La comunità Lgbtqia+ chiede garanzie ai candidati alla presidenza della Regione Sardegna: un impegno pubblico sul fronte dei diritti civili e di genere. L'invito a chi corre per la vittoria alle prossime elezioni (si vota domenica 25 febbraio) è quello di prendere in anticipo posizione in modo chiaro e inequivocabile sulle rivendicazioni e richieste della comunità queer.
"La mancata presa di posizione su questo tema fondamentale - spiegano in un comunicato-manifesto Arc odv, Movimento Omosessuale Sardo, Famiglie arcobaleno Sardegna, Agedo Cagliari, Univa Lgbt, Sardinian people for the queer revolution e Lila Cagliari - sarà considerata un segno di disinteresse e di disimpegno”.
Le richieste
Il primo passo è il riconoscimento di alcuni valori chiave su genere, famiglie e discriminazioni. Poi le richieste al governo sardo. A partire da leggi regionali contro le discriminazioni delle persone Lgbtqia+ in particolare nel posto di lavoro e nella sanità. E ancora carriere alias, potenziamento di un piano di prevenzione regionale contro le principali malattie sessualmente trasmissibili, rafforzamento del servizio sanitario pubblico e creazione di servizi specializzati per le persone trans.
E poi esenzione ticket per gli esami di controllo obbligatori per cominciare iter ormonale e chirurgico, maggiori finanziamenti e assegnazione di spazi per un abitare sicuro per le donne e persone queer in stato di difficoltà, sostegno per la creazione di case accoglienza rivolte alle persone Lgbtqia+ vittime di violenza o discriminazione.
E inoltre: istituzione di corsi di formazione per il personale sanitario anche per venire incontro alle esigenze e necessità della comunità queer. "Invitiamo i cittadini - spiegano le associazioni - a tenere conto di questo fattore quando si recheranno alle urne. Solo con una presa di posizione forte e decisa da parte di tutte le personalità politiche e sociali potremo costruire un futuro più giusto e inclusivo per tutti”.