Le donne in Afghanistan non esistono più. Almeno come esseri umani. O meglio, i tre anni dal ritorno al potere dei talebani, hanno portato alla cancellazione delle donne dalla vita pubblica. Senza più la tutela internazionale, senza diritti, con l’unico compito di far figli, occuparsi della casa e degli uomini della famiglia, di fatto metà della popolazione nel Paese è stata come eliminata, messa in ombra, ai margini di una società dove non sono gradite.
“Ad oggi, nessuna donna afghana detiene una posizione di leadership che le consenta di esercitare un'influenza politica, sia a livello nazionale che provinciale. E anche quando le donne sono impegnate nelle strutture talebane, il loro ruolo è essenzialmente quello di monitorare il rispetto da parte delle altre donne dei decreti discriminatori”. È quanto testimonia l'ultimo rapporto dell'organizzazione delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere e l'empowerment femminile (Un women) sulla situazione delle donne e delle ragazze da quando le autorità di fatto hanno preso il potere nell'agosto 2021.
Questa cancellazione politica si riflette anche a livello sociale, poiché il 98% delle donne intervistate dall'agenzia Onu ritiene di avere un’influenza limitata o nulla sulle decisioni prese all'interno della propria comunità. Inoltre, la percentuale di donne che sentono di avere voce in capitolo nelle decisioni prese nella propria famiglia è diminuita di quasi il 60% nell'ultimo anno. “Tre anni fa, una donna afghana poteva tecnicamente decidere di candidarsi alla presidenza. Oggi potrebbe non essere nemmeno in grado di decidere quando andare a fare shopping”, ha spiegato Alison Davidian di Un Women. Di fatto non può nemmeno decidere nemmeno di uscire per andare in un parco pubblico, a mangiare in un ristorante, a farsi i capelli (che poi andrebbero rigorosamente coperti sotto il burqa obbligatorio). Figuriamoci pensare di viaggiare o fare attività sportiva. Cosa rimane? Pensateci...
Il rapporto di Un women evidenzia inoltre come la crescente discriminazione abbia causato una crisi di salute mentale legata alla perdita dei diritti. Il 78% delle donne ha riferito di avere una salute mentale “scarsa” o “molto scarsa” e l'8% ha affermato di conoscere almeno un’altra donna o ragazza che aveva tentato il suicidio. Davidian ha concluso affermando che le restrizioni dei talebani sulle donne e sulle ragazze influenzeranno le generazioni a venire. “La nostra analisi mostra che entro il 2026, lasciare 1,1 milioni di ragazze senza scuola e 100.000 donne fuori dall'università si tradurrà in un aumento del 45% delle gravidanze adolescenziali e un aumento del 50% della mortalità materna”.
Una catastrofe annunciata, ribadita e poi passata in secondo piano nelle cronache quotidiane: ma da tre anni a questa parte migliaia di persone non sono più trattate come tali e non possiamo ricordarcene solo nell’anniversario di ritorno al governo dei talebani. Perché quanto ancora potrà andare avanti così?