servizio anche di questo reparto” conclude Rosati.