Saluto romano sì, saluto romano no? “È autistico”. Come se questa fosse una giustificazione.
Quel che è certo è che con quel gesto Elon Musk è riuscito a riprendersi il centro della scena. Perché ieri doveva essere ‘solo’ uno tra i tanti miliardari e Ceo delle big tech, magari di un gradino più alto per il ruolo che ha avuto in campagna elettorale e per il compito assegnatogli nel nuovo governo, ma comunque sullo sfondo rispetto a Donald Trump, che ieri ha giurato come 47esimo presidente degli Stati Uniti.
Ma alla fine, proprio in virtù del potere politico conferitogli, i riflettori mondiali sono tornati su di lui e su quel saluto ai sostenitori del tycoon riuniti alla Capitol One Arena di Washington. Mano che batte due volte sul petto, frase ad effetto – “voglio darti il mio cuore” – per la platea conservatrice e braccio che si tende a salutare il pubblico, in un gesto tanto inequivocabile che lascia senza parole le giornaliste della Cnn che stavano commentando in diretta l’evento inaugurale, e che si rifiutano di definire tale, tanto assurdo il siparietto.
Ma a tranquillizzare – si fa per dire – gli animi che si sono subito scaldati da una parte all’altro dell’oceano (scandalizzati, certo, ma anche quelli entusiasti dei neonazisti di tutto il mondo), ci pensa Andrea Stroppa, considerato il referente di Musk in Italia, che in un primo post su X, che si percepisce proprio essere dettato dall’emozione del momento, un post ‘di pancia’, quasi commosso, condivide il video del momento e scrive: “L’Impero Romano è tornato, a cominciare dal saluto romano”. Poi ci ripensa, visto che sta montando la polemica, cancella il messaggio e ne posta un altro. La toppa che, come al solito, è peggio del buco.
“Quel gesto, che alcuni hanno scambiato per un saluto nazista, è semplicemente Elon, che è autistico, che esprime i suoi sentimenti dicendo ‘voglio darti il mio cuore’” scrive un finto innocente o inconsapevole Stroppa, in inglese, sottolineando che “è esattamente ciò che ha comunicato al microfono”. E conclude: “A Elon non piacciono gli estremisti!”. A scanso di equivoci – peraltro già scoppiati, ma quali equivoci poi – addirittura in maiuscolo, il che nella ‘netiquette’ equivale a urlare. L’unica cosa che sanno fare, gridare per ribadire la loro supremazia, searebbe da dire.
Perché dietro a questo sdegno, a questa strenua difesa urlata del miliardario ‘mr. Tesla’ si nasconde ma nemmeno troppo una mentalità discriminatoria, anti democratica, violenta e stupidamente abilista. Perché è abilismo usare il disturbo dello spettro autistico per giustificare quello che sembra a tutti gli effetti un saluto romano – e le dichiarazioni deliranti di Musk con l’AfD e la vicinanza espressa al partito neonazista tedesco rendono il gesto non così imprevedibile o assurdo –. È discriminatorio e offensivo verso tutti, ma in special modo per chi con una neurodivergenza ci vive, ed è vero che il founder di SpaceX avrebbe la Sindrome di Asperger, ma questa non è la ragione alla base di simili azioni, il capro espiatorio.
È come dire: “Lui è pazzo o lui è stupido, capitelo e non giudicatelo”.
Da parte sua, Elon Musk afferma che i suoi avversari hanno bisogno di "trucchi sporchi migliori", dopo le polemiche di ieri. Alcuni critici lo hanno paragonato a un saluto romano e l’imprenditore scrive sul suo social X: "Francamente, hanno bisogno di trucchi sporchi migliori. L'attacco 'tutti sono Hitler' è così logoro". Già, perché Hitler quelli come lui, quelli ‘autistici’, i malati di mente, li deportava nei campi di concentramento, non li usava nemmeno come giustificazione delle sue azioni. Semplicemente li voleva far sparire. E il signor Stroppa forse questo lo sa – forse –, conosce cosa sta dietro al Nazismo, al Fascismo, alla X Mas, ma Elon Musk? “È autistico” e per questo può fare quello che vuole, visto che quelle dittature non ci sono più… Voilà, l’abilismo è servito!