Ieri doveva essere il giorno di Giulia Cecchettin, il giorno in cui avrebbe discusso la sua tesi in Ingegneria Biomedica all’Università di Padova. Ma di lei e dei suoi sogni, da sabato scorso, non c’è più alcuna traccia. La ventiduenne originaria di Vigonovo, in provincia di Venezia, è scomparsa nel nulla insieme all’ex fidanzato, Filippo Turetta, suo coetaneo iscritto allo stesso corso di studi.
Cosa è successo ai due ex fidanzati
I due ragazzi si erano visti nella serata di sabato in un fast food di un centro commerciale a Marghera: le ultime notizie di Giulia risalgono alla 22.43 di quel giorno quando la giovane manda un messaggio alla sorella per commentare alcuni capi d’abbigliamento. Poco dopo le 23, un testimone afferma di aver sentito delle grida provenire dall’auto di Turetta, parcheggiata non molto distante dall’abitazione della ragazza.
Il giorno dopo, domenica 12 novembre, la Fiat Grande Punto nera del giovane viene rilevata, poco dopo le 9, nel Bellunese in direzione Dobbiaco. Da quel momento, il nulla. Le ricerche, che stanno andando avanti ininterrottamente da giorni, si stanno concentrando tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Austria. (Gli aggiornamenti sulle ricerche)
La fine della relazione
La relazione tra Giulia e Filippo si era interrotta ad agosto scorso per volontà della ragazza, ma tra i due era rimasto un buon rapporto, nonostante la giovane avesse nell’ultimo periodo limitato le uscite con l’ex fidanzato. Lui, non accettando la fine del rapporto sentimentale, sperava ogni volta che lei potesse cambiare idea e ritornare sui suoi passi.
"Pensiamo che Filippo non volesse questa laurea – le parole di Elisa Camerotto, zia di Giulia Cecchettin – non voleva vederla andare via, per questo l’ha presa. Filippo non era contento che Giulia si laureasse perché temeva che si potesse allontanare da lui".
La ragazza, infatti, dopo la laurea aveva deciso di trasferirsi a Reggio Emilia dove voleva frequentare un corso di fumetti, sua altra grande passione. Ma dai racconti dei familiari della giovane, emerge anche un atteggiamento morboso da parte dell’ex fidanzato.
"Era possessivo, la controllava"
"Lui era molto possessivo nei suoi confronti – racconta Elena, la sorella di Giulia – era geloso anche del tempo che lei passava con me e questa cosa non mi faceva stare tranquilla, soprattutto quando uscivano da soli dopo che lei l’aveva lasciato, la controllava".
Le motivazioni della scomparsa dei due ragazzi sono ancora al vaglio degli inquirenti, ma gli elementi finora emersi spingono, ancora una volta, ad una riflessione sulla cultura del possesso, tanto radicata all’interno della nostra società: se non puoi essere mia, allora non devi essere di nessuno.
È questa la logica di un sistema patriarcale che vede la donna non come singola entità, ma in funzione dell’uomo. Ma è anche figlia di quel vuoto, di quella lacuna "scolastica" nell'educazione emotiva che la società continua a portarsi dietro, nonostante sia ormai evidente la necessità, sempre più urgente, di cambiare rotta su quella che è la concezione dilagante del rapporto sentimentale inteso, appunto, come appartenenza.
E in un contesto sociale in cui la gelosia, ancora oggi, viene percepita come dimostrazione di amore e non come sua malsana declinazione, è difficile credere che i giovani si distacchino da questa idea di rapporto se non correttamente indirizzati su una visione diversa. Accade, quindi, che trova terreno fertile anche nei primi amori, nei primi approcci sentimentali. Quelli che, per antonomasia, dovrebbero essere vissuti con leggerezza. Accade così che se un rapporto si interrompe si fa fatica ad accettarlo, come se poi fosse una decisione strettamente legata al consenso dell'altro. Sarebbe meglio dire, quindi, rispettarlo. Educazione emotiva (sessuale, affettiva) poi, significa anche insegnare ad ascoltarsi e ascoltare il prossimo, a capire e riconoscere le proprie emozioni, quindi gestirle, e soprattutto rispettare quelle degli altri. Ecco che in questa logica, i sogni di Giulia non vengono visti come tali, come mere scelte personali, ma possono essere percepiti come motivo, causa di allontanamento. Un altro elemento fondamentale nella ricostruzione di questa vicenda è da ricercarsi nelle parole del papà di Giulia:"Se è partita – afferma Gino Cecchettin – contro la sua volontà? Sicuramente, non restava fuori due ore senza comunicarlo quindi ogni sua mancanza da casa era pianificata. Chiedeva sempre ‘posso?’ anche se aveva 22 anni e poteva farlo".
Tutto, quindi, fa pensare a un allontanamento forzato, soprattutto perché, come testimoniano amici e familiari, la ragazza non sarebbe mai mancata alla sua laurea. Ma allora perché Giulia è sparita? Perché di una ragazza solare, diligente e pronta a costruire il suo futuro si sono perse le tracce?
"Se mia sorella avesse avuto paura di Filippo – sottolinea la sorella – non sarebbe mai uscita da sola con lui. Non penso che fosse spaventata da quel punto di vista. Magari era più che altro stanca, scocciata di continuare a vivere questa situazione dalla quale era uscita, senza uscirne veramente".
Le ricerche vanno avanti, sommozzatori e forze dell’ordine continueranno a lavorare senza sosta, nella speranza che Giulia e Filippo tornino a casa. Che il peggio non sia mai successo e non succederà.