Donna trans picchiata a Pavia: "Mi ha preso a pugni e mi ha messo le mani al collo"

L'omofobia colpisce ancora e di nuovo a Pavia, dove una donna transgender è stata aggredita da un uomo mentre il figlio lo supportava. Coming-Aut: "Denunciare è un gesto politico importante"

di MANUELA MARZIANI -
28 settembre 2023
Omofobia

Omofobia

Ancora un'altra aggressione omofoba. Un altro episodio che ci dimostra come l'omofobia sia sistemica e come il diritto di espressione o di pensiero venga troppe volte confuso con il diritto all'insulto e, soprattutto, all'odio. Finendo per superare i confini della parola. È accaduto a Pavia, ancora una volta, dove poche settimane fa erano state aggredite quattro ragazzine tra i 12 e i 15 anni. In quegli stessi giorni era stato insultato un giovane di Bagno a Ripoli, (Firenze). A luglio, invece, una drag queen a Prato aveva subito minacce e insulti pesanti. E l'elenco, purtroppo, potrebbe essere molto più lungo andando a ritroso.

L'aggressione a Pavia

“Mi ha aggredito, mi ha insultato, mi ha messo le mani al collo". Lo racconta sotto choc una donna transessuale di 38 anni di Pavia. A poco più di tre mesi dall’ultima aggressione omofoba avvenuta nel piazzale delle stazione, accade ancora una volta a Pavia, in modo ancora più violento.
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La persona aggredita mostra la ferita sul collo

L’incubo si materializza domenica pomeriggio intorno alle 17.30, quando Noemi, volontaria dell’associazione Coming-Aut, ha accompagnato la fidanzata a prendere il treno. Dopo averla salutata, Noemi ha ripreso l’auto "per tornare a casa e mi sono trovata davanti un’automobile in divieto all’ingresso del parcheggio a destra del piazzale". La vettura ostruiva il passaggio e lei ha "sorpassato contromano" perché non poteva "fare diversamente". La 38enne, alla guida della propria vettura, si è avvicinata per fare notare all’altro, un uomo tra i 45 e i 50 anni al volante della Bmw, di spostarla e che se avesse fatto un incidente sarebbe stata colpa sua. "L’uomo è sceso dall’auto – ha raccontato Noemi – e si è scaraventato contro di me, mi ha urlato ‘frocio, ti ammazzo, ricchione handicappato, ti ammazzo“. Poi ha aperto la portiera della mia auto e mi ha tirato dei pugni. Poi con violenza ha sradicato la maniglia e mi ha preso per il braccio, procurandomi lividi evidenti. Supportato da un ragazzo, forse suo figlio che nel frattempo l’aveva raggiunto, ha quindi continuato a insultarmi. Quando mi sono spostata poco più avanti per chiamare la polizia, mi ha raggiunta e mi ha presa per il collo, lasciandomi dei segni evidenti".

L'intervento di un passante, poi la denuncia

Soltanto in quel momento qualcuno interviene in difesa dell’aggredita. "Un uomo che era nel parchetto si è avvicinato per cercare di calmarlo e l’aggressore, è risalito in auto ed è ripartito". Noemi intanto si presenta al pronto soccorso e ieri, dopo aver raccontato quanto accaduto allo sportello legale di Coming-Aut, ha annunciato la formalizzazione della denuncia. "Ho filmato la targa". "Come volontaria e operatrice alla pari del nostro sportello trans – ha detto Cecilia Bettini, vicepresidente di Coming-Aut e responsabile dello Sportello trans – Noemi ha scelto di denunciare pubblicamente l’aggressione subita. Un gesto politicamente importante che speriamo possa essere utile nel contrasto ai fenomeni, ancora numerosi, di transfobia".
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Cecilia Bettini, vicepresidente di Coming-Aut

L'associazione Coming-aut: "Un odio che va fermato"

Il presidente dell’associazione Davide Podavini, invece ha puntato l’attenzione sull’ennesima aggressione violenta in città: "Tanti casi per un clima di odio che legittima espressioni e azioni violente contro chi vive una condizione di minoranza". Se in aiuto di Noemi è intervenuto un passante, all’inizio di giugno quando una coppia è stata aggredita verbalmente da un uomo, tutti coloro che avevano assistito si erano mostrati indifferenti. Non si è voltata dall’altra parte, invece, un’insegnante che poche sere fa in piazza a Cava Manara, sempre nel Pavese, aveva sentito insultare pesantemente alcune ragazze. È intervenuta ed è stata stesa da un pugno sul naso. "Solo se tutti faranno sentire la loro voce per fermare questa ondata di prepotenza brutale – hanno commentato Maura Cattanei, presidente di Anffas, e Fabio Pirastu, presidente di Uildm – potremo vivere in una società civile. La nostra città è un’altra, fatta di persone che comprendono i valori dell’inclusione".