La scuola del futuro? Vuole
educazione sessuale, sentimentale e di genere, la gestione di internet e dei social media oltre al rispetto dell'ambiente Questo il ritratto che emerge dal recente sondaggio di Libraccio su 400 intervistati. Una
scuola più sicura e moderna, con piani di studio personalizzati e, soprattutto, capace di formare i "cittadini del futuro" sui grandi temi contemporanei, come l'educazione sessuale, sentimentale e di genere, la gestione di internet e dei social media oltre al rispetto dell'ambiente. Ma che mantiene, dall'altro lato, ancora una dimensione "fisica" e aggregativa, con lezioni in aula, libri, quaderni di carta e laboratori pratici, con un occhio al futuro professionale degli studenti.
Educazione emotiva e sessuale a scuola
Il sondaggio: 7 su 10 vogliono piani di studio personalizzati
Questo il ritratto della "scuola del futuro" delineato e immaginato da
400 tra studenti e genitori intervistati da Libraccio
(www.libraccio.it), la più grande catena di librerie indipendenti in Italia specializzata in editoria scolastica. Fondato nel 1979 con i mercatini dell'usato, Libraccio accompagna da oltre 40 anni i giovani e le loro famiglie alla prima campanella, osservando i cambiamenti che attraversano il mondo della scuola da un punto di vista privilegiato: quello delle sue 60 librerie sul territorio italiano.
Una nuova didattica: educazione sessuale (71,4%), digitale (49,5%) e approfondimenti sulla sostenibilità (47,6%) tra le materie più “desiderate”. 7 su 10 favorevoli a personalizzare i piani di studio. È la didattica “l’area” dove gli intervistati da Libraccio desiderano più cambiamenti, immaginando una scuola che possa formare gli studenti anche su tematiche attuali.
Una scuola meno timorosa su sesso e questioni di genere
Alla domanda “quali materie vorresti che fossero insegnate a scuola”, infatti, oltre 7 intervistati su 10 (71,4%) hanno risposto “educazione sessuale, sentimentale e di genere”, esprimendo il desiderio di
un modello scolastico che affronti senza timori temi come sessualità, relazioni e questioni di genere, trasformando le aule in spazi di discussione aperta e arricchente. Grande interesse anche per l
’educazione all’uso corretto e sicuro di internet, dei social network e dei new media (49,5%) e per l’educazione alla sostenibilità e all'ambiente (47,6%). Ma c'è di più.
Il 54,3% crede fermamente che la scuola debba impartire competenze pratiche, siano esse legate al lavoro o alla vita quotidiana. Tuttavia, è interessante notare che il 66,3% dubita che l'attuale sistema scolastico stia già offrendo queste prospettive. Un vero e proprio appello ad un apprendimento coinvolgente, una chiamata a trasformare l'educazione in un viaggio di scoperta e crescita che abbracci la realtà di oggi e le sfide di domani.
Dad si, ma non troppo
Studente a casa segue le lezioni di scuola con la DAD. (ANSA/MATTEO CORNER)
Voti e DAD dividono gli intervistati, digitale sì ma non troppo: c'è ancora spazio per lezioni in aula e libri di carta. Diverse visioni intrecciano i desideri dei giovani d’oggi:
il 38,1% sogna un'aula ibrida, in grado di mescolare le
dinamiche online e la connessione umana in presenza, aprendo le porte a nuove dimensioni di flessibilità. Controcorrente, il 58,1% abbraccia invece l'aura tradizionale dell'aula, sottolineando con passione
l'importanza dei rapporti umani nell'esperienza educativa. Resiste poi u
n audace 3,8% che sconfina nel mondo virtuale, immaginando un apprendimento interamente digitale.
Il fascino immortale dei libri
il 55,2% non vuole rinunciare ai libri
È però nella riflessione “libri vs. digitale” che si accende la fiamma delle emozioni. Con una chiara maggioranza,
il 55,2% si unisce in una voce unisona, opponendosi alla possibile sostituzione dei libri con dispositivi digitali. Questa non è solo una preferenza, ma
un richiamo profondo all'odore delle pagine in carta e alla connessione emotiva che solo i libri stampati possono evocare. Eppure, con un timido 3,8%, c'è chi si fa affascinare dal potenziale digitale, accettando con cautela il futuro che si svela. Un duello di opinioni si scatena invece riguardo
all'abolizione dei voti e al suo effetto sull'impegno degli studenti. Una spaccatura perfetta tra gli oppositori - che argomentano che i voti sono la benzina che alimenta la spinta all'apprendimento - e i favorevoli che sostengono che anche senza le valutazioni a guidare la formazione, l’impegno degli studenti rimarrebbe comunque tale.
Scuola "rimandata a settembre" su sicurezza e strutture
Nell'ambito educativo, sia gli studenti che i genitori hanno condiviso inquietudini che vanno oltre il solo futuro professionale. Emerge infatti un profondo desiderio di miglioramenti in vari settori scolastici. Questa ricerca ha messo in evidenza che
il 66,7% dei partecipanti al sondaggio considera fondamentale creare ambienti scolastici accoglienti e sicuri, riconoscendo il ruolo cruciale di spazi protetti e stimolanti per agevolare il processo di apprendimento.
Il 63,8% invece, ritiene che sia essenziale potenziare la formazione degli insegnanti, consapevole dell'impatto determinante che questi ultimi hanno sulla crescita degli studenti, soprattutto dei più giovani. C’è poi la prospettiva condivisa da oltre il 50,5% dei partecipanti, che sottolinea l'urgenza di limitare il sovraffollamento nelle aule, per consentire un'interazione più diretta tra docenti e studenti, promuovendo un apprendimento su misura che risponda alle esigenze individuali e favorisca un ambiente di studio più coinvolgente. Nell'incertezza di un mondo in divenire, emerge quindi la visione di una scuola che intrecci saggiamente l'eredità del passato con l'audacia del domani. Questo ritratto della "scuola del futuro" rivela un desiderio vibrante di trasformazione educativa, stimolando dialoghi aperti su temi vitali e favorendo la connessione umana. Il dibattito tra digitale e tradizionale si riflette nell'amore per i libri stampati e una misurata cautela verso il digitale, delineando così una scuola in cui il passato si possa fondere armoniosamente con il futuro.