Fine Vita, la Consulta si esprime sulla legittimità. Cappato, Maltese e Lalli rischiano fino a 12 anni

Gli attivisti dell’associazione Coscioni che hanno accompagnato il 44enne toscano Massimiliano in Svizzera per il suicidio medicalmente assistito. L’udienza mercoledì 19 giugno

di Redazione Luce!
17 giugno 2024
Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Coscioni

Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Coscioni

Mercoledì 19 giugno, alle 9.30, ci sarà l’udienza della Consulta, nel processo in cui gli imputati dell’Associazione Coscioni rischiano condanne fino a 12 anni di reclusione.

Il procedimento è quello relativo al dubbio di legittimità costituzionale sul trattamento di sostegno vitale in riferimento all'aiuto fornito “a Massimiliano, toscano 44enne affetto da sclerosi multipla, accompagnato in Svizzera con una disobbedienza civile, di Marco Cappato, Chiara Lalli e Felicetta Maltese, autodenunciati al loro ritorno in Italia ai Carabinieri di Firenze”. L’imputazione nei loro confronti è quella in base all'articolo 580 di una legge del 1930 sull'istigazione o aiuto al suicidio. Lo rende noto l'Associazione Coscioni che fa sapere anche che il Governo si è costituito alla Corte Costituzionale. “Dall'esito – sottolineano dalla Coscioni – dipendono l'eventuale condanna di 7 disobbedienti civili in 6 processi”.

La Consulta dovrà quindi esprimersi nuovamente sul tema di “suicidio medicalmente assistito” dopo il caso di Dj Fabo quando stabilì le quattro condiioni necessarie per poter accedere legalmente all'aiuto medico alla morte volontaria: la persona deve essere capace di prendere decisioni libere e consapevoli, essere affetta da patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che reputa intollerabili e che sia dipendente da trattamenti di sostegno vitale.

Massimiliano, morto in Svizzera col suicidio assistito
Massimiliano, morto in Svizzera col suicidio assistito

Nel caso specifico, precisano ancora gli attivisti, il 44enne “Massimiliano non era dipendente da un trattamento di sostegno vitale inteso in senso restrittivo (come per esempio la ventilazione meccanica), nonostante fosse totalmente dipendente dall'assistenza di terze persone per sopravvivere e per questo avrebbe potuto incontrare ostacoli nell'accedere all'aiuto medico alla morte volontaria in Italia”.

Proprio dall'interpretazione più ampia delle indicazioni della Consulta si è arrivati alla decisione del governo di costituirsi per dichiarare la questione di legittimità inammissibile o, in subordine, infondata perché l'accoglimento comporterebbe uno stravolgimento, da parte della stessa Corte costituzionale, della sentenza n. 242 del 2019 “in senso irragionevolmente ed ingiustificatamente ampliativo” sostituendosi al Parlamento.