Festa della mamma, per 6 italiani su 10 è giusto celebrarla

Secondo un sondaggio Ipsos la ricorrenza merita il dovuto riconoscimento: ma quali sono le opinioni di giovani e non sulla trasformazione del ruolo materno?

di FRANCESCA PETRELLA -
14 maggio 2023
Domenica 14 maggio in Italia, come in molte parti del mondo, si celebra la Festa della Mamma

Domenica 14 maggio in Italia, come in molte parti del mondo, si celebra la Festa della Mamma

Domenica 14 maggio in Italia, come in molte parti del mondo, si celebra la Festa della Mamma, un’occasione per ringraziare le madri per tutto ciò che fanno e che sembra essere ancora tutt’oggi una ricorrenza importante per gli italiani. Infatti, quasi 6 intervistati su 10, dichiarano che la celebreranno, una percentuale che è ancor più alta tra i residenti al Centro Sud (65%) e la Generazione X (66%). Ma al di là della celebrazione della giornata in sé, quali sono le opinioni degli italiani sul ruolo delle mamme, ieri e oggi, e più in generale sul tema della genitorialità? Quanto è importante oggi realizzarsi attraverso la famiglia? E come sono cambiante le mamme di oggi rispetto al passato? Secondo il sondaggio Ipsos condotto in occasione della Festa della Mamma 2023, oggi diventare genitore è considerato uno step importante nella propria vita, ma non per tutti fondamentale per sentirsi realizzati. Di fatto, i risultati dell’analisi mostrano come la maggioranza relativa (il 41% di chi fornisce una risposta) considera il diventare genitori abbastanza importante, anche se ci si può realizzare in altri modi. Ne sono convinti in particolare le generazioni più anziane (Boomers e Silent) e, in particolare, le madri con più di 50 anni (tra queste la percentuale sale addirittura al 57%). Di contro, il sondaggio Ipsos registra poi un 28% che considera poco importante o addirittura irrilevante l’esser genitori per sentirsi realizzati. Sono soprattutto GenZ e Millennials, ma qualche differenza interessante si può notare anche rispetto all’area di residenza: si va dal 19% tra i residenti del Sud e delle Isole, al 32% del Nord-Ovest. Anche il livello di istruzione incide notevolmente: solo il 23% delle persone meno istruite, cioè che non possiede un diploma di scuola superiore, attribuisce poca o nessuna rilevanza all’esser genitori, mentre tale opinione raggiunge il 41% tra i laureati. Ancora, le convinzioni religiose: tra chi si dichiara credente e frequenta assiduamente le funzioni religiose la percentuale scende al 15%, mentre sale al 46% tra i non credenti.

Mamme di oggi e mamme di ieri: il confronto

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Festa della mamma, per 6 italiani su 10 è giusto celebrarla

Nel confronto tra mamme di oggi e mamme del passato, emerge in generale un atteggiamento critico verso le prime. La maggioranza delle persone intervistate è infatti convinta che le oggi le mamme siano più permissive (82%), meno capaci di trasmettere valori e educazione ai figli (74%), più stanche, indifferenti e passive (60%) e più in conflitto con i figli (54%). Gli unici tratti “positivi” che vengono delineati sono la maggiore informazione riguardo la vita dei figli e dei loro coetanei (52%), probabilmente attribuibile all’uso dei social, e il maggiore aiuto da parte del partner rispetto al passato. Ne è convinto il 70% dei rispondenti, una percentuale decisamente maggiore, tra l’altro, tra le stesse donne (76%) rispetto agli uomini (64%). Va sottolineato che questa visione critica verso le mamme odierne tende ad essere più marcata tra le generazioni più anziane: sembra quasi un appunto che i più anziani fanno alle madri di oggi, meno presenti, meno capaci di rappresentare una guida anche valoriale rispetto ai figli. Al netto di come le generazioni passate dipingono le madri di oggi, un’altra indagine Ipsos questa volta condotta per Save the Children, mostra in realtà come il nostro Paese fatichi ad evolversi verso un modello paritario a tutti gli effetti, intorno e dentro alla famiglia.

Le difficoltà del ruolo materno

Infatti, nonostante il sentimento di gioia per la maternità sia quello prevalente nella grandissima maggioranza delle madri, il 43% delle stesse dichiara di non desiderare altri figli. Tra le cause segnalate vi è per il 40% fatica, per il 33% difficile conciliazione lavoro/famiglia, la mancanza di supporto per il 26% delle intervistate e la scarsità dei servizi per il rimanente 26%. Come ha sottolineato Antonella Inverno (Responsabile Politiche Infanzia e Adolescenza di Save the Children Italia), la condizione lavorativa delle donne, e in particolare delle madri, nel nostro Paese è ancora ampiamente caratterizzata da instabilità e precarietà, a cui si aggiungono la carenza strutturale di servizi per l’infanzia, a partire dalla rete di asili nido sul territorio, e la mancanza di politiche per la promozione dell’equità nel carico di cura familiare.

Maternità surrogata

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In occasione della Festa della Mamma, Ipsos ha indagato anche le opinioni degli italiani sul delicato tema  della maternità surrogata

In occasione della Festa della Mamma, Ipsos ha indagato anche le opinioni degli italiani sul delicato tema della maternità surrogata. Qui l’analisi Ipsos registra non tanto le opinioni sulla pratica in sé, quanto sull’opportunità di registrare come figli di entrambi i genitori i figli nati all’estero tramite questo sistema, laddove questo sia consentito, una volta rientrati in Italia. Su questo specifico aspetto, recentemente al centro delle polemiche politiche, gli italiani mostrano un atteggiamento tendenzialmente favorevole, pur con molte incertezze: il 40% si dichiara favorevole alla registrazione ma oltre un italiano su tre (36%) non riesce ad esprimersi. Ad essere contrario è il 24%. Si rileva una differenza sensibile tra uomini e donne, indifferentemente dall’età e dall’essere o meno genitori: i pareri favorevoli salgono al 44% tra le donne mentre si fermano al 35% tra gli uomini. Non sorprendentemente, poi, le opinioni sul tema risultano molto correlate all’orientamento politico dei rispondenti: tra chi si colloca a destra o nell’estrema destra, in particolare, la quota dei favorevoli passa in minoranza (26%) e prevalgono i contrari (45%), mentre a sinistra o nel centrosinistra le posizioni favorevoli sono decisamente più marcate (rispettivamente 55% e 56%). Da notare che anche tra chi dichiara di collocarsi politicamente al centro o nel centrodestra prevalgono, seppur di poco, i pareri favorevoli (rispettivamente 38% e 37%) su quelli contrari (34% e 27%), segno di un atteggiamento trasversalmente aperto verso queste ipotesi, pur nell’incertezza testimoniata dal grande numero di opinioni incerte.