“Uniamoci tutte e tutti per dare voce e denunciare questa infamia”: è quanto propone la cantante Caterina Caselli, commentando la nuova legge approvata dai talebani in Afghanistan. I leader talebani in Afghanistan hanno emanato una nuova serie di leggi che regolano la moralità dei cittadini e che vietano, tra le altre cose, alle donne di far sentire la propria voce in pubblico.
"Il coro, il canto è la voce dell'anima – dice in un video l'ex casco d'oro – questo divieto è di una violenza inaudita. Persino gli schiavi avevano la possibilità di cantare seppure con le catene ai piedi. Il canto è una forma di elevazione, permette anche di dimenticare la realtà. Quello che vogliono fare è annientare la donna e che non abbia gli stessi diritti dell'uomo. Noi donne che siamo libere che abbiamo la fortuna di vivere in una società che difende questi valori dobbiamo essere unite e far sentire la nostra voce”.
La risposta dell’ONU
Le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per la nuova legge approvata in Afghanistan dalla guida suprema dei talebani, che impone severe restrizioni alla libertà personale.
"È una visione angosciante per il futuro dell'Afghanistan”, ha affermato Roza Otunbayeva, capo della Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan, sottolineando che si tratta di una legge che estende le già intollerabili restrizioni sui diritti delle donne e delle ragazze afghane.
"Persino il suono di una voce femminile fuori casa viene apparentemente considerato una violazione morale”, ha affermato Otunbayeva nella dichiarazione rilasciata dal suo ufficio a Kabul.
I commenti della politica italiana
Nel panorama politico italiano le reazioni indignate per la nuova legge talebana non sono tardate. Matteo Renzi – leader di Italia Viva – ha espresso la sua solidarietà alle donne afghane con un post su X.
Anche gli eurodeputati del partito democratico hanno esposto la loro indignazione: “Condanniamo nel modo più assoluto la nuova legge dei talebani che oltre a ribadire la violazione dei diritti delle donne afgane, l'imposizione del velo integrale e l'interdizione dagli studi per bambine e ragazze, arriva persino a bandire la voce delle donne. Un ulteriore orrore inaccettabile, che deve essere portato all'attenzione dell'Unione Europea in un momento in cui il mondo, a tre anni dal ritiro dall' Afghanistan delle truppe della coalizione occidentale, sembra essersi dimenticato del destino delle donne e bambine afgane”, ha dichiarato un portavoce.