“I camion di aiuti umanitari, realizzati grazie alle donazioni di cittadine e cittadini, gruppi, comunità e al contributo importante della Fondazione Con Il Sud, hanno attraversato il valico. Lungo la strada ci sono però migliaia di altri convogli bloccati. Sappiamo che questi aiuti sono una goccia nel mare di sofferenze che si vivono al di là di questa frontiera”.
Sono le prime parole della delegazione italiana arrivata al varco di Rafah, frontiera internazionale tra l'Egitto e la striscia di Gaza. Circa 50 persone tra parlamentari, associazioni, ong, accademici e giornalisti in una missione di solidarietà e sostegno alla popolazione palestinese martoriata promossa dall’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (AOI), nell’ambito della campagna #EmergenzaGaza, in collaborazione con ARCI e Assopace Palestina.
"Cessate il fuoco”
“Quello che sta succedendo a Gaza sotto i nostri occhi è inaccettabile – sostiene Anna Meli presidente COSPE, (associazione di cooperazione internazionale) – L’appello della delegazione italiana è per il cessate il fuoco immediato. Ribadiremo e denunceremo con forza la violenza a cui è sottoposta la popolazione palestinese da ormai quasi 5 mesi, attraverso una sistematica negazione del diritto internazionale”.
La delegazione italiana dopo aver incontrato a Il Cairo organizzazioni della società civile, difensori dei diritti umani, agenzie delle Nazioni Unite, oltre alle rappresentanze diplomatiche italiane in loco, è arrivata al valico di Rafah per seguire il percorso dei container di aiuti umanitari realizzati grazie alla raccolta fondi #EmergenzaGaza. Qui incontrerà le organizzazioni umanitarie che si stanno spendendo per cercare di inviare aiuti essenziali dentro la Striscia, affrontando difficoltà inimmaginabili. Tra loro UNRWA, agenzia ONU per il soccorso dei rifugiati palestinesi.
La delegazione porterà il messaggio lanciato da ottobre dalla società civile italiana per il cessate il fuoco, per l’aiuto umanitario, per la ripresa delle trattative diplomatiche e per la pace, guidate dalle Nazioni Unite.
“Più di 30.000 morti nella Striscia, 70mila feriti, 2 milioni ormai tra persone deportate lontano dalle proprie case, quasi 1 milione di profughi ammassati al confine con l’Egitto: 2/3 del territorio della Striscia è ormai distrutto. Se non si muore per bombardamenti, proiettili e violenze, a Gaza adulti e minori sono in pericolo di vita per fame e sete, malattie, infezioni causate da condizioni igieniche insostenibili. Gli ospedali sono senza medici e approvvigionamenti sanitari. È una crisi umanitaria gravissima, un orrore per l’umanità.
A Rafah si trovano anche alcune delle persone della Compagnia teatrale Ayyam al Masrah – Theater Day production (TDP), partner locale di Cospe dal 2018. Da febbraio, attraverso l’arte e il teatro, hanno costituito un gruppo di lavoro per portare avanti attività di supporto sociale per alleviare le condizioni psicologiche in cui si trovano le persone sfollate più fragili e più esposte a un trauma che è sempre più un trauma collettivo. Finora sono state oltre 180 le persone che hanno raggiunto con le loro attività, soprattutto donne, bambini e adolescenti. COSPE ha attivato una raccolta fondi per il teatro: https://emergenzagaza.cospe.org/