Giorgio Armani, l’amore e il “dolore crudele” per Sergio Galeotti

In un’intervista al Corriere della Sera il Re della moda, 90 anni, si racconta e rivela segreti del suo passato, dalla scoperta dell’omosessualità al legame con il socio e compagno morto nel 1985

di CAMILLA PRATO
14 ottobre 2024
Giorgio Armani (credit SGP)

Giorgio Armani (credit SGP)

Con la morte di Sergio Galeotti “morì una parte di me”. Giorgio Armani racconta così la scomparsa, appena 40enne nel 1985, dell’architetto, poi socio ma soprattutto suo compagno, un uomo amato nella riservatezza, dietro le quinte di una vita scintillante, passata insieme a creare Moda, quella con la M maiuscola. 

Il fascismo, le passerelle mondiali, la politica di oggi, l'amore e la carriera che si intrecciano, un pensiero per il futuro che non è poi troppo lontano: nella lunghissima intervista al Corriere della Sera, lo stilista, 90 anni suonati, spazia su tutto, ripercorrendo la sua vita dall’infanzia familiare fino a oggi, che il suo marchio e quindi il suo nome sono riconosciuti e stimati in tutto il mondo. E si sofferma anche sulla sua vita privata, sulle relazioni, sull’amore per gli uomini e sul suo più grande rimpianto: non avere figli

La scoperta dell’omosessualità 

Giorgio Armani (foto da Ansa)
Giorgio Armani (foto da Ansa)

“Non ho mai parlato di questo” ammette il Re della moda parlando della scoperta del suo orientamento sessuale. La prima esperienza, in effetti, era stata con una ragazza “bruttina” per sua stessa ammissione, ma “fu sotto un capannone sulla spiaggia di Misano Mare, alle 5 del pomeriggio, quando tutti i ragazzi della colonia venivano ricoverati sulla spiaggia per rilassarsi” che il giovane Armani scoprì di provare attrazione per i maschi. 

“Io ero in un gruppo di ragazzi, di bambini, e c’era un responsabile, un giovane uomo, che mi ispirò subito un sentimento d’amore. Non ho ben realizzato questa cosa, non le ho dato seguito. Ma da lì in avanti la mia vita cominciò, in un altro modo”. 

Una scoperta che, a quel tempo, quando lo stilista era un adolescente, poteva suscitare come oggi dubbi, incertezze, paure e reazioni anche ben poco comprensive o di accettazione. Ma qui precisa che il primo a non comprendere a pieno quel sentimento, all’inizio, fu proprio lui. “Non ne ero conscio, non capivo cos’era, non facevo differenze tra uomo e donna. Era un’attrazione che sentivo, una cosa bellissima: non vedevi l’ora di stargli vicino, di farmi accarezzare… una grande emozione. Queste cose non le ho mai dette a nessuno. È un ricordo molto emozionante”, racconta al Corsera. 

Il legame con Sergio Galeotti: l’amore e il dolore più grande

Ma l’emozione più grande, nonostante siano passati quasi 40 anni dalla sua scomparsa, si percepisce nelle parole che usa per ricordare il socio, il compagno, il grande amore, quello che lo spinse sulla strada del successo, credendo in lui e infondendogli il coraggio necessario per lanciarsi. “Ci siamo conosciuti vicino alla Capannina, in Versilia, dov’ero in vacanza per due giorni. Incrociai Sergio in macchina, mi piacque subito il suo sorriso toscano, e diventammo subito amici”, dice Armani. Fu Galeotti a suggerirgli di mettersi in proprio, di creare un suo marchio: “mi diede coraggio, fiducia. Mi disse: tu hai un potenziale importante”. Non era certo un’impresa facile, dato che a guidare le principali maison di moda a Milano, negli anni Settanta, c’erano personalità già note, adulti, mentre Armani era un “giovane, avevo stimoli diversi”. Ma sul lungo corso la scommessa è stata più che vinta. 

Peccato che Galeotti non abbia potuto assistere alla sua ascesa, perché nel 1985, appena 10 anni dopo la fondazione dell’azienda, “quando morì Sergio, morì una parte di me – racconta –. Devo dire che mi complimento un po’ con me stesso, perché ho retto a un dolore fortissimo. Un anno tra un ospedale e l’altro, io per non ferirlo ho continuato a lavorare, gli portavo le foto delle sfilate, negli ultimi tempi vedevo le lacrime ai suoi occhi”. L’imprenditore lo ricorda come un periodo difficilissimo, tra lavoro e vita privata, che ha dovuto affrontare “anche contro l’opinione pubblica. Sentivo dire: Armani non è più lui, sarà sopraffatto dal dolore, non ce la farà da solo... Anche per questo, a chi mi chiedeva una partecipazione nella Giorgio Armani, rispondevo: no, grazie, ce la faccio da solo”.

Un anno in silenzio, chiuso nel suo “dolore crudele” e votato solo agli impegni della sua maison. “Un anno di attesa perché Sergio morisse. E tutto accadde in un tempo meraviglioso – aggiunge –. Quando stavamo cominciando a essere qualcuno, a dare una struttura all’azienda, a essere conosciuti nel mondo. Era il momento in cui prendevo fiducia in me stesso; e mi è arrivata questa tegola sulla testa”. Non va oltre, nel suo racconto, custodendo nel suo cuore quali furono i sentimenti di quel momento drammatico.

Milan Fashion Week: Emporio Armani
Italian fashion designer Giorgio Armani (C) greets the audience at the end the presentartion of his Emporio Armani Spring/Summer 2025 Women collections during the Milan Fashion Week in Milan, Italy, 19 September 2024. The Milano Moda Donna SS 2025 runs from 17 to 23 September.. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

Il legame di oggi con Leo Dell’Orco

Solo anni dopo un’altra persona è riuscita a riaccendere in Giorgio Armani la passione di un tempo. Non lo chiama innamoramento, perché “è inutile essere innamorato e dare poco spazio al tuo amore, perché lo spazio non ce l’ho”, chiarisce, da vero imprenditore e consapevole della sua età avanzata. “Salvo l’affetto profondo per Leo Dell’Orco, che vive da anni insieme a me, e rappresenta la persona a me più vicina”.

Una persona per la quale ha fatto spaventare il mondo intero, visto che, come ricorda il giornalista del Corriere, quando ci fu l’incendio a Pantelleria (nel 2022, ndr) Armani scomparve per un certo periodo di tempo. Poi, per fortuna, ricomparve spiegando che era andato a recuperare un anello dalla sua casa. Che indossa all’anulare e spiega: “Me l’ha regalato Leo, e lo dovevo salvare”. Insomma per quanto non voglia parlare d’amore il legame tra i due è forte e profondo.