
Un’immagine simbolica della donazione di organi, un gesto capace di donare vita e nuove speranze (foto archivio)
Sempre più cittadini e cittadine scelgono di non donare organi e tessuti. È questo il dato che emerge dalle risposte ottenute durante i rinnovi della Carta d'identità elettronica (Cie). Pur continuando, sul totale, a prevalere i sì, è preoccupante il trend che – dal 1° gennaio al 31 marzo – ha visto le opposizioni ai trapianti crescere di 3.4 punti percentuali. Rispetto al 2024, infatti, la percentuale di coloro che si oppongono alla pratica è aumentata dal 36.3% al 39.7%.
Pur continuando a prevalere il fronte del “sì”, composto dal 60.3% di coloro che si sono recati agli Uffici anagrafe dei rispettivi comuni di residenza, il dato diffuso da Centro nazionale trapianti (Cnt) allarma gli operatori e le operatrici del settore. Con un singolo parere affermativo, in caso di necessità e compatibilità, possono essere salvate fino a otto vite, mentre la donazione dei tessuti corporei può aiutare a migliorare la vita di ben 42 estranei.
Le motivazioni del “no”
Un gesto di altruismo che, al giorno d’oggi, sembra sempre più raro. Alcuni anni fa, la Fondazione Umberto Veronesi individuava alcune motivazioni che, ancora oggi, impediscono la realizzazione di una vera e propria rete di donatori e donatrici. Secondo Anna Guermani, nel biennio 2010-2011, la fetta dei renitenti era costituita prevalentemente da coloro che, non volendo ricevere un organo di un altro individuo, non erano propensi a donarlo ad altri. Molte altre volte, invece, il rifiuto è dettato da ragioni di tipo culturale o religioso.
E se, nella statistica realizzata nel 2011, a pesare incidevano anche gli astenuti (o il rifiuto dei parenti), questa percentuale si è notevolmente ridotta nel corso degli anni. Ad oggi, infatti, l’estensione delle informazioni strettamente correlate alla Cie ha permesso di informare molte persone sulla possibilità di diventare donatori attivi. La decisione, dunque, viene spostata ad un momento di estrema lucidità, e non ad uno di estremo dolore come quello in cui possono essere chiamati a dover decidere i parenti più stretti.
Le “domande più frequenti”
Un’ulteriore prospettiva sulle motivazioni delle migliaia di rifiuti, inoltre, è data dal prontuario contenente le “domande più frequenti” diffuso dagli Spedali civili di Brescia. Se, nella prima pagina, figurano molte domande che è possibile definire “usuali”, a partire dalla seconda trovano spazio molte delle paure più ataviche delle persone.
“Chi accerta la morte”, così come “È possibile confondere la morte cerebrale con il coma” o “In seguito al prelievo di organi e tessuti la salma risulta sfigurata” sono lo specchio di una scarsa fiducia nel Sistema Sanitario Nazionale il quale, oltre a seguire precise regole deontologiche, effettua gratuitamente l’operazione nei confronti del o della ricevente. Valori e tutele che, in particolar modo, vanno necessariamente sommati alla principale soddisfazione di diventare donatori: il contribuire a salvare altre vite umane.
Le città e le generazioni più generose dello stivale
Secondo gli ultimi dati Cnt, il podio della generosità vede Trento stabilmente in prima posizione tra le città, con Verona e Sassari che seguono a ruota il capoluogo della provincia autonoma. È peculiare, inoltre, il caso di Verceia, in provincia di Sondrio. Su 158 cittadini e cittadine che si sono recati a rinnovare il documento di identità, infatti, ben 138 hanno risposto in modo affermativo, solo uno il rifiuto di donare i propri organi.
Tra le generazioni più generose, per l'appunto, spiccano coloro che compongono la fascia dei 40-50enni, con un netto 68,6% di "sì" e un 31,4% di "no". Tra coloro che si oppongono aumentano, però, gli over 60, con il fronte del no che aumenta dal 45,5% del 2024 al 48,4% del primo trimestre del 2025. Analogamente, anche i 18-30enni costituiscono lo specchio di una generazione sempre meno propensa all'altruismo, anche quando si tratta di vita o di morte. Coloro che hanno dato luce rossa al possibile trapianto dei loro organi, infatti, sono il 37,9% del totale, in netto aumento rispetto al 33,6% del 2024.